Accenture: rischio sicurezza elevato per tre aziende su quattro
Secondo il Security Index recentemente formulato da Accenture, a fronte dell’aumento della frequenza e della portata dei cyber-attacchi, quasi i tre quarti delle aziende (73%) a livello globale sono a rischio sicurezza e non riescono a identificare e proteggere al meglio i propri processi e gli asset più importanti. Solo solo un’azienda su tre (34%) ha infatti la capacità necessaria per monitorare le minacce a cui sono esposti elementi critici del proprio business.
Per misurare l’efficacia delle attuali misure aziendali di sicurezza e l’adeguatezza degli investimenti in essere, Accenture ha intervistato 2.000 professionisti nel campo della cybersecurity, in rappresentanza di aziende con un fatturato annuo di almeno un miliardo di dollari.
Sono stati analizzati 33 ambiti specifici di cybersecurity, con un nuovo benchmark per stabilire quali caratteristiche deve avere un sistema di sicurezza a elevate prestazioni e cosa devono fare le aziende per implementare soluzioni di cybersecurity di successo.
A livello globale l’azienda media presenta elevate performance solo in 11 dei 33 ambiti di cybersecurity analizzati. Tra chi ha ottenuto i punteggi più alti, solo il 9% delle aziende è riuscito a raggiungere performance elevate in più di 25 ambiti di cybersecurity (su 33).
Le società del settore delle comunicazioni fanno registrare performance elevate in 11 ambiti, tra cui la protezione e il ripristino degli asset chiave (49%) e il monitoraggio di minacce rilevanti per l’azienda (47%). Gli istituti bancari presentano le performance elevate in otto ambiti, quali l’analisi “what if” delle minacce (47%) e la sicurezza informatica di soggetti terzi all’interno del proprio ecosistema aziendale esteso (44%).
Le società a elevato contenuto tecnologico sono le migliori in sette ambiti, tra cui la capacità di creare una cultura della sicurezza (54%) e il ripristino dopo incidenti informatici (48%). Le aziende del settore life science sono infine il fanalino di coda con un ranking generale pari solo al 19%. Il settore life science è insomma quello più a rischio sicurezza e presenta i risultati più bassi in 32 su 33 ambiti, come coinvolgimento degli stakeholder (12%) e progettazione della protezione degli asset chiave (13%).