Il mercato del cloud pubblico crescerà del 6,3% nel 2020
La società di ricerca Gartner stima che il mercato mondiale dei servizi di cloud pubblico raggiungerà un volume totale di 257,9 miliardi di dollari nel 2020, con un aumento del 6,3% rispetto al 2019. La crescita più significativa riguarda il segmento Desktop as-a-service (DaaS), che registrerà un aumento del 95,4% generando 1,2 miliardi di dollari di entrate. I servizi DaaS rappresentano un’opzione economica per le aziende che devono supportare l’ondata di lavoro da remoto e la necessità di accedere in modo sicuro alle applicazioni aziendali da più dispositivi.
“I primi segnali di questa crescita si sono verificati quando ha iniziato a diffondersi la pandemia Covid-19, e il cloud alla fine ha prodotto esattamente ciò che doveva”, ha dichiarato Sid Nag, vice presidente di ricerca presso Gartner. “Ha risposto all’aumento della domanda e ha soddisfatto le preferenze dei clienti di modelli di consumo elastici e pay-as-you-go”.
Il Software as-a-service (SaaS) rimane il segmento di mercato più importante e Gartner stima che raggiungerà i 104,7 miliardi di dollari nel 2020. Il continuo passaggio da software con licenza on premise ai modelli SaaS basati su abbonamento sta guidando la crescita delle soluzioni SaaS, insieme alla crescente necessità di nuovi strumenti di collaborazione causata dall’emergenza Covid-19.
Il secondo segmento di mercato è l’Infrastructure as-a-service (IaaS), che dovrebbe generare 50,4 miliardi di dollari nel 2020, pari a una crescita del 13,4%. Gli effetti della recessione economica globale stanno intensificando l’urgenza delle aziende di abbandonare i tradizionali modelli operativi di infrastruttura.
Secondo Gartner, nelle previsioni di spesa IT nel 2020 si distinguono chiaramente i servizi di cloud pubblico. In molte regioni la spesa cloud crescerà rapidamente con la riapertura delle economie e la graduale ripresa della attività economiche.
“L’uso dei servizi di cloud pubblico offre ai CIO due vantaggi durante la pandemia Covid-19: la scalabilità dei costi e la spesa differita”, ha sottolineato Nag. “Utilizzando la tecnologia cloud i CIO possono diminuire significativamente gli investimenti iniziali, altrimenti necessari per aumentare la capacità del data center locale o acquisire software con licenza tradizionale”.
“Qualsiasi dibattito sull’utilità del cloud pubblico è stato messo da parte sin dall’inizio dell’emergenza”, ha aggiunto l’analista. “Per il resto del 2020, le aziende che espandono la funzionalità del lavoro remoto daranno la priorità a software di collaborazione, gestione dei dispositivi mobili, soluzioni per l’apprendimento a distanza, sicurezza e alla necessità di ridimensionare l’infrastruttura per supportare una maggiore capacità”.