Digitalizzazione: 9 aziende italiane su 10 la vogliono

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Le aziende italiane sono pronte ad abbracciare la digital transformation, ma le competenze per farlo continuano a latitare.

«Dai risultati della ricerca le imprese italiane appaiono ancora poco preparate alla sfida digitale. Ben il 67% dei lavoratori infatti sente il bisogno di accrescere le proprie competenze, un dato che denuncia la necessità di formazione, accompagnata ovviamente dalla disponibilità di strumenti e infrastrutture digitali, per evitare che il nostro sistema economico perda competitività di fronte alle sfide del futuro, che saranno in gran parte nel campo digitale. La digitalizzazione va “agita” anche dalle aziende per potere offrire servizi e strumenti sempre più innovativi ed efficaci».

Sono le parole di Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia, a commento di una recente indagine condotta da Randstad Workmonitor in 33 Paesi (Italia inclusa) interpellando 400 professionisti di età compresa fra i 18 e i 65 anni.

Da questo studio emerge come nove aziende italiane su dieci ritengano fondamentale intraprendere un percorso di trasformazione digitale; peccato che nel 30% dei casi queste stesse non dispongano di competenze professionali adeguate. Inoltre il 67% di italiani, contro il 62% della media mondiale, ammette di dover migliorare le proprie competenze tecnologiche per continuare a essere appetibile sul mercato del lavoro.

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Il solito vecchio problema della carenza di digital skill che si ripropone costantemente quando entrano in gioco termini come innovazione, digitalizzazione e digital transformation. E se il 90% degli intervistati nostrani ha piena consapevolezza dell’importanza della trasformazione digitale, le percentuali salgono ulteriormente in Messico (95%), Brasile, Cile (94%), Portogallo, India (93%), Malesia e Argentina (92%), mentre la media mondiale si ferma al 84%.

Una consapevolezza insomma che si fa sempre più globale e tornando allo scenario italiano, il 43% dei lavoratori è convinto che buona parte delle proprie mansioni, quelle più ripetitive e a scarso valore aggiunto, potrebbero essere automatizzate, mentre il 59% pensa di poter ottenere in questo modo uno stimolo alla creatività. Alla fine però solo il 57% dei lavoratori italiani ritiene che la propria azienda abbia già adottato una strategia digitale.

Insomma, la buona volontà e la consapevolezza non mancano certo alle aziende italiane vogliose di abbracciare appieno la trasformazione digitale, ma la carenza di digital skill è un problema sempre più sentito ed è proprio su questo versante che le aziende dovranno investire.

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Le medie imprese europee e la digital transformation

Secondo una ricerca di Ricoh le medie imprese europee mirano alla digital transformation sviluppando strategie a lungo termine. Ma gli ostacoli sono ancora molti.

Da una recente ricerca commissionata da Ricoh a Coleman Parkes Research è emerso che lo scorso anno le medie imprese europee di medie dimensioni hanno registrato un tasso medio di crescita del 16.5%. Uno sviluppo considerevole, specialmente se paragonato a quello delle grandi organizzazioni che si è attestato solo all’1.8%.

La ricerca Ricoh sfata così il mito che vede le medie aziende caute e caratterizzate da una dimensione esclusivamente nazionale. Per aumentare la competitività, questo segmento di mercato punta infatti ad espandersi oltre frontiera, a quotarsi in borsa e ad attuare operazioni di merger and acquisition.

Nonostante le aspirazioni, le ambizioni e le idee ben chiare, il 33% del campione dubita di riuscire a raggiungere i traguardi prefissati. I cambiamenti che conseguono alle crescita del fatturato e del personale pongono infatti le medie imprese di fronte a una serie di ostacoli, che vanno dalla complessità normativa alla difficoltà di ottenere finanziamenti.

Anche la trasformazione culturale e la gestione delle partnership sono motivo di preoccupazione. Le medie aziende però non hanno dubbi sul da farsi per vincere questa corsa ad ostacoli e hanno identificato tre obiettivi fondamentali per riuscire a competere: adozione di tecnologie digitali per raggiungere obiettivi di business (75% del campione), innovazione dei processi esistenti grazie alle tecnologie digitali (73%) e definizione di una strategia digitale a lungo termine (71%).

L’IT aiuta nella crescita, ma è importante compiere le scelte corrette. Ed è proprio nella selezione delle tecnologie che le medie imprese europee si trovano maggiormente in difficoltà, come sottolineato dal 24% del campione. In quali ambiti dovrebbero investire le medie imprese per realizzare le proprie ambizioni?

Innanzitutto in modalità di lavoro flessibili. Le tecnologie per la collaborazione, come nel caso di videoconferenze o lavagne interattive, sono fondamentali perché consentono di trasformare gli uffici moderni in un’ottica ad esempio di lavoro remoto.

Queste tecnologie sono importanti anche per attirare i migliori talenti. Il 65% del campione afferma infatti che i candidati preferirebbero lavorare in aziende di grandi dimensioni e questo, secondo il 58%, dipende dalla maggiore disponibilità di strumenti digitali.

Le imprese che vogliono puntare alla crescita dovrebbero infine concentrarsi sulle tecnologie per la fatturazione elettronica e l’automazione dei flussi di lavoro, migliorando l’integrazione delle informazioni aziendali e la loro condivisione tra team distribuiti. Due aspetti cruciali per riuscire a competere e a ritagliarsi uno spazio importante nel contesto internazionale.

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