Trasformazione digitale, l’Italia accelera con lo Spid

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In dodici mesi le identità digitali erogate sono aumentate del 208%. +40% i cittadini che hanno preso visione della dichiarazione dei redditi precompilata

Il 2020 certamente passerà alla storia come l’anno della pandemia, ma un altro fattore appare evidente. L’Italia, le imprese, i cittadini, hanno accelerato il passo verso la trasformazione digitale.

Qualcuno penserà che è stato merito dello smart working, della didattica a distanza, pur tra mille difficoltà che tutt’ora permangono, a livello infrastrutturale.

Se da un lato il percorso verso una rete capillare ultra broadband (banda ultra larga da almeno 1 Gigabit/s) è ancora lungo e pieno di interrogativi, dall’altro è innegabile che c’è stata una forte scossa.

Lo si evince andando a guardare il cruscotto sull’Avanzamento della trasformazione digitale, che l’Agenzia per l’Italia Digitale aggiorna quotidianamente. Qui, per esempio, sono riportati i dati sulla fatturazione elettronica, sull’identità digitale SPID, sul sistema dei pagamenti elettronici pagoPA, sul fascicolo sanitario elettronico, sull’anagrafe nazionale della popolazione residente, e su tutti gli altri progetti messi in campo.

Cause e conseguenze del boom di adesioni

Ebbene, andando ad analizzare i numeri di adesione allo Spid si osserva un vero e proprio boom di registrazioni da aprile 2020 (il mese successivo al primo lockdown) ad aprile 2021. Si è passati per la precisione da 6.581.535 a 20.269.399 identità Spid erogate con un balzo del 208%.

Il merito di questa corsa allo Spid va in parte va ai bonus più criticati (quello sulle biciclette e monopattini per intenderci), ma il più lo ha fatto il programma premiante di Cashback, per incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici tracciabili, anch’esso molto chiacchierato. Il colpo di grazia è arrivato dalla lotteria degli scontrini. Insomma gli italiani, alle prese con una nuova e imprevista crisi economica, innescata dalla pandemia, hanno nei fatti dimostrato di apprezzare ogni tipo di incentivo economico.

Dulcis in fundo, l’aumento vertiginoso delle registrazioni Spid ha portato anche al successo della dichiarazione precompilata dell’Agenzia delle Entrate: +40% dei cittadini che ne hanno preso visione, entrando nell’area personale proprio con lo Spid. E anche qui c’è un ritorno economico. Accettare e/o modificare, e poi trasmettere la dichiarazione da soli infatti può far risparmiare mediamente dai 30 ai 50 euro rispetto a rivolgersi a un centro di assistenza fiscale o a un professionista abilitato.

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Ancora offline il registro elettronico Axios, colpito da ransomware

Ancora offline il registro elettronico Axios, colpito da ransomware
Migliaia di scuole senza possibilità di aggiornare i registri e - in alcuni casi - effettuare la didattica a distanza. Per l'azienda, non sono stati sottratti né persi i dati, ma i presidi dovrebbero annotare l'evento nel registro dei data breach.

(aggiornamento dell’8 aprile)

Una delle applicazioni di registro elettronico più utilizzate dalle scuole italiane, Axios RE, è offline dalla notte di tra venerdì 2 e sabato 3 aprile a causa di un attacco ransomware. Molti degli attacchi di ransomware colpiscono proprio nel fine settimana o all’inizio di ponti e vacanze, in modo che il malware abbia più tempo per lavorare e la sorveglianza sia minore.

Axios è tra le piattaforme Software as a Service più utilizzate per gestire le presenze, i giudizi e le comunicazioni con le famiglie degli studenti italiani e il problema tocca quindi milioni di studenti. L’utilizzo di un registro elettronico è stato introdotto con il Decreto Legge 95 del 2012 dal governo Monti e sebbene tecnicamente non sia obbligatorio per un vizio di forma (prevede infatti l’approvazione di un Piano di dematerializzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, non ancora varato) è usato da più del 90 percento delle oltre 53.000 scuole italiane, tra pubbliche e private.

Non risulta raggiungibile nemmeno il modulo Collabora, utilizzato per la didattica a distanza. Sebbene questo possa causare un danno più grave, impedendo lo svolgimento delle lezioni, va detto che la penetrazione di Collabora è più bassa di quella di Axios RE, per cui il problema dovrebbe riguardare molti meno istituti.

Nel momento in cui scriviamo, la home page di Axios è sostituita da annunci sull’evolversi della situazione. Nella giornata di lunedì in particolare l’azienda ha comunicato che la causa del disservizio è sicuramente da attribuire a un ransomware, un tipo di malware che cifra tutti i dati del server rendendoli inaccessibili e pretende il pagamento di un riscatto per comunicare la password in grado di ripristinarne il contenuto.

Axios dichiara che al momento non risultano perdite o sottrazioni di dati, per cui il problema principale sembrerebbe quello della messa in sicurezza dell’infrastruttura e ripristino dei backup.

Una comunicazione dell’8 aprile raccomanda ai dirigenti scolastici, in qualità di titolari del trattamento dati, di annotare comunque l’evento nel registro dei data breach per “l’impossibilità di accedere ai dati per attacchi esterni, virus, malware”.

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Inizialmente l’azienda aveva dichiarato che diversi servizi sarebbero tornati online a partire dall’8 aprile, ma ha successivamente annunciato che le attività di bonifica e protezione aggiuntive “richiederanno ancora qualche giorno di pazienza”.

Nel frattempo, Axios ha predisposto per i dirigenti scolastici la modulistica necessaria a gestire il registro di emergenza, insieme a un video tutorial sul suo utilizzo.

https://www.youtube.com/watch?v=R_VYJEDlapw

 

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