Summit TILT: impresa, economia digitale e startup. Innovazione tra passato e futuro
Nella suggestiva cornice del porto vecchio di Trieste, che sta vivendo un momento di forte rinnovamento, si è tenuto il Summit TILT, dal titolo Impresa, economia digitale e startup – Innovazione tra passato e futuro. All’evento, organizzato dalla società triestina Teorema, hanno partecipato Debora Serracchiani, presidentessa della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, Michele Balbi, presidente di Teorema, Stefano Casaleggi, direttore generale di Area Science Park, Sebastiano Musso, regional manager nord est di Unicredit, Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, e Maurizio Fermeglia, magnifico rettore dell’Università degli studi di Trieste.
Tema principale dell’incontro è stato l’aggiornamento del progetto TILT, Teorema Incubation Lab Trieste, inaugurato da Teorema a marzo dello scorso anno in collaborazione con l’Area Science Park, l’Università di Trieste, il comune di Trieste e Microsoft, con l’obiettivo di individuare e supportare le startup più innovative e promettenti sul territorio nazionale. Oltre alla presentazione delle tre startup selezionate per questa edizione, l’occasione ha permesso di portare avanti un interessante dibattito sulla digitalizzazione come via per la ripresa economica dell’Italia, non solo per le aziende direttamente coinvolte nella tecnologia, ma anche per quelle tradizionali, attraverso il programma industria 4.0 e le iniziative come TILT.
L’opinione condivisa, emersa dal dibattito, vede lo sviluppo tecnologico come un elemento fondamentale per riuscire a superare l’attuale stallo economico del Paese e per prepararsi al futuro, con un ruolo primario per l’Italia a livello mondiale. Il panorama di Trieste si presenta come il contesto ideale per portare avanti un discorso di sviluppo condiviso, in cui istituzioni, imprese e formazione concorrono per generare le infrastutture e i servizi necessari.
Debora Serracchiani ha sottolineato come, nel tentativo di collegare ricerca, istituzioni e imprese, una grande sfida sia mettere d’accordo tutti gli attori sul territorio, anche perché esiste un forte individualismo. La crisi rappresenta però un’opportunità per superare queste storiche barriere, che in passato hanno impedito di creare progetti condivisi. L’innovazione potrà portare alla perdita di posti di lavoro, ma ne creerà di nuovi e bisogna lavorare in anticipo per gestire questa transizione e, con le linee guida di Industria 4.0, il governo sta cercando di portare questo tipo di sviluppo nelle industrie. Nella regione Friuli Venezia Giulia, ha sottolineato sempre la presidentessa della regione, c’è una maggiore predisposizione verso questo tipo di cambiamento, mentre in altre zone del Paese potrà essere meno facile. L’Italia si è mossa bene e per tempo sul fronte delle startup, adottando per oltre l’80 percento il manifesto europeo condiviso e allocando i fondi necessari. La difficoltà ora è trovare la strada concreta per finalizzare i progetti, evitando che diventino, come capita spesso, delle realtà astratte, dei contenitori che non hanno un reale sbocco pratico. È necessario che ci sia la volontà di arrivare all’exit, senza limitarsi a fare il compito istituzionale solo perché bisogna farlo.
L’Italia si è mossa bene e per tempo sul fronte delle startup, adottando per oltre l’80 percento il manifesto europeo
Michele Balbi, presidente di Teorema, ha ribadito che il progetto TILT rappresenta una vittoria per la città e che in un solo anno è cresciuto notevolmente, grazie anche all’adesione immediata di Microsoft Italia, dell’Area Science Park e del comune di Trieste, a cui si è poi aggiunta Unicredit. Secondo Balbi è importante che gli imprenditori italiani riescano a presidiare l’Industria 4.0 nel nostro Paese e che i giovani startupper si concentrino sull’uso innovativo delle tecnologie esistenti, invece che nella ricerca di nuove soluzioni, sulle quali ci si potrà applicare più avanti.
Molto interessante anche il punto di vista di Stefano Casaleggi, che ha sottolineato come nella regione Friuli Venezia Giulia siano presenti circa 700 imprese ICT, ma molte di queste sono legate solo alla tecnologia che conoscono e finiscono per essere inibitrici della digitalizzazione, invece di favorirla. Rispetto allo scenario attuale, in cui il supporto alle startup è estremamente frammentato, auspica di avere pochi incubatori nazionali, che si appoggino a piccoli operatori locali per la parte di logistica, per poter focalizzare gli sforzi sulle imprese che veramente lo meritano invece di disperdere i capitali. Lo scopo ultimo deve essere quello di creare le aziende di domani, che andranno a sostituire quelle imprese arrivate ormai alla fine del proprio ciclo di vita.
avere pochi incubatori nazionali, che si appoggino a piccoli operatori locali per la parte di logistica
Per Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, è fondamentale per il Paese investire sui dati, per riprendere la crescita. Questo non significa che non ci sia più posto per l’industria tradizionale, a patto che questa impari a sfruttare la tecnologia dei dati e riesca a digitalizzarsi. Microsoft lavora con le startup ormai da 7 anni e dalla propria esperienza ha visto un panorama nazionale con troppi incubatori (oltre 100) a fronte di poche startup (circa 6.000 totali), il tutto con investimenti molto ridotti da parte dei venture capital: circa 200 milioni all’anno in Italia, contro i 2 miliardi della Francia. Microsoft, con il proprio programma, ha deciso di puntare soprattutto sulle startup B2B con un forte legame con quelli che sono i valori riconosciuti del nostro Paese, come food e turismo, auspicando una maggiore collaborazione tra aziende e istituzioni. In riferimento al progetto TILT, Purassanta ha sottolineato che Trieste, rispetto a molte altre città italiane, dimostra un maggiore fermento intellettuale e la volontà di far decollare le startup.
Le startup scelte da TILT a gennaio 2017
Foodchain: sistema di tracciabilità per il settore food su tecnologia blockchain.
Mysnowmaps: analisi dei big data per lo studio delle nevi, nell’ottica di prevedere la quantità d’acqua che sarà disponibile.
Emoji: analisi del sentiment dei clienti, per capire il livello di soddisfazione, tramite telecamera e machine learning.
L’esperienza di Teorema in TILT
Abbiamo chiesto a Michele Balbi, presidente di Teorema, di tirare le somme del primo anno di attività di TILT e di fornirci il proprio punto di vista sulla situazione delle startup in Italia.
Balbi ha spiegato come in questi mesi si siano resi conto di un problema di fondo per quanto riguarda la situazione italiana, che una volta tanto non dipende da istituzioni e infrastrutture: nella maggior parte dei casi, l’apertura di una startup viene vista come una strada facile per guadagnare velocemente o come un’alternativa per chi non trova lavoro. Questo porta ad avere imprese poco focalizzate sullo sviluppo del business e dei progetti, dove si pensa che l’idea o l’intuizione iniziali siano sufficienti, mentre nella realtà quello è solo il punto di partenza. A testimonianza di questa sua visione, Balbi ci ha spiegato che dai suoi dati risultano 496 startup aperte nel 2016 e 490 chiuse (molte delle quali aperte negli anni precedenti), per un investimento totale di oltre 800 milioni di euro. Si tratta a suo avviso di un problema di comunicazione, che favorisce una percezione sbagliata delle startup, ma in parte anche di un elemento generazionale, con una minore predisposizione o motivazione alla dedizione da parte di molti giovani.
Balbi ci ha spiegato che dai suoi dati risultano 496 startup aperte nel 2016 e 490 chiuse