Ecco come Microsoft terminerà la licenza perpetua di Office
Microsoft potrebbe aver accennato a come intende porre fine alla sua pratica decennale di vendita di Office con licenza perpetua. Durante la conferenza Ignite Microsoft ha infatti annunciato che la prossima versione del suo Exchange Server locale, di fatto il server di posta elettronica dell’azienda, sarà disponibile solo in abbonamento, terminando così la licenza che ha consentito finora ai clienti di pagare una sola volta per il software.
“Questa sarà una versione di Exchange disponibile solo con l’acquisto di un abbonamento” ha affermato Greg Taylor, direttore del marketing di prodotto per Exchange, in un video pubblicato appena prima di Ignite. “Questo piano dà diritto ad aggiornamenti e supporto per tutta la durata dell’abbonamento.” Mancano comunque altri dettagli, in particolare i prezzi. Microsoft ha affermato che le informazioni verranno approfondite prima del rilascio di quello che ha soprannominato Exchange Next nella seconda metà del 2021.
Ciò significa che Exchange Server 2019, che ha debuttato due anni fa, sarà l’ultimo nella linea di server di posta elettronica venduti come licenze “perpetue”, ovvero quelle licenze che un’azienda acquista con un pagamento anticipato. Il pagamento di una licenza perpetua fornisce i diritti per eseguire il software per tutto il tempo che si desidera, anche dopo che Microsoft interrompe il supporto.
L’alternativa a Exchange Server come licenza perpetua, in cui il software viene spesso distribuito on-premises, consiste nel “noleggiare” Exchange Online, il servizio di posta elettronica basato su cloud di Microsoft. Exchange Online viene generalmente acquistato come parte di un abbonamento a Office 365 o Microsoft 365.
A causa del passaggio a una formula di abbonamento, Exchange Server 2019 non sarà solo l’ultima versione del software con licenza perpetua, ma potrebbe anche essere l’ultima versione a contenere nuove caratteristiche e funzionalità significative. Nell’annunciare l’imminente modello di licenza, Microsoft ha infatti affermato che Exchange Server 2019 sarebbe “l’ultimo importante aggiornamento che i clienti avranno bisogno di fare”, il che implica che gli aggiornamenti offerti a Exchange Next saranno minori, quindi senza novità.
C’era sempre l’aspettativa che a un certo punto Microsoft avrebbe abbandonato Exchange Server on-premises o lo avrebbe stravolto, il tutto nel tentativo di spingere e attirare tutti i possibili clienti verso Exchange Online basato su abbonamento tramite Office 365 e Microsoft 365. Uno degli indizi più chiari di ciò è stata la fine simultanea del supporto per Exchange Server 2016 ed Exchange Server 2019: 14 ottobre 2025. Sebbene ciò abbia fornito i soliti 10 anni a Exchange Server 2016, ha ridotto la durata del supporto della versione 2019 di quasi un terzo a 7 anni. Questa riduzione del supporto e il fatto che la sua deadline corrispondesse a quella della versione 2016 hanno forse anticipato la fine del prodotto.
Il futuro di Office on-premises
Quindi, cosa dovrebbero ricavare i clienti dalle date di fine supporto per Office 2016 e Office 2019? Dopotutto, entrambe le suite con licenza perpetua escono dall’elenco di supporto lo stesso giorno, che è anche lo stesso giorno di Exchange Server 2016 ed Exchange Server 2019: 14 ottobre 2025.
Nessuna grande sorpresa a dire il vero, viste anche le strette connessioni tra i lati client e server dell’ambiente Office. “Aggiornare uno, aggiornare tutto” è stato il mandato di Microsoft, con versioni sincronizzate almeno dalla fine del secolo scorso. Exchange Server 2000, Office 2000. Exchange Server 2003, Office 2003. E così via, fino al 2007, 2010, 2013, 2016 e 2019, ogni tre anni come un orologio.
Mentre parlava di Exchange Server Next, Microsoft ha anche ribadito che rilascerà un Office con licenza perpetua per Windows e Mac nella seconda metà del 2021. Per questo presunto Office 2022 (per ora chiamiamolo così) Microsoft potrebbe utilizzare un approccio ibrido, ha affermato Rob Helm, analista di Directions. “Office potrebbe essere gestito in modo diverso rispetto a Exchange Server”, ha detto Helm riguardo allo schema di pagamento del primo. Forse Microsoft potrebbe vendere Office 2022 con il modello di licenza perpetua, ha continuato, “ma non con una durata di supporto fissa”. Al contrario, i clienti sarebbero tenuti a effettuare pagamenti regolari per “diritti di abbonamento” che includono anche il supporto.
Se Microsoft divide il suo duo client-server in licenze perpetue e in abbonamento per il ciclo successivo (le versioni 2021) o per più di uno di questi cicli, sembra chiaro che una volta che la società deciderà di far debuttare l’ultimo Office on-premises, adotterà per quel prodotto lo stesso schema di sottoscrizione di Exchange Server. Non farlo sarebbe una complicazione inutile e confonderebbe inutilmente i clienti, qualcosa che anche Microsoft (nota per fare entrambe le cose a volte) dovrebbe evitare se possibile.
A quel punto, Microsoft avrà semplificato l’intero ecosistema Office on-premises in un modello di abbonamento, anche se significativamente diverso da quello di Office/Microsoft 365. Come Exchange Server Next, Office 2022 sarà un prodotto che, sebbene supportato con aggiornamenti di sicurezza e di risoluzione di bug, rimarrà sempre più in ritardo rispetto al software e ai servizi in abbonamento puro di Office 365 e Microsoft 365 per quanto riguarda le nuove funzionalità.
Microsoft ha ora, e continuerà ad avere in futuro, poche o nessuna motivazione per aggiungere funzionalità alla gamma dei suoi software on-premises, soprattutto se vuole continuare a promuovere l’alternativa 365 come la migliore soluzione. La combinazione Server Next/Office 2022 enfatizzerà invece stabilità e affidabilità, un po’ come fa il canale di manutenzione a lungo termine di Windows 10 nel macrocosmo di Windows.