HTTPS e lucchetti verdi non sempre sono sinonima di sicurezza
La maggior parte delle persone si tranquillizza se compaiono il famoso lucchetto verde e la scritta Sicuro nella parte sinistra della barra degli indirizzi del browser. O se compare la frase questo sito utilizza una connessione sicura e se soprattutto l’URL comincia per https. Tutti questi simboli e scritte non garantiscono però che un sito Internet sia davvero sicuro ed esente da ogni minaccia. Una pagina di phishing, ad esempio, può avere un indirizzo https e il lucchetto verde. Come è possibile?
Il lucchetto verde indica che per il sito è stato emesso un certificato e che è stata generata una coppia di chiavi di cifratura. Questi siti cifrano le informazioni trasmesse tra l’utente e il sito. In questo caso, le URL delle pagine iniziano con https, dove la lettera s vuol dire “sicuro”. Certamente cifrare la trasmissione dei dati è una buona pratica, visto che in questo modo le informazioni scambiate tra il browser e il sito non sono accessibili a terze parti come ISP, amministratori di rete, intrusi etc. Si possono digitare password o numeri di carte di credito senza preoccuparsi di occhi indiscreti.
Il problema è che il lucchetto verde e il certificato non descrivono il tipo di sito. Una pagina di phishing, ad esempio, può comunque possedere un certificato e cifrare tutto il traffico in entrata e in uscita. In poche parole, il lucchetto verde indica che dall’esterno nessuno può spiare i dati che digitate, ma le vostre password possono comunque essere rubate dalla pagina se si tratta di un sito contraffatto.
Chi si occupa del phishing ne fa un gran uso. Secondo i dati di Phishlabs un quarto di tutti gli attacchi di phishing al giorno d’oggi è effettuato su siti https (due anni fa si trattava di meno dell’1%). Inoltre, oltre l’80% degli utenti ritiene che la sola presenza di un lucchetto verde e la parola Sicuro accanto all’URL indichino un sito sicuro e non ha nessuna remora nell’inserire i propri dati.
Se non c’è proprio il lucchetto, vuol dire che il sito non usa sistemi di cifratura e scambia informazioni con il browser mediante Http standard. Google Chrome ha iniziato a classificare questi siti come poco sicuri e anche se possono essere immacolati, non cifrano il traffico tra l’utente e il server. Poiché la maggior parte dei proprietari dei siti non vuole che Google etichetti i propri siti come non sicuri, sempre più pagine web stanno migrando all’https. In ogni caso, è meglio non digitare dati sensibili in un sito http, perché chiunque potrebbe provare a spiarvi.
La seconda opzione è un lucchetto sbarrato da una croce in rosso e le lettere https sempre in rosso: questo simbolo indica che il sito possiede un certificato ma non è verificato o non aggiornato. In sostanza, la connessione tra voi e il server è cifrata ma nessuno può garantire che il dominio appartenga realmente alla compagnia indicata sul sito. Si tratta dell’eventualità più sospetta, perché di solito si tratta di certificati di prova.
In alternativa, può essere che il certificato sia scaduto e che il proprietario del sito non lo abbia rinnovato. I browser classificano queste pagine come non sicure, normalmente avvisando con l’icona del lucchetto rosso. In entrambi i casi, prendete questi segnali come un avvertimento, evitate questi siti e non digitate dati personali.
Di fronte a ciò Kaspersky Lab invita a prestate sempre attenzione e non importa quanto affidabile sembri il sito a prima vista. Non digitate mai username, password, credenziali bancarie e qualsiasi altra informazione personale a meno che non siate completamente sicuri dell’autenticità del sito. A tal proposito, verificate sempre il nome di dominio (e con molta attenzione, a volte la differenza tra un nome vero e uno falso è minima, anche di un solo carattere) e cliccate solo su link affidabili.