Mercato cloud italiano: cresce la domanda di ambienti ibridi
La domanda di servizi a metà tra cloud pubblico e privato (Hybrid Cloud) cresce a livello internazionale e le soluzioni cloud-based giocano un ruolo sempre più essenziale nel monitoraggio delle applicazioni, nella difesa da potenziali Data Breach e Cyber Attack e nella garanzia della Business Continuity.
In Italia il 17% (circa 160 milioni di euro) della spesa in Public & Hybrid Cloud è già a supporto dell’intelligence del dato, un tema sempre più attuale anche alla luce dell’imminente applicazione del GDPR, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali UE 2016/679 che dal 28 maggio 2018 ogni organizzazione e pubblica amministrazione sarà tenuta ad applicare, con nuovi obblighi e mansioni legati alla figura del Responsabile del trattamento dei dati.
Queste sono alcune delle evidenze presentate dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service giunto alla settima edizione, che propone un’analisi dettagliata dei principali trend in atto a livello nazionale ed internazionale. A livello globale i nuovi trend relativi all’adozione di servizi innovativi in cloud possono essere suddivisi in 6 macro-categorie: Intelligence del dato, Servizi per lo sviluppo, Ambienti ibridi, Mega Piattaforme, Industry Cloud e Security.
Per quanto riguarda l’Intelligence del dato, il cloud si sta imponendo come principale modello di delivery per servizi in campo Analytics, IoT, Machine Learning, Artificial Intelligence e all’interno dei Servizi per sviluppo; il focus è rivolto principalmente alle applicazioni Mobile, alla semplificazione dello sviluppo DevOps e alla development automation.
Cresce poi la domanda di ambienti ibridi da parte delle aziende utenti grazie ad una maturazione dell’offerta per l’integrazione multi-cloud, componente fondamentale per la digital transformation, e stanno emergendo anche Mega-Piattaforme di everything-as-a-service, ad esempio tramite l’utilizzo dei marketplace per la creazione di ecosistemi.
L’industry Cloud sta evolvendo i servizi SaaS da una logica “one-size-fits-all” ad una verticalizzazione di settore soprattutto focalizzata su manufacturing e finance. Infine, il tema Security desta preoccupazioni per la perdita di controllo derivante dall’utilizzo dei servizi cloud, a tal punto che il 40% delle aziende che non utilizza questo tipo di tecnologie non le reputa una scelta percorribile proprio a causa delle problematiche di sicurezza.
Se nel 2016 l’Osservatorio aveva analizzato un mercato piuttosto confinato all’interno di Cloud Enabling Infrastructure e Public Cloud, l’evoluzione del contesto, dei servizi disponibili e l’avvio di percorsi di abilitazione ad hoc all’interno delle aziende negli ultimi 12 mesi ha portato a un maggiore avvicinamento ai temi di Automation e Convergenza, Virtual Private Cloud e Public & Hybrid Cloud.
Questi tre settori hanno fatto registrare una crescita del +10% (Automation e Convergenza, per un totale di 480 milioni di €), +16% (Virtual private Cloud, 520 milioni) e +24% (Public e Hybrid Cloud, 978 milioni), per un mercato che complessivamente si è avvicinato ai 2 miliardi di euro (+18%).
La composizione del mercato cloud tra 2016 e 2017 non ha avuto importanti mutamenti essendo ancora legata in gran parte ai servizi di Software as a Service e Infrastructure as a Service (rispettivamente per il 46% e 42%) mentre la quota del Platform as a Service rimane limitata, sebbene in crescita (dal 10 al 12%).
Da un sondaggio realizzato all’interno di un campione di 163 grandi imprese emerge infine come il ricorso al cloud sia dovuto a un ampliamento del supporto informativo (52% dei rispondenti), all’introduzione di tecnologie innovative (42%), alla sostituzione di sistemi obsoleti (41%) e infine all’informatizzazione di nuove famiglie di processi (30%).
Oggi l’88% delle imprese dichiara la necessità di nuove competenze, in particolare per la gestione dell’enterprise architecture (52%), la collaborazione con il business (47%), il security management (38%), la relazione con il fornitore (36%), la gestione agile dei progetti (18%) e, in misura minore, il portfolio management (3%).
“Quest’anno dalla ricerca è emerso come le PMI si confermino in forte crescita nell’utilizzare applicativi in cloud, con un incremento del 36% rispetto al 2016: una media impresa su due, ormai, adotta almeno una soluzione in cloud” ha affermato Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud&ICT as a Service. “Questo è un segnale importante di apertura e fiducia nei confronti del cloud che permette a queste aziende di accedere a tecnologie anche sofisticate allo stato dell’arte che altrimenti avrebbero per loro dei costi proibitivi”.