Verizon: molte aziende continuano a sacrificare la sicurezza mobile
La terza edizione del Mobile Security Index di Verizon, i cui risultati si basano su un campione di oltre 850 professionisti responsabili dell’acquisto, della gestione e della protezione di dispositivi mobile e IoT, rileva che molte organizzazioni stanno continuando a mettere a rischio la sicurezza mobile attraverso le proprie attività. Circa 4 intervistati su 10 (43%) hanno infatti riferito che nell’ultimo anno le proprie aziende hanno trascurato la sicurezza mobile. Quelle che lo hanno fatto hanno il doppio delle probabilità di subire una violazione.
Lo studio mette anche in evidenza che il 39% degli intervistati ha riferito di aver subito una compromissione relativa alla mobile security. Il 66% delle organizzazioni ha subito un danno il cui impatto è stato definito “grave” e il 55% ha avuto ripercussioni durature. La domanda ovvia è: cosa dovrebbero fare le organizzazioni?
L’indagine, che mette in evidenza i quattro vettori principali per gli attacchi (utenti, app, dispositivi e reti), include una serie di suggerimenti su come le organizzazioni possano tutelarsi dalle minacce alla sicurezza mobile, tra cui la definizione di un focus “security first”, lo sviluppo e l’applicazione di policy e la crittografia dei dati su reti non protette.
Questi i cinque punti chiave del report:
- 5 intervistati su 6 (83%) hanno risposto con un punteggio dall’8 in su (su una scala di 10) quando è stato chiesto loro di valutare l’importanza delle tecnologie mobile per il buon funzionamento della propria attività
- Il 43% delle organizzazioni ha sacrificato la propria sicurezza, prevalentemente per motivi di tempo (62%), convenienza (52%) e profitto (46%)
- Il 20% delle organizzazioni che ha subito un danno alla sicurezza mobile ha affermato che è stato coinvolto un hotspot Wi-Fi non autorizzato o non sicuro
- Il 31% degli intervistati ha ammesso di aver subito un danno riguardante un dispositivo IoT
- L’84% delle organizzazioni ha affermato che la dipendenza dai dati archiviati nel cloud è in aumento