Huawei: superare i confini tradizionali in cinque aree dell’industria ICT

impresoft group
Huawei esorta l’industria ICT a lavorare congiuntamente in conoscenze, connessioni, business, customer experience e partnership.

Nel corso del Huawei Pre-MWC 2018 Media&Analyst Briefing tenutosi a Londra, Huawei ha esortato i rappresentanti dell’industria ICT a lavorare congiuntamente in cinque aree specifiche (conoscenze, connessioni, business, customer experience e partnership) al fine di realizzare un mondo sempre più “intelligente” e connesso.

La quarta rivoluzione industriale, di cui le reti ICT rappresentano il fondamento e l’intelligenza artificiale l’elemento abilitante, ci sta traghettando verso un mondo intelligente in cui tutti gli oggetti saranno dotati di sensori connessi e smart. Questo creerà un mercato della trasformazione digitale del valore di 23 trilioni di dollari.

Entro il 2025 inoltre il numero di dispositivi intelligenti raggiungerà i 40 miliardi e il 90% degli utenti di tali dispositivi avrà un assistente personale intelligente e molte famiglie avranno un robot. Dal momento che i dispositivi sono dotati di sensori e le comunicazioni bidirezionali uomo-macchina e i servizi di informazione proattiva sono ormai una realtà, si moltiplicano le possibilità di interazione da parte degli utenti.

A livello aziendale e sociale i 100 miliardi di connessioni che verranno create in tutto il mondo entro il 2025 saranno ampiamente utilizzate per servizi pubblici, trasporti, produzione, sanità, agricoltura, finanza e altri settori. Entro il 2025 l’85% delle applicazioni aziendali sarà trasferito su cloud e l’86% delle aziende globali utilizzerà l’intelligenza artificiale. Infine entro il 2025, ogni anno verranno generati 180 ZB di dati in tutto il mondo, ovvero un aumento di 20 volte rispetto a oggi.

mercato ICT italiano

Passando poi alle reti, nel 2018, Huawei investirà 800 milioni di dollari nella Ricerca e Sviluppo di soluzioni 5G e lancerà una gamma completa di apparecchiature 5G commerciali, incluse reti di accesso wireless, reti portanti, reti core e dispositivi. Inoltre Huawei guiderà l’implementazione commerciale su vasta scala delle reti NB-IoT in tutto il mondo e aumenterà il numero di connessioni NB-IoT a oltre 100 milioni.

In nuovi settori come l’Internet of Things (IoT), gli operatori possono innovare i modelli di business basati sull’ecosistema per favorire il potenziale di crescita e guidare il rapido sviluppo di smart city, smart industry e smart home. Posizionando il video come nuovo servizio di base, gli operatori possono utilizzarlo come motore per la crescita del fatturato. Un‘esperienza video qualitativamente migliore promuoverà anche lo sviluppo di un’infrastruttura di rete. Nel 2017, oltre 100 operatori in tutto il mondo hanno fatto del video un loro servizio essenziale e questo numero dovrebbe crescere a 150 nel 2018.

Al prossimo Mobile World Congress 2018, che si terrà a Barcellona dal 26 febbraio al 1 marzo, Huawei lancerà oltre 20 nuovi prodotti, annuncerà i risultati della sua collaborazione con oltre 300 partner, organizzerà cinque forum e sarà coinvolta in molte altre iniziative per condividere le sue best practice con i protagonisti del settore.

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Trasformazione digitale in Italia tra Persone, Azioni, Collaborazione e Tecnologia

Fujitsu ha reso noti i risultati relativi all’Italia della ricerca The Digital Transformation PACT incentrata sulla trasformazione digitale e i suoi paradigmi.

Fujitsu ha reso noti i risultati relativi al campione italiano coinvolto nella sua recente ricerca The Digital Transformation PACT, che esamina le performance delle aziende nei confronti dei quattro elementi strategici necessari per la trasformazione digitale: Persone, Azioni, Collaborazione e Tecnologia (PACT).

Il campione italiano, rappresentato da 150 business leader di tutti i settori industriali, ha sottolineato l’importanza della tecnologia digitale nel processo di trasformazione dei processi aziendali (40%) e del modello di business delle proprie organizzazioni (29%), indicando nelle Azioni e nella Tecnologia (28% in entrambi i casi) gli elementi principali su cui fare leva; Persone e Collaborazione sono indicati come elementi importanti rispettivamente dal 25% e dal 16% del campione.

Interrogata sul numero di progetti di trasformazione digitale, la maggioranza del campione nazionale (49%) ha dichiarato di aver già ottenuto dei risultati, mentre il 25% ha affermato che i progetti sono attualmente in fase di implementazione, ma i risultati non ancora disponibili. Il campione italiano (56% degli intervistati) ha messo in evidenza come nelle loro organizzazioni la tecnologia digitale venga utilizzata non solo a livello di processi e funzioni aziendali, ma anche per crearne di nuovi, da affiancare a quelli esistenti, non ancora digitali.

Principali driver della trasformazione digitale si confermano i clienti (per il 39% degli intervistati), seguiti a breve distanza da partner e terze parti (35%) e concorrenti (33%). Venendo all’aspetto economico e finanziario, dall’implementazione di progetti di trasformazione digitale le imprese italiane si aspettano di ottenere un ritorno dall’investimento entro un anno e mezzo e benefici organizzativi entro 16 mesi dalla data di partenza (a livello globale si parla rispettivamente 20 mesi e un anno e mezzo).

Nonostante la focalizzazione sui risultati in tempi rapidi, le organizzazioni italiane non sono immuni a fallimenti o insuccessi, anche se questi accadono in misura minore rispetto alla media globale. Solo il 27% (rispetto al 33%) delle organizzazioni italiane ha annullato progetti di trasformazione digitale, con una perdita media di 455.951 euro, e solo il 21% dei progetti digitali in Italia fallisce, anche se, sorprendentemente, il costo medio di questi progetti arriva a 559.984 euro.

Persone

Il gap di competenze interne è il principale ostacolo per affrontare la cybersecutity nella propria organizzazione: lo dice il 68% del campione italiani. La buona notizia è che la maggior parte non sta a guardare. Il 91% sta lavorando per attrarre più competenze digitali, ad esempio puntando alla riqualificazione dei propri dipendenti attraverso programmi di formazione (61%), ritenendo che un team di lavoro qualificato e aggiornato sarà vitale per il successo della propria organizzazione nei prossimi tre anni. Nel 37% dei casi invece, le aziende italiane stanno adottando il cosiddetto reverse mentoring, ovvero lo scambio di competenze digitali tra dipendenti più giovani con quelli più anziani.

Ma l’aggiornamento non basta e diventa cruciale per il 37% del campione la capacità di saper attrarre e reclutare le persone. Secondo l’85%, entro il 2020 l’Intelligenza Artificiale (AI) inciderà sulla tipologia di competenze necessarie per la propria organizzazione, tanto che il 93% di essi si sta muovendo per far fronte a questa necessità e il 91% ammette che saper attrarre personale ‘digitally native’ sarà vitale per il successo della sua azienda nei prossimi tre anni.

Azioni

La strategia è alla base del successo di un progetto di trasformazione digitale e il 92% del campione italiano dichiara di averne una ben definita, grazie anche al coinvolgimento diretto del top management (94%). Si ammette però anche l’esistenza dei cosiddetti progetti ombra, quelli avviati senza un’approvazione organizzativa esplicita; per i quasi due terzi (62%) del campione costituiscono un serio problema per la loro organizzazione, anche se il 59% dichiara che spesso sono l’unico modo per provare ad ottenere un’innovazione significativa.

Collaborazione

In generale, le organizzazioni italiane sembrano aperte a un mondo collaborativo; il 58% sta implementando o sta pianificando progetti di co-creazione in cui lavorano a stretto contatto con un’altra organizzazione per fornire innovazione digitale. In questo caso, i partner preferenziali sono esperti di tecnologia, scelti dal 53% del campione, start-up (46%) o altre organizzazioni (45%), anche dello stesso settore (31%).

In nome dell’innovazione digitale, l’81% del campione italiano afferma di essere disposto a condividere informazioni sensibili (come business plan, pipeline di prodotti e dati di R&S) con un partner esterno. Il banco di prova è il tempo: il 64% dichiara che la mancanza di successo in un breve lasso di tempo metterebbe velocemente fine alle partnership strategiche.

Tecnologia

Nei programmi degli intervistati, nei prossimi 12 mesi ci sono progetti che riguardano i sistemi di sicurezza informatica (59%), l’Internet of Things (51%) e il cloud computing (43%). Relativamente al tema della sicurezza informatica, il 95% afferma che questa sia fondamentale per supportare il successo finanziario della propria organizzazione nei prossimi 10 anni. In egual misura vengono citati anche big data e analytics.

In un panorama digitale in rapida evoluzione, la capacità di saper cambiare il proprio modello di business (87%) e pianificare l’impatto della tecnologia oltre l’anno (83%) è considerato cruciale per la sopravvivenza del proprio business nei prossimi cinque anni dall’84% del campione intervistato.

Si tratta di un percorso certamente non semplice e che desta più di una preoccupazione. Il 61% degli intervistati teme che la sua organizzazione non saprà adattarsi all’implementazione di tecnologie digitali come l’Intelligenza Artificiale, mentre il 78% ammette che i propri clienti si aspettano da loro un maggior livello di digitalizzazione e il 64% ritiene di essere in ritardo su questo punto rispetto alla concorrenza, tanto che per il 57% la trasformazione digitale nel proprio settore porterà una perdita di clienti.

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