Fase 2 e procurement: flessibilità, sostenibilità e sostegno contro il Covid-19
L’impresa è ripartita, la gestione della Fase 2 dell’emergenza sanitaria ed economica da Covid-19 è iniziata. I primi risultati sembrano positivi anche se la paura rimane alta. Il mondo del business riprende così piano, piano, a muovere i primi passi verso una ripartenza attesa, ma sicuramente complessa da affrontare. In un contesto come questo, sicuramente, il mondo del Procurement risulta uno di quei segmenti d’impresa che più dovranno supportare le altre linee operative per poter riattivare il workflow dei processi di interazione tra interno ed esterno. Il dialogo con i fornitori, l’acquisto di materiali e servizi e la gestione delle risorse saranno elementi cruciali nel sostegno delle attività in questo periodo.
Proprio per questo motivo, anche in vista del prossimo appuntamento del CPO Summit previsto in live streaming l’8 e 9 giugno 2020 e organizzato da Business International (divisione di Fiera Milano Media – Gruppo Fiera Milano) all’interno della grande manifestazione digitale dedicata ai manager del futuro e chiamata “Business Leaders”, abbiamo voluto capire meglio quali potranno essere le strategie più efficaci da seguire nei prossimi mesi per le divisioni acquisti delle nostre imprese. Lo abbiamo fatto attraverso i consigli e le indicazioni di Guido Amendola, head of corporate and group procurement di Snam che ci ha spiegato come la sua organizzazione si sia mossa e preparata ad affrontare i prossimi mesi con un occhio sempre rivolto alla sostenibilità e a un concreto aiuto e supporto del territorio in cui opera, soprattutto in un momento così difficile come quello che il nostro Paese sta vivendo.
Amendola, partiamo da un’attualità che può essere d’esempio per molti in questo frangente. In questa gestione della crisi da Covid–19, infatti, anche voi come divisione Procurement di Snam avete avuto un ruolo nell’aiutare il governo a gestire l’emergenza. Vorrebbe raccontarci la vostra esperienza ed il vostro impegno?
«La nostra funzione è stata di supporto all’impegno dell’azienda in favore del sistema sanitario nazionale. Fin dall’avvio dell’emergenza, infatti, il Procurement è stato parte di un team interfunzionale che ha gestito end to end l’approvvigionamento di materiale sanitario per gli ospedali italiani (come per esempio ventilatori polmonari e mascherine) in coordinamento con la Farnesina, l’Ambasciata d’Italia a Pechino e la Protezione Civile. Complessivamente, Snam ha donato 625 ventilatori polmonari e 600mila mascherine N95 e ne ha acquistate altre per conto della struttura del Commissario straordinario e di alcune Regioni ed enti».
Un’attività di cui essere orgogliosi e che sicuramente ha aiutatto, insieme a molte altre di questo tipo, ad arrivare finalmente a questo secondo livello di approccio nel contrasto alla Pandemia da Coronavirus. In questo momento le imprese e il governo italiano, infatti, stanno affrontando la fase 2 della crisi dovuta a questa emergenza sanitaria ed economica. Nelle prossime settimane, dunque, molte industry ripartiranno, quali saranno secondo lei i principali aspetti a cui i dipartimenti Procurement dovranno prestare attenzione per gestire nel migliore dei modi un probabile sovraccarico di richieste, ordini e necessità di informazioni da parte dei fornitori?
«In coerenza con il nostro motto “#snamnonsiferma”, fin dal 24 febbraio, primo giorno di lavoro in smart-working, la Supply Chain e il Procurement, in particolare, hanno continuato a gestire sia le attività ordinarie che i nuovi fabbisogni legati all’emergenza. Il canale di informazione con i nostri fornitori è stato sempre aperto anche per gestire ogni eventuale criticità o richiesta di supporto. Non ci aspettiamo quindi particolari picchi in concomitanza della ripartenza, ma sicuramente dovremo essere pronti a gestirla con maggiore flessibilità sui tempi e sulle modalità di ingaggio».
In un contesto nel quale la gestione rapida e performante di un processo di trasformazione digitale che ormai non è più considerabile solo come un’opzione, ma diventerà il perno fondamentale su cui porre le basi della ripartenza, come dovrà cambiare l’approccio strategico del procurement nei confronti del business, sia sotto un profilo organizzativo, sia in termini di decisioni e obiettivi da raggiungere?
«In Snam abbiamo già avviato un poderoso processo di “Digital Procurement” che in questo periodo ha riscontrato delle naturali accelerazioni. Un esempio su tutti è stato riuscire in pochi giorni a rendere, per necessità, completamente paperless i workflow del processo di sourcing, il processo di firma della documentazione sia interna che esterna, i tavoli negoziali con i fornitori. La sfida quindi sarà consolidare quanto fatto e far ulteriormente evolvere queste dinamiche connotate da flessibilità e rapidità senza rinunciare a compliance e qualità per supportare le linee di business».
A proposito di recovery, Snam ha annunciato anche di volersi impegnare in iniziative di fundraising, nell’ambito delle quali l’AD Alverà si ridurrà lo stipendio da maggio a dicembre del 25%. In cosa consiste questa campagna?
«Per contribuire concretamente a contrastare l’emergenza, dopo la donazione da 20 milioni di euro a sistema sanitario e terzo settore per l’acquisto di ventilatori e mascherine e per iniziative non profit, Snam ha avviato una raccolta fondi denominata “Diamo forma al futuro”, come uno dei nostri quattro valori. L’obiettivo è proprio consentire ai dirigenti di Snam di ridurre la propria remunerazione, nel periodo maggio-dicembre 2020, per consentire all’azienda di attivare iniziative di beneficenza. Sempre su base volontaria, tutti i dipendenti di Snam potranno contribuire all’iniziativa con una donazione oppure attraverso il corrispettivo di una o più ore del proprio lavoro attraverso il proprio cedolino paga e i fondi raccolti tramite la campagna saranno raddoppiati dall’azienda e destinati ad associazioni suggerite dai dipendenti».
Ancora una volta, questa iniziativa conferma come Snam da sempre sia una grande azienda globalizzata che guarda all’innovazione e al futuro dell’energia e delle persone. Se prima della Pandemia, però, la sostenibilità era il focus fondamentale da seguire e mercati come quello dell’idrogeno e del biometano sembravano essere gli Eldorado degli approvvigionamenti soprattutto per la gestione della supply chain, dopo questa emergenza, con la forte riduzione degli spostamenti e un orientamento massivo verso la digitalizzazione, quali saranno secondo lei i trend del settore degli acquisti che sarà importante monitorare?
«La fase post-emergenza può portare a un’accelerazione nella transizione energetica in Europa, con una spinta alle rinnovabili e in particolare all’idrogeno e al biometano. L’Italia in questi settori è ben attrezzata e Snam è pronta a fare la propria parte anche attraverso il Procurement, che avrà un ruolo di abilitatore delle strategie di sviluppo dell’azienda anche nell’ottica della decarbonizzazione».
Il 4 maggio il manifatturiero è ripartito e con lui anche l’industria italiana più consolidata. Di cosa ci sarà davvero bisogno dal vostro punto di vista per aiutare le aziende a recuperare quella liquidità imprescindibile per gli investimenti che il Procurement dovrà portare avanti nei prossimi mesi?
«Snam ha finora messo in atto tutte le misure necessarie per essere pronta a riaprire i cantieri, aumentare ulteriormente il livello di sicurezza nelle centrali e negli impianti e assicurare i presidi necessari per accogliere nelle proprie sedi i dipendenti così come i lavoratori esterni, nel rispetto di un Protocollo sanitario messo a punto sulla base di valutazioni finalizzate a tutelare la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori. Sul piano del sostegno alla liquidità dei nostri fornitori, in accordo anche con le linee guida in materia definite da CDP, abbiamo già informato i nostri partner dell’insieme di strumenti messi a loro disposizione in questo periodo di emergenza».