Radiazioni zero con l’Intelligenza Artificiale
Dalla Sanità Italiana arrivano lampi di innovazione che aprono nuovi scenari. La rivista dell’organizzazione internazionale Heart Rhythm Society ha pubblicato uno studio su un nuovo modello di trattamento delle aritmie cardiache, frutto del lavoro dell’équipe di Aritmologia del Maria Cecilia Hospital di Cotignola, che attraverso l’impiego di intelligenza artificiale consente di limitare o eliminare l’utilizzo di radiazioni nocive prima e durante gli interventi chirurgici per correggere un’anomalia cardiaca.
La sindrome di Wolff-Parkinson-White (WPW) è una patologia dovuta a una anomalia cardiologica congenita con una trasmissione anomala dell’impulso elettrico tra atri e ventricoli che può provocare tachiaritmie e palpitazioni. Secondo le stime circa 1 persona su 450 soffre di questa sindrome, che nel 70% dei casi colpisce maschi in giovane età, soggetti con cuore sano o che soffrono di cardiopatie strutturali.
Nei giovani pazienti la sintomatologia è data per lo più da accelerazioni improvvise del battito cardiaco e cardiopalmo tachicardico prolungato, mentre nei pazienti anziani possono subentrare altri sintomi come dolore al torace, difficoltà di respiro e una certa facilità a perdere i sensi. Pericolosissimi sono i casi, seppur non frequenti, in cui si innesca una fibrillazione atriale (fenomeno di desincronizzazione) o perché pre-esiste una fibrillazione atriale.
Questi pazienti sono ad alto rischio di sviluppare una fibrillazione ventricolare, solitamente mortale. Per contrastarla si utilizzano farmaci che agiscono bloccando la conduzione attraverso il nodo atrioventricolare, ma il trattamento è controindicato in molti casi, o con l’ablazione transcatetere, tecnica mininvasiva considerata curativa e salvavita.
L’analisi è automatica
Lo studio del Maria Cecilia Hospital di Cotignola, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, punta su un modello di intelligenza artificiale applicata all’aritmologia interventistica, un workflow che, dall’analisi automatica dei segnali e degli elettrogrammi intracardiaci, consente di riconoscere e localizzare con precisione la via cardiaca anomala, favorendo l’ablazione sulla zona più mirata del tessuto cardiaco, minimizzando l’uso delle radiazioni fino a ridurle a zero.
“Tradizionalmente, prima della mappatura del sistema elettroanatomico del cuore, c’erano molteplici fattori chiave da prendere in considerazione per il successo dell’ablazione: tecnologia e stabilità del catetere, attenta analisi dei segnali e degli elettrogrammi intracardiaci, nonché l’esperienza dell’operatore, fondamentale soprattutto nel riconoscere il segnale specifico della via anomala e la sua localizzazione”, spiega Saverio Iacopino, responsabile dell’équipe di Aritmologia del Maria Cecilia Hospital che ha condotto lo studio e Coordinatore Nazionale di Aritmologia ed elettrofisiologia di GVM Care & Research.
Si amplia campo dell’intervento
La procedura apre la possibilità straordinaria di trattare pazienti giovanissimi, atleti agonisti e non, donne in gravidanza (in passato a volte costrette all’interruzione per poter intervenire sulla patologia) e soggetti per i quali l’anomalia elettrica viene individuata in maniera tardiva. “Può essere considerato a tutti gli effetti un esempio di Intelligenza Artificiale – continua Iacopino – basato su una valutazione multiparametrica e su un processo di mappatura automatica che consente di ridurre al minimo il rischio di complicanze e di minimizzare le radiazioni emesse durante la procedura fino a eliminarle. Questo nuovo workflow ha dimostrato un grande potenziale, perfezionando la diagnosi di localizzazione e favorendo l’ablazione sulla zona più mirata del tessuto cardiaco, accorciando il tempo di erogazione della radiofrequenza a pochi secondi e rendendo l’ablazione stessa più sicura”.