Le 10 migliori storie del 2017
Quest’anno il settore IT è stato caratterizzato da problemi di sicurezza, che hanno coinvolto sia utenti privati che aziende. Mentre eravamo tutti impegnati a proteggerci dal malware, apprendimento automatico e intelligenza artificiale sono stati alla base dei trend tecnologici del 2017, anno in cui Apple ha lanciato l’iPhone X. Qui di seguito, in ordine casuale, le nostre scelte delle migliori storie hi-tech dell’anno che si sta chiudendo.
1. WannaCry e Petya: un monito per la sicurezza
L’attacco ransomware WannaCry è stato rilevato per la prima volta in un venerdì di maggio. Nel giro di 24 ore si è diffuso in centinaia di migliaia di computer, principalmente Windows, in 150 Paesi, crittografando file e richiedendo un riscatto in bitcoin. Le stime per i costi delle interruzioni provocate ammontano a miliardi di dollari.
L’antefatto: WannaCry ha sfruttato uno strumento di hacking creato dalla National Security Agency statunitense e, sembra, ulteriormente sviluppato dai nordcoreani. Il sequel: una nuova versione del ransomware Petya, sfruttando la stessa vulnerabilità di WannaCry, ha creato scompiglio in tutto il mondo a solo un mese di distanza dagli attacchi WannaCry, un altro monito per utenti e aziende sulla necessità di adottare misure di sicurezza.
2. Il Bitcoin supera i 10.000 dollari
Il Bitcoin, la più popolare tra le cosiddette “criptovalute”, ha avuto alti e bassi da quando è stato ideato nel 2009 dal misterioso sviluppatore Satoshi Nakamoto. Mentre speculatori e fan alimentavano la sua diffusione, il valore dei Bitcoin ha raggiunto i 1.000 dollari quattro anni fa per poi scendere di nuovo, mentre gli scambi di Bitcoin scatenavano preoccupazioni per la sicurezza. Ma la natura peer-to-peer e anonima del sistema di pagamento ha spinto la popolarità della criptovaluta, portandola al valore di 10.000 dollari a novembre.
La sua vera eredità potrebbe essere la blockchain, il sistema che supporta gli scambi in Bitcoin, ora abbracciato da istituzioni tecnologiche e finanziarie come piattaforma per diversi tipi di applicazioni transazionali.
3. Il database autonomo di Oracle: le macchine stanno davvero prendendo il sopravvento
Gli utenti aziendali sono abituati all’eccentricità del CEO di Larry Ellison, ma il suo annuncio dell’Autonomous Database Cloud della società, basato su Oracle Database 18c, ha offerto un assaggio di un futuro in cui le macchine si riparano senza alcun intervento umano. Presentato in ottobre durante il keynote di apertura dell’OpenWorld, il database è progettato per utilizzare tecniche AI per l’auto-manutenzione, l’ottimizzazione dei carichi di lavoro, l’installazione di patch di sicurezza e la manutenzione ordinaria, con soli 30 minuti di inattività all’anno. Questa è un’etica del lavoro difficile da seguire per un essere umano.
4. La violazione di Equifax: una dura lezione sulla risoluzione delle vulnerabilità
A luglio è stata rivelata una delle più grandi violazioni di dati del secolo, fino a oggi. Equifax, un’enorme agenzia di credito degli Stati Uniti, ha rivelato che una vulnerabilità delle applicazioni su uno dei suoi siti web ha portato a una violazione che ha esposto i dati personali di oltre 140 milioni di clienti, in alcuni casi anche informazioni relative a carte di credito e Social Security Number.
La vulnerabilità sfruttata è stata scoperta e risolta, ma Equifax non è riuscita a correggerla per mesi. A peggiorare le cose, la società ha pubblicato uno strumento di controllo della sicurezza che non funzionava.
5. iPhone X e la strada verso il futuro
Forse Tim Cook non diventerà una figura di culto come il carismatico Steve Jobs, ma sotto la sua guida Apple ha lanciato prodotti che rappresentano segnali per il futuro. L’iPhone X è uno di questi.
La critica l’ha accolto come un giocattolo da 1.000 dollari per ricchi fanatici, e i sostenitori della privacy hanno attaccato duramente il riconoscimento facciale. Ma la navigazione senza pulsanti, il rilevamento dei sensori incredibilmente rapido, lo sblocco a mani libere e lo splendido display OLED Super Retina hanno conquistato gli utenti.
L’iPhone X, presentato a settembre, spiega che 10 anni di esperienza nella produzione di smartphone possono portare a un dispositivo che rappresenta una pietra miliare. Non è una rivoluzione, ma è decisamente interessante.
Credit: Apple
6. Gli USA dicono addio alla net neutrality
Nominato da Donald Trump a capo della Federal Communications Commission (FCC) degli Stati Uniti a gennaio, Ajit Pai ha promesso di fare un passo indietro rispetto alle regole sulla net neutrality introdotte nel 2015. Affermando che la competizione manterrà un tetto sui prezzi per tutti, ha ottenuto il sostegno immediato da parte dei Repubblicani, contrari ai regolamenti. I Democratici e i gruppi per i diritti digitali hanno protestato tutto l’anno sostenendo che, senza regole sulla neutralità della rete, i fornitori di banda larga possono richiedere ai siti web di pagare per il routing del traffico prioritario, soffocando i piccoli innovatori. Ma in dicembre la FCC ha votato per eliminare le norme sulla neutralità della rete, in un caso strettamente sorvegliato dalle autorità di tutti gli altri Paesi che affrontano problemi simili.
7. La UE ai giganti di Internet: dovete pagare le tasse
Le aziende che fanno profitto possono sopravvivere sul mercato, ma devono pagare le tasse, secondo la Commissione Europea. In ottobre la Commissione ha stabilito, in procedimenti distinti, che Amazon.com doveva rimborsare imposte per un importo di milioni di dollari e che l’Irlanda non aveva fatto pagare ad Apple miliardi di dollari in tasse.
Sta anche riformato il modo in cui viene raccolta l’imposta sul valore aggiunto (IVA) che inciderà sulle aziende che vendono online in tutta l’Unione Europea. E’ un avvertimento per le multinazionali che operano in Europa e che cercano di ottimizzare le aliquote delle imposte dovute distribuendo i profitti su entità non direttamente coinvolte nella fornitura dei beni o dei servizi a cui si riferiscono i profitti. È una questione spinosa che stanno affrontando anche gli Stati Uniti nella propria riforma fiscale.
8. Intel rilascia i nuovi chip Xeon, difendendo un monopolio virtuale
La famiglia di processori Intel Xeon, rilasciata a luglio, è il più grande progresso della società nella sua piattaforma data center nell’ultimo decennio, ed è arrivata al momento giusto. Intel ha avuto un monopolio sul mercato dei chip server per anni, con una quota di mercato superiore al 90%, ma i data center e i provider web hyperscale, con un traffico cloud in continua espansione e enormi quantità di dati AI, sono alla ricerca di alternative.
Tra i competitor della rinnovata famiglia Xeon ci sono il sistem-on-a-chip AMD Epyc basato su architettura x86, il Qualcomm Centriq 2400 basato su ARM e IBM Power9. Ci vorranno mesi per poter vedere il loro impatto sul mercato, ma sembra che (finalmente) ci sia qualcosa di nuovo e una certa competizione.
9. Facebook, Google, Twitter affrontano il problema “fake news”
A seguito di rivelazioni secondo le quali i russi hanno sfruttato i social media per influenzare le elezioni degli Stati Uniti dell’anno scorso, Facebook, Google e Twitter sono stati letteralmente chiamati in causa dal Congresso a novembre per rendere conto di come vengono diffuse notizie false attraverso le loro reti.
Nel 2016 Mark Zuckerberg aveva inizialmente minimizzato l’effetto delle fake news sulle elezioni presidenziali, ma è sempre più evidente che le notizie false su Internet hanno alimentato le fiamme dell’antagonismo culturale e politico negli Stati Uniti e in tutto il mondo.
Nel frattempo, i Paesi europei in cui si sono svolte grandi elezioni quest’anno, come Francia e Germania, hanno collaborato con Facebook e Twitter a iniziative per combattere le fake news.
10. Intel acquisisce Mobileye, riflettori accesi sui veicoli autonomi
La decisione di Intel di acquisire Mobileye, sviluppatore di tecnologie di computer vision, dovrebbe accelerare l’innovazione e posizionare Intel come fornitore leader nel mercato in rapida crescita di veicoli altamente e completamente autonomi. Un settore in cui ci sono anche Google, Tesla e Apple.
L’acquisizione conferma l’importanza dell’intelligenza artificiale, necessaria per guidare le auto, e anche la volontà delle società hi-tech di pagare cifre esorbitanti per tecnologie emergenti, in particolare nei mercati dell’apprendimento automatico e del mobile.
Il trend è stato stato sottolineato dall’annuncio di un’offerta da 105 milioni di dollari da parte di Broadcom per il produttore di chip mobili Qualcomm. Se andrà in porto, sarà la più grande acquisizione mai realizzata in ambito tecnologico.