Assintel, l’associazione nazionale delle imprese ICT e Digitali di Confcommercio, ha criticato duramente attraverso un comunicato stampa i provvedimenti finora adottati dal Governo per aiutare le imprese ad affrontare l’emergenza Coronavirus. Iniettare liquidità, prevedendo esclusivamente la via del credito, non basta, scrive Assintel: “Occorre liquidità “pura”, in forma di contributi a fondo perduto e sospensione delle tasse con criteri ben diversi da quelli riportati del Decreto Legge dell’8 aprile”.

Una considerazione che secondo l’associazione vale soprattutto per le micro e piccole imprese, che costituiscono il 98% del nostro tessuto economico e che sono le più esposte alla crisi.

Molte le critiche espresse nella nota ai decreti del Governo, a cominciare dalla classificazione delle imprese in due soli gruppi, piccole e grandi, distinti dal valore di soglia di 50 milioni di fatturato, classificazione che secondo Assintel “è assurda perché sotto i 50 milioni esiste un mondo molto sfaccettato: per questa ragione serve articolare le misure in modo scaglionato”.

“Nessun imprenditore nella task force per la Fase 2”

Inoltre la discriminante per la sospensione di tasse e contributi non può essere il calo di fatturato, “perché a oggi molte fatture non vengono pagate perché non c’è liquidità”.

Anche la composizione della Task Force per la progettazione della Fase 2 viene duramente criticata: “Non comprendiamo come non sia stato coinvolto il Mondo Imprenditoriale, né tantomeno quella maggioranza silenziosa costituita dalle micro e piccole imprese”, commenta nella nota Paola Generali, Presidente di Assintel. “Oggi non possiamo permetterci un ulteriore scollamento della politica dal tessuto economico, siamo sul crinale e ogni passo falso rischia di far scivolare interi pezzi di Paese nel baratro”.

Le proposte di Assintel

Oltre alle critiche, Assintel nel comunicato elenca alcune proposte al Governo per migliorare la situazione:

– rassicurare le imprese sospendendo tasse e contributi per tutto il 2020 e posticipandoli al 2021, con sistemi di rateizzazione di almeno 3 anni, per consentire loro di coprire i costi del personale, non licenziare e fare investimenti per ripartire.

– Velocizzare i tempi di concessione del credito eliminando la burocrazia e ottimizzando l’utilizzo della tecnologia.

Aumentare da 6 ad almeno 10 anni i tempi di rimborso del prestito.

Annullare il tasso di interesse.

Adeguare le risorse destinate al credito alle micro e piccole imprese: “Su 200 miliardi solo 30 sono destinati loro: la quota va aumentata almeno a 80 miliardi”.

– Introdurre un Fondo nazionale che eroghi contributi a fondo perduto a quelle micro e piccole imprese che vorranno investire nella riprogettazione dei propri modelli di business grazie al supporto della tecnologia.