VMware investe 5 miliardi in sicurezza e Kubernetes

VMware acquisizioni agosto 2019
Con le acquisizioni di Carbon Black (endpoint security) e Pivotal (sviluppo PaaS e container management) continua la strategia di crescita oltre la virtualizzazione server

VMware ha annunciato ieri due acquisizioni: Carbon Black, che fornisce soluzioni di Cloud Security, per 2,1 miliardi di dollari, e Pivotal, specialista di soluzioni di sviluppo e gestione di applicazioni cloud, che come VMware fa parte del gruppo Dell, per 2,7 miliardi di dollari.

L’esborso totale è di circa 4,8 miliardi di dollari, cioè quasi il doppio rispetto ai 2,44 miliardi di fatturato trimestrale che VMware ha annunciato sempre ieri (secondo trimestre fiscale 2020), in crescita del 12% rispetto a 12 mesi fa, e rappresenta quindi un impegno importante rispetto alle dimensioni dell’azienda. “Queste acquisizioni riguardano due priorità tecnologiche critiche per tutte le aziende, e cioè lo sviluppo di applicazioni moderne e di livello enterprise, e la protezione di workload e client aziendali – ha commentato Pat Gelsinger, CEO di VMware -: con esse acceleriamo l’evoluzione delle nostre offerte di subscription e software-as-a-service”.

In effetti le aziende acquisite sono molto diverse, ma un comune denominatore è il fatto che entrambe si concentrano sulle applicazioni innovative cloud-native. L’offerta di Carbon Black si basa su una piattaforma cloud per la protezione degli endpoint, mentre Pivotal è nota soprattutto per Cloud Foundry, ambiente open source di sviluppo di servizi PaaS, e per il suo forte impegno su Kubernetes, la piattaforma open source per la gestione delle applicazioni “containerizzate” su cui VMware sta investendo molto.

Entrambe le operazioni quindi rientrano nella strategia che VMware ha avviato da anni per allargare il suo ambito d’azione rispetto alla specializzazione originaria nella virtualizzazione server, che l’ha resa una delle più importanti storie di successo del settore ICT dello scorso decennio.

vSphere diventa una piattaforma nativa Kubernetes

Pivotal ha oltre 350 clienti, tra cui un terzo delle aziende Fortune 100, che in molti casi usano le sue soluzioni su VMware, e da loro ci è arrivato il chiaro messaggio di voler vedere VMware e Pivotal lavorare in modo più integrato come una sola entità – ha detto Gelsinger all’incontro con gli analisti di ieri per i risultati trimestrali -. Pensiamo che Kubernetes sia un fenomeno dirompente per il settore ICT, come la virtualizzazione o il cloud. Sta diventando lo standard de facto per le moderne applicazioni multicloud, e nell’ultimo anno siamo diventati tra i tre principali investitori in questo progetto: la prossima settimana annunceremo una grande iniziativa di sviluppo che coinvolgerà Pivotal ed Heptio (altro specialista Kubernetes acquisito da VMware l’anno scorso, ndr) per fare di VMware vSphere una piattaforma nativa Kubernetes sia per virtual machine sia per container”.

In arrivo una piattaforma completa VMware di cyber security

Nell’incontro con gli analisti Gelsinger ha approfondito anche le motivazioni dell’acquisizione Carbon Black. “Il settore della cybersecurity al momento è molto frammentato e inefficiente, nel senso che non esiste una piattaforma unificante, e l’uso di tanti strumenti diversi non funziona. L’idea di VMware è quindi di creare una piattaforma di sicurezza integrata end-to-end, e riteniamo le tecnologie di Carbon Black un catalizzatore per questa strategia, perché sono complementari con i nostri prodotti di security: AppDefense, Workspace ONE, NSX e SecureState”.

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Gartner: il digital product management è la nuova sfida per i service provider

digital product management
Secondo la società di ricerca i fornitori di tecnologia e servizi che non abbracciano il digital product management faranno fatica a restare sul mercato

Per sostenere le sfide del mercato i fornitori di tecnologia e servizi dovranno abbracciare il digital product management entro i prossimi due anni. Lo afferma la società di ricerca Gartner, secondo la quale i provider di tecnologia e servizi (TSP) che non riusciranno ad affiancare la tradizionale strategia di product management con un innovativo approccio di digital product management potrebbero non stare al passo con i competitor.

Indipendentemente dal fatto che siate un fornitore di software, hardware, soluzioni o servizi, il digital product management è una nuova competenza irrinunciabile”, ha dichiarato Lars Van Dam, vice presidente di ricerca di Gartner. “Le aziende che abbracciano e investono nella gestione dei prodotti digitali saranno meglio equipaggiate per capitalizzare cambiamenti e innovazioni del mercato”.

Lo stato attuale del Product Management

Il digital product management è una disciplina emergente che estende l’ambito delle responsabilità del tradizionale product manager. Comprende principi di progettazione e insights quantitativi per modellare la visione del prodotto, la direzione, le decisioni di trade-off e la differenziazione delle esperienze dei clienti.

Oggi, due iniziative su tre di gestione del prodotto sono disconnesse dalla strategia aziendale. Una recente ricerca di Gartner evidenzia che solo il 16% dei product manager utilizza la propria strategia di prodotto per influire sulle decisioni chiave. Secondo gli analisti di Gartner la maggior parte delle aziende investe troppo nella messa in pratica del product management a scapito di strategia, progettazione e analisi quantitativa.

La maggior parte dei CEO prevede di cambiare i modelli di business nei prossimi due anni. L’80% delle aziende IT subirà una radicale ristrutturazione delle proprie mission adottando modelli operativi incentrati sul prodotto entro il 2024“, ha affermato Van Dam. “Ciò richiederà ai product manager di ripensare radicalmente come è percepito, creato e consumato un prodotto o un servizio“.

L’evoluzione del Digital Product Management

Gartner ha identificato cinque aspetti fondamentali affinché il digital product management sia efficace sia nel cambiamento del modello di business che nel successo dei prodotti. Ecco i requisiti che Gartner ritiene necessari:

  1.  prendere decisioni basate sui dati
  2. progettare prodotti e servizi mettendo al centro l’esperienza del cliente
  3. differenziare prodotti e servizi sfruttando tutte le opportunità basate sulle tecnologie digitali
  4. integrare negli esistenti approcci di product management l’impatto delle innovazioni tecniche e aziendali
  5. fornire prodotti e servizi attraverso canali digitali innovativi

L’innovazione non riguarda più lo sviluppo di un prodotto, che poi l’azienda cercherà di sostenere sul mercato”, ha concluso Van Dam. “Oggi la creazione e la distribuzione di un prodotto coinvolge ogni giorno molti dipartimenti aziendali”.

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