Kaspersky Lab ha aggiornato il suo Kaspersky Cybersecurity Index, una serie di indicatori che permettono di valutare il livello di rischio a cui si espongono gli utenti internet di tutto il mondo. L’indice relativo alla seconda metà del 2016 mostra un andamento positivo, con il numero di persone preoccupate della propria sicurezza internet e pronte a proteggersi dalle cyber minacce che è risultato in continua crescita.

Il 74% degli utenti intervistati (17.377 persone in 28 Paesi) non crede di poter diventare bersaglio dei cyber criminali, mentre il 39% non usa soluzioni di protezione su tutti i propri dispositivi connessi e il 29% è stato colpito dalle cyber minacce negli ultimi mesi. L’indice precedente era 79–40–29, cifre che indicano che sei mesi fa più persone credevano di essere inattaccabili e preferivano restare indifese.

“Purtroppo gli italiani si discostano da questi risultati, dimostrandosi ancora troppo poco attenti alla loro sicurezza online. Il 92% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di non essere preoccupato dalle cyber minacce e quasi la metà (46%) non protegge i propri dispositivi. Questo ha portato più di un utente su 5 a diventare vittima dei cyber criminali” ha commentato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab.

A livello globale il numero degli utenti che si sono imbattuti nei malware è diminuito, passando dal 22% al 20%, mentre i costi per eliminare le conseguenze delle infezioni è sceso da 121 a 92 dollari. Tuttavia la percentuale delle persone che sono state vittime di altri tipi di minacce come ransomware, phishing, furto e fuga di dati è aumentata. Allo stesso tempo, l’importo medio di denaro rubato dai truffatori online è cresciuto da 472 a 482 dollari.

L’indice riporta anche altri dati interessanti. Il numero di dispositivi connessi a internet in una famiglia continua ad esempio a crescere; nella prima metà dell’anno ogni famiglia possedeva 5,9 dispositivi, mentre nella seconda metà questo dato è aumentato a 6,3. Sempre più persone infine usufruiscono dell’online banking (59% nella prima metà vs 77% nella seconda), fanno acquisti online (73% vs 90%) e utilizzano sistemi di pagamento online (44% vs 65%).