La trasformazione digitale sta ridefinendo il concetto del tradizionale posto di lavoro verso un modello più flessibile e altamente collaborativo, non più legato al concetto di lavoro stanziale nel classico orario da 9-18. La forza lavoro si sta insomma evolvendo verso un modello cosiddetto agile o smart working e, con la Legge n. 81/2017, c’è per la prima volta in Italia anche un quadro normativo definito sullo smart working. A maggio scorso, il ddl è diventato legge dopo quasi 15 mesi dal varo in Consiglio dei Ministri e si applica anche alla pubblica amministrazione.

IDC stima che il mercato delle applicazioni di collaborazione, che riveste un ruolo fondamentale del corredo operativo dei futuri lavoratori, si svilupperà con tassi di crescita importanti e si sposterà quasi del tutto sul cloud (nel 2021 in Europa, l’80% del giro d’affari di questo mercato deriverà dal public cloud).

Dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano emerge poi che a dare impulso all’adozione di politiche di smart working sono le tecnologie digitali, che rendono possibile il lavoro in mobilità facilitando la comunicazione, la collaborazione e la condivisione indipendentemente dalla presenza fisica dei lavoratori.

A rendere possibile lo smart working sono le workspace technology quindi i software di collaboration, i servizi e gli strumenti per la mobilità, l’accessibilità e la sicurezza. La pubblica amministrazione e le aziende private italiane guardano allo smart working come modalità di flessibilità e conciliazione tra lavoro e vita familiare, con la possibilità di lavorare da qualsiasi località.

smart working

Ciò è possibile spostandosi in parallelo sempre più verso concetti di condivisione come il co-Working e il desk sharing tra telelavoratori/smartworker e personale che si reca in ufficio per brevi periodi (qualche giorno la settimana o al mese). Il lavoro agile porta benefici in termini di aumento della flessibilità e della produttività, di riduzione del traffico urbano, di riduzione dei tempi di spostamento e dello stress, contribuendo al miglioramento della qualità della vita e alla riduzione dell’inquinamento ambientale.

Sempre secondo i numeri tratti dall’indagine svolta dall’Osservatorio del Politecnico di Milano per l’edizione 2016, tramite un questionario al quale hanno risposto 2.229 lavoratori, risulta che impiegati (59%), quadri (35%) e dirigenti (1%) hanno risparmiato 163 giorni e 4 ore di tempo negli spostamenti casa-lavoro. Spostamenti ridotti significa chilometri in meno, come i 58.438 “risparmiati” con mezzi privati a motore in un solo giorno nel 2016.

Inoltre, il modello smart working consente a dipendenti di diverse aree o sedi aziendali di collaborare facilitando l’innovazione, accelerando la risoluzione dei problemi e semplificare le iniziative. Un recente studio condotto da TeamViewer, azienda da sempre in prima linea nel facilitare il lavoro agile con soluzioni che consentono l’accesso remoto e la collaborazione online, rivela che il 72% dei lavoratori smart risulta essere più produttivo. Questa nuova forza lavoro agile dovrà disporre di soluzioni tecnologiche adatte per massimizzare efficienza e produttività.

Questo vuol dire soluzioni per operare da remoto, per la collaborazione online disponibili per le principali piattaforme e sistemi operativi. Un altro fattore chiave quando si tratta di scegliere queste soluzioni è dato dall’usabilità che si basa su un’interfaccia utente facile da capire (UI).