Maker Faire Roma 2019: tecnologia e spazio nelle mani di tutti
La trasformazione della Maker Faire può dirsi completa con l’edizione 2019. Nata come fiera dei maker e quindi inizialmente declinata nel nome di improbabili collazioni amatoriali di stampe 3D e controller basati su Arduino, nei suoi sette anni di vita l’evento si è via via fatto alfiere di altre proposte via via rielaborate, per diventare una vera mostra dell’innovazione professionale facilmente comprensibile anche dal visitatore occasionale.
Anche quest’anno i curatori sono stati Massimo Banzi, co-founder di Arduino, e Alessandro Ranellucci, coordinatore esecutivo di tutti i contenuti della Rome Maker Faire. Gli oltre 100 mila metri quadrati dell’area espositiva, con oltre 600 stand, sono stati suddivisi in sette aree tematiche: Re-think, Re-search, Make, Discover, Agorà, Create e Learn.
Digitale e innovazione
Il concetto seguito dall’organizzatore InnovaCamera è stato lineare negli anni. Un limite italiano è stato forse la maggior difficoltà: “La cultura del digitale manca generalmente in tutta la popolazione italiana”, aveva affermato Massimiliano Colella, direttore generale di InnovaCamera, nei giorni scorsi. Con molto lavoro, il percorso si è definitivamente spostato dai singoli maker all’uso pervasivo del concetto del making per reinterpretare i processi produttivi alla luce delle nuove possibilità.
C’era curiosità sull’effetto sull’edizione romana delle vicissitudini attraversate dalla Casa Madre statunitense della MF: improvvisa morte ed immediata, diversa, rinascita. Vista dal di fuori, la particolare situazione non ha avuto alcun effetto visibile sulla solidità dell’evento italiano.
Quest’anno una visita alla Maker Faire ha permesso di toccare con mano come le nuove competenze, dalla prototipazione alla robotica, dal coding all’intelligenza artificiale, possono essere usati da tutti per modificare in modo virtuoso l’atteggiamento non solo produttivo ma dell’intera società. Per la robotica, di grande impatto è stata la presenza delle realizzazioni dell’IIT, Istituto Italiano per la Tecnologia, con svariate soluzioni.
Bioeconomia nei processi agricoli, robotica innovativa, arte ed eredità culturali sono solo alcuni dei temi trattati in fiera: ne hanno fatto mostra, tra gli altri, Eni con numerose installazioni, ma anche BioPic, la piccola-grande startup di Renato Reggiani che porta l’agricoltura in casa ma anche su… Marte. Ma questi sono solo alcuni degli argomenti in mostra.
Primi passi con Codemotion, DiScienza e Bis
Un aspetto particolarmente importante è la formazione della nuova conoscenza. L’aspetto formativo ed informativo è presente all’interno di molti stand della fiera, ma grande spazio è stato dedicato ad un estesissimo programma per i bambini (con l’area Codemotion Kids) e con i 21 speech dell’area Spark, curata da Discienza.
Molta attenzione viene posta anche nell’innovazione che fa sognare. L’area spazio, curata da Fabrizio Bernardini di Bis (British Interplanetary Society), parlava sia di Luna con un’esposizione di rocce lunari, sia di Marte con la ormai consueta serie di conferenze che affabulano. D’altronde “cinquant’anni fa siamo andati sulla Luna con una potenza di calcolo inferiore a quella di Arduino”, ha ricordato Ranellucci durante Groundbreakers, l’evento di presentazione della Maker Faire. Finora il confronto veniva fatto con la potenza di calcolo dello smartphone, un esempio sbagliato e fuorviante, mentre Arduino è corretto ed inspirational per chi ascolta. Un piccolo passo per l’umanità, un grande passo per la correttezza nella divulgazione.
Maker Faire innova anche in pratica
Nel senso corretto dell’economia circolare, l’intera mostra è stata resa plastic free e carbon neutral: le emissioni sono state ridotte alla fonte e la parte residua, sarà compensata nel Bosco Maker Faire in Guatemala, dove saranno piantati alberi georeferenziati grazie alla collaborazione con le startup LCALab (misura) e zeroCO2 (piantumazione). Green Utility, infine, certificherà che l’energia elettrica usata proverrà esclusivamente da fonte rinnovabile.