Cisco recluta la lA per risolvere i problemi della videoconferenza. È la Cognitive Collaboration.
L’uomo è stato sulla Luna, ha connesso il mondo intero in un’unica rete che ha annullato le distanze, ha creato dispositivi tascabili con una potenza di calcolo inaudita, che sfruttano algoritmi potentissimi per realizzare applicazioni di ogni tipo. Eppure, ogni volta che dobbiamo fare una tele o video conferenza ci troviamo ad arrancare di fronte alle stesse, solite difficoltà:
- “Scusate, il calendario aveva sbagliato il fuso orario…”;
- “Puoi parlare più forte? Non ti sento. Tu mi senti?”;
- “Potete spostarvi dalla finestra? Vi vedo tutti come una macchia nera…”;
- “Chi sta parlando ora? C’è Mario collegato?”;
- “Scusate, il pc non si collega al videoproiettore”;
- “Chi sta digitando può smettere subito o usare un microfono esterno? Si sente solo il ticchettio dei tasti”…
“Quando dobbiamo guardare un video su Netflix, non abbiamo bisogno di richiedere l’assistenza di un tecnico IT. Con le videoconferenze, spesso è ancora necessario”, dice Michele Dalmazzoni, Collaboration & Industry Digitisation Leader di Cisco EMEAR South. Per offrire agli utenti aziendali la stessa immediatezza e semplicità che si sono abituati ad apprezzare nei prodotti consumer, Cisco sta potenziando le sue soluzioni di collaborazione con algoritmi di intelligenza artificiale (i software WebEx Teams, WebEx Calling e WebEx Meetings ma anche dispositivi hardware Webex Room per sale riunioni e “huddle rooms”) unificandole sotto il nome di Cognitive Collaboration.
Collaborazione con l’inteligenza artificiale
In cosa si traduce praticamente tutto ciò? Innanzi tutto, entrando in una stanza in cui è presente un dispositivo Cisco Webex Room, il sistema riconosce il nostro volto e, se abbiamo una videoconferenza prenotata in agenda, ci viene proposto di unirci alla riunione. In alternativa, possiamo usare l’assistente vocale Webex Assistant per entrare una chiamata o invitare un collega semplicemente pronunciandone il nome. Il sistema userà la rubrica aziendale e le passate interazioni per identificare il più probabile destinatario dell’invito, prima di chiederci conferma.
Una volta attivata una videoconferenza, vengono usati filtri ed effetti per ottimizzare e ripulire audio e video, ma anche una regia automatica che – ingrandendo e ritagliando il video di una sola webcam – è in grado di identificare chi sta parlando, inquadrarne il volto in primo piano e isolare i rumori estranei.
Prima e durante la chiamata con persone esterne, un software può setacciare il web e i social media – in particolare LinkedIn ma non solo – per offrire sullo schermo informazioni sull’interlocutore, dalla posizione in azienda agli ultimi post pubblici, in modo da avere tutte le informazioni di contesto che spesso sono molto utili per avviare una conversazione. Servizi come questi derivano dall’acquisizione di Accompany, di circa un anno fa.
Al momento, il WebEx assistant è disponibile solo in lingua inglese, mentre i dispositivi WebEx Room vendute in Italia sono in grado di supportare le soluzioni IA di riconoscimento volti e regia automatica.
Non solo riunioni aziendali
La videoconferenza si sta diffondendo molto anche per comunicazioni professionali al di fuori dell’azienda e del circolo dei partner. Viene per esempio usata sempre più spesso dalle risorse umane per valutare i candidati in colloqui da remoto, ma anche da banche e assicurazioni come metodo di contatto con la clientela. Diventa quindi ancor più importante poter contare su qualità ed esperienza d’uso soddisfacenti.
Dispositivi specializzati possono poi permettere ai team distribuiti di collaborare da remoto anche in situazioni che in passato richiedevano incontri fisici. È il caso per esempio del gruppo Oberalp, noto ai più per i marchi Salewa o Evolv, che utilizza le soluzioni di videoconferenza Cisco per i meeting ma anche per permettere ai reparti di progettazione e produzione di valutare materiali e accessori, valutarne gli abbinamenti e studiarne le modalità di assemblaggio, grazie a una videocamera orientabile che può inquadrare non solo i partecipanti alla riunione, ma anche il piano di lavoro.
Oberalp ha il suo quartier generale a Bolzano, una sede a Belluno e altre due all’estero. “Da marzo abbiamo realizzato con WebEx più di 100 riunioni, molte delle quali richiedevano trasferte. Questo ha consentito di ridurre i costi di viaggio e di personale, con un sensibile ritorno economico – afferma Maurizio Stroppa, CIO e responsabile Logistica del gruppo Oberalp – ma questo non è il solo vantaggio: possiamo lavorare in modo più veloce sulla validazione dei prototipi, riducendo il time to market”.