Arrestato Marcus Hutchins, il ricercatore che rallentò WannaCry
Molto probabilmente il nome Marcus Hutchins, conosciuto su Twitter come Malware Tech, non vi dirà nulla, ma questo ricercatore britannico di 23 anni era salito agli onori delle cronaca a maggio in relazione al devastante ransomware WannaCry. Nei giorni dell’attacco infatti Hutchins aveva scoperto un “kill switch” nel codice malevolo di Wannacry che aveva contribuito a rallentare il propagarsi dell’infezione.
Di fatto, da allora a oggi, non sono ancora stati scoperti i responsabili del’attacco (ci sono solo indizi) e, sebbene WannaCry non faccia più paura come tre mesi fa, non è detto che nuovi attacchi del genere non possano ripresentarsi anche nell’immediato futuro.
Ebbene, Hutchins è stato arrestato due giorni fa dal FBI all’aeroporto di Las Vegas, dove era in attesa di prendere il volo per Londra dopo aver partecipato alle conferenze sulla cyber-sicurezza Black Hat e Def Con. L’arresto non pare tuttavia correlato a WannaCry, visto che l’accusa al ricercatore riguarda Kronos, un banking trojan del 2014 utilizzato per rubare le credenziali di accesso ai conti bancari e i dati delle carte di credito che Hutchins, secondo l’accusa, avrebbe contribuito a creare e a diffondere.
Le notizie comunque sono ancora confuse e l’unica cosa certa e che alcuni amici di Hutchins e i suoi familiari si stanno muovendo per cercare assistenza legale. Un dettaglio non proprio secondario è che nello stesso giorno dell’arresto i bitcoin raccolti da WannaCry nel corso dell’attacco (l’equivalente di circa 140.000 dollari) sono stati trasferiti dai wallet dove si trovavano.
“Coincidenza” che ha spinto più di qualche osservatore a trovare una correlazione tra l’arresto e WannaCry, sebbene al momento non ci sia nulla di certo a riguardo.