Instagram è ormai entrato nel mito grazie a una parabola ascendente che in meno di due anni lo ha visto partire dal nulla e diventare una delle “killer app” per iPhone. Ha conquistato trenta milioni di utenti e in virtù della sua (pericolosa) ascesa è stato acquistato da Facebook per un miliardo di dollari.

Il suo segreto? Instagram ha saputo catturare l’attenzione di un pubblico enorme che apprezza l’immediatezza e il piacere di guardare e di condividere momenti della sua vita con uno scatti un po’ pretenziosi e ingenui ma capaci di suscitare reazioni. Facebook, con un misto di interesse e preoccupazione, ha deciso di fare la sua mossa e trasformarlo in strumento, invece che avversario.

La particolarità di Instagram è quella di essere un programma che si usa solo da smartphone, iPhone prima e di recente anche Android.

L’interfaccia del programma presenta in basso cinque pulsanti, ma è quello centrale il punto focale dell’app.
Premendolo si fa una foto o se ne sceglie una già fatta dalla Libreria e poi si a giocare con uno dei numerosi effetti disponibili che virano o colorano l’immagine, aggiungono contrasti più o meno esagerati oppure ripropongono aspetto (e deformazioni) di macchine fotografiche come la Holga o la Polaroid.

I filtri di instagram

L’utilizzo di filtri e preset per ottenere “scatti d’autore” (e mascherare un po’ le inadeguatezze fotografiche) non è una novità: l’ingrediente che fa la differenza in questo caso, e che appassiona milioni di utenti, è l’invio immediato della foto nel network di Instagram.

Ciò che immortalano viene subito condiviso su Internet, in uno stream dei nostri messaggi per immagini che si unisce a quello dei nostri contatti online.

Le immagini possono avere un titolo, delle coordinate (geotag) e venire pubblicate o annunciate anche su altri servizi come Twitter e Facebook, spedirla come allegato in un’email, metterla su Flickr, Tumblr, Foursquare e Posterous. Ma per vederle, commentarle, dare un “like”, bisogna essere in Instagram e immergersi in un mare di foto belle o perlomeno interessanti che ci permettono di vedere il mondo come lo vedono utenti a pochi metri di distanza o all’altro capo del mondo.