Intel ha riportato risultati record nel quarto trimestre, mentre continua il suo percorso verso la prima iterazione della tecnologia di processo a 10 nm. I numeri sono eccezionali: nel quarto trimestre Intel ha registrato un fatturato di 20,2 miliardi di dollari, con una crescita dell’8% rispetto allo scorso anno. I profitti sono pari a 6,9 miliardi di dollari, in crescita del 9%. Le previsioni sui ricavi per il primo trimestre sono di 19 miliardi di dollari, leggermente superiori rispetto a un anno fa.

Il Client Computing Group di Intel ha registrato entrate per 10 miliardi di dollari, in crescita del 2% anno su anno. Il vero protagonista è stato il Data Center Group di Intel, tuttavia, poiché le entrate sono cresciute del 19% a 7,2 miliardi di dollari.

Abbiamo superato le nostre aspettative per il quarto trimestre 2019”, ha dichiarato Bob Swan, CEO di Intel, durante la call trimestrale.

Le entrate hanno beneficiato degli acquisti di PC legati alla migrazione degli utenti da Windows 7 a Windows 10, nonché delle ottime prestazioni del Data Center Group incentrato su Xeon. Nell’arco del 2020, tuttavia, Intel prevede una maggiore concorrenza da parte di AMD, anche se la sua produzione tornerà alla normalità. La società continua a riscontrare carenze nei processori per PC, sebbene Intel abbia affermato che sta aumentando la capacità.

Il business dei PC Intel ha tratto vantaggio anche della transizione alla tecnologia 10 nm, con 44 sistemi ora disponibili con i suoi chip Ice Lake di decima generazione. Per quest’anno Intel prevede nove release di prodotti con tecnologia a 10nm, inclusa la prima GPU Xe discreta per PC. “Anche la domanda dei processori ha continuato a superare l’offerta, e la carenza nella disponibilità si è protratta per gran parte del 2019”, ha sottolineato Swan.

Per alleviare la situazione Intel ha investito molto per aggiungere capacità a entrambi i nodi della tecnologia a 14nm e 10nm, aumentando del 25 percento la capacità dei wafer durante la seconda metà del 2019. In questo modo Intel prevede di compensare la carenza di prodotti, soprattutto nella fascia definita a “piccoli core” dal CFO George Davis: la gamma più economica di CPU a basso numero di core che Intel ha in qualche modo ignorato a favore di processori con complessità più elevata e margine più alto.

Nella seconda metà del 2020 prevediamo di riportare i prodotti server e, soprattutto, i prodotti PC a un livello di disponibilità più normalizzato”, ha affermato Davis.

Swan ha descritto le carenze come una sfida “a breve termine” che spera possa migliorare entro la seconda metà dell’anno. La società prevede un rallentamento nel business dei PC, mano amano che si esaurirà la spinta positiva alimentata dalla transizione di Windows 7. Tale aggiornamento scomparirà nel 2020, portando a vendite più moderate nella seconda metà dell’anno. Intel prevede inoltre uno scenario più competitivo per tutto il 2020, caratterizzato da una maggiore concorrenza da parte di AMD e dei suoi processori Ryzen.

Nel complesso, Swan ha affermato che la tecnologia a 10nm “non rappresenterà una percentuale importante del volume complessivo dell’azienda“. Intel prevede di passare rapidamente alla “prossima iterazione della sua tecnologia a 10nm, Tiger Lake, che sarà una parte di 10nm +”, secondo Swan. Il passo successivo sarà lo sviluppo della GPU “Ponte Vecchio” per server, prevista per il 2021 e basata sulla tecnologia di processo di prossima generazione a 7 nm.