L’intelligenza artificiale in Italia varrà 400 milioni di euro nel 2021
L’Intelligenza Artificiale made in Italy si trova all’inizio di un percorso ancora da esplorare. Già molto diffusa nell’ambito dell’industria manifatturiera, nelle utility, nel settore bancario ed in quello finanziario ed assicurativo, nel 2020 si è affermata anche in ambito medico ed infrastrutturale.
“A piccoli passi, in Italia l’IA si fa strada. Nel 2019 il mercato tra software, hardware e servizi ha raggiunto un valore di 200 milioni di euro” sottolinea Niccolò De Carlo, CEO e co-fondatore di Sensoworks, startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale.
Nonostante il Covid-19 (anzi, secondo gli analisti di Sensoworks il coronavirus ha accelerato il passaggio di molte aziende verso l’Intelligenza Artificiale), l’IA decolla anche in Italia, con un fatturato stimato per il 2020 in 240 milioni di euro (+20% rispetto al 2019), di cui l’80% commissionato a livello nazionale ed il 20% di export.
Valori ancora non elevatissimi considerando che negli Stati Uniti il mercato supererà i 2,2 miliardi di dollari entro il 2025, ma che lasciano ben sperare. L’IA può fare la differenza per combattere il Coronavirus attraverso modelli predittivi che possono essere utilizzati per evidenziare in anticipo determinati fenomeni e valutare meglio le priorità nel triage e nella terapia intensiva.
Insomma, se fino al 2019 l’impiego dell’Intelligenza Artificiale è stato appannaggio delle grandi industrie manifatturiere e del settore finanziario dove gli algoritmi si occupano di prevenire frodi bancarie attraverso il monitoraggio dei cambiamenti nelle abitudini di acquisto dei cittadini che potrebbero segnalare un potenziale problema, oggi il potere dei dati interpretati dai sistemi di intelligenza artificiale riguarda anche la salute e la sicurezza delle infrastrutture.
Molte imprese italiane si trovano ancora in fase di avvicinamento all’IA, ma nel 2020 la spinta è grande sia per la crescente domanda da parte dei clienti che richiedono servizi e prodotti più innovativi e più sicuri, sia per rimanere al passo con la concorrenza, avendo il 60% delle grandi aziende adottato un approccio almeno esplorativo per identificare le nuove opportunità di business offerte da soluzioni di intelligenza artificiale.
Senza dimenticare il piano predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico per realizzare un nuovo rinascimento attraverso lo sviluppo di tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale. Tra i punti principali del piano, battezzato Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale, figurano un investimento di 800 milioni di euro in 5 anni e la creazione di un organismo interministeriale che coordini gli sforzi di tutti per raccogliere i benefici che l’IA può apportare al Paese, con un approccio che vuole integrare tecnologia e sviluppo sostenibile.
“Con gli 800 milioni di euro di investimenti da qui a 5 anni predisposti dal Ministero dello Sviluppo Economico”, prosegue De Carlo, “il fatturato salirà almeno a 400 milioni di euro nel 2021, raddoppiando quello del 2019 e determinando un ulteriore sviluppo che vedrà consolidarsi il ruolo dell’Italia quale leader mondiale dell’Intelligenza Artificiale applicata alla sanità ed alla sicurezza infrastrutturale”.
Ma esattamente come funziona l’Intelligenza Artificiale in ambito infrastrutturale? “Si tratta di applicare una strategia che sfrutta la manutenzione basata sull’analisi predittiva per ricercare ed individuare anomalie ed evitare così che si verifichino eventi indesiderati”, rispondono gli specialisti di Sensoworks. In termini più concreti si implementano strumenti che consentono un monitoraggio dinamico delle infrastrutture (ad esempio di un ponte) e permettono di raccogliere in tempo reale dei big data che l’IA trasforma in mattoni di base per i processi decisionali.
“La manutenzione predittiva utilizza queste informazioni per prevedere eventuali interventi e sviluppare soluzioni mirate che non solo portano il rischio di un evento indesiderato ad un valore virtualmente pari a zero, ma consentono anche di diminuire notevolmente i tempi di intervento e di ridurre i costi di manutenzione”, conclude De Carlo.