Con l’avanzare e la maturazione della tecnologia cloud, le aziende stanno trovando nuovi modi per sfruttare quello che è diventato un fulcro tecnologico. “Il cloud computing continuerà a plasmare il panorama tecnologico per molti anni”, afferma Bernie Hoecker, partner della società di ricerca e consulenza tecnologica ISG, osservando che l’adozione del cloud è in rapido aumento. Secondo una ricerca ISG, durante la pandemia la spesa per i servizi cloud è aumentata del 49%, superando i 450 miliardi di dollari, e nel 2022 è previsto un ulteriore aumento del 20%. “Sebbene il cloud computing sia ancora agli inizi, la tecnologia cloud e i modelli di business sono ora la base della maggior parte dei servizi digitali”, dice Hoecker.

Per stare al passo con un mercato in rapida crescita e in evoluzione, ecco una panoramica sulle otto tendenze che promettono di plasmare la strategia del cloud aziendale quest’anno.

1. La migrazione al cloud sta coinvolgendo l’intera azienda

La migrazione al cloud continuerà ad evolversi da un approccio “lift-and-shift” a una modernizzazione attentamente ponderata, metodica e strategica. “La migrazione cloud a livello aziendale è la chiave per passare da strumenti e piattaforme in silos a una strategia aziendale più olistica”, osserva Ken Englund, responsabile tecnologico presso la società di servizi professionali EY America. “Le aziende vedono sempre pià il valore in termini di scalabilità e agilità”.

Per ottimizzare completamente le migrazioni al cloud, “i team aziendali e di ingegneria devono lavorare come un unico team”, suggerisce Englund. “Quando la migrazione al cloud viene affrontata come uno sforzo esclusivamente IT, l’attenzione è spesso orientata ai costi, il che può ostacolare l’innovazione e le opportunità per portare nuove funzionalità ai clienti”.

2. Gli obiettivi del cloud si stanno spostando dall’efficienza alla “vicinanza”

Le aziende a livello globale stanno trasferendo tutto in cloud, “facendo affidamento sulla promessa della tecnologia di aumentare l’efficienza e la redditività”, afferma Jenny Koehler, responsabile cloud e digitale presso la società di servizi professionali PricewaterhouseCoopers. “Nel 2022, le trasformazioni del cloud assumeranno un nuovo ruolo nella creazione di connessione e ‘vicinanza’ tra clienti, dipendenti e leader aziendali. Le organizzazioni guarderanno al cloud non solo per risolvere sfide complesse, ma anche per creare fiducia e identificare nuove opportunità per le parti interessate”.

I veri vincitori”, prevede Koehler, “saranno le aziende che sfruttano il cloud per la vicinanza incoraggiando livelli elevati di coinvolgimento della C-suite e creando roadmap di implementazione con piani ponderati”.

3. Offerte verticali e cloud-native

Con la diffusione dei servizi cloud, “i processi aziendali specifici di settore saranno sempre più forniti da provider di servizi cloud e terze parti nativi del cloud”, prevede Mike Bechtel, partner di Deloitte Consulting. “I consigli sui prodotti al dettaglio, le prenotazioni alberghiere, l’amministrazione dei premi assicurativi… sono funzionalità specifiche di settore e sono sulla buona strada per essere gestite da fornitori nativi del cloud tramite API”.

L’idea alla base di tali “cloud di settore” è semplice, ma le implicazioni aziendali sono tutt’altro che semplicistiche. “Dipende dalla concorrenza sul mercato e dalla scarsità di talenti”, osserva Bechtel. “Anche le organizzazioni leader spendono enormi quantità di tempo e risorse per mantenere, amministrare e far funzionare i sistemi legacy di settore che, nel complesso, non spostano l’ago della bilancia”.

Un cloud di settore non è un’iniziativa una tantum. “In sostanza, stabilisce un percorso su come pensare al futuro e ai possibili elementi costitutivi che devono essere uniti”, afferma Bechtel. “L’ingegneria del software è il modo per definire quel progetto, un elemento costitutivo o un caso d’uso alla volta, ma in continua evoluzione con nuove scelte tecnologiche e migliorando queste capacità”.

4. Aumenta la complessità di gestione del cloud

Man mano che cresce l’adozione del cloud, aumenta anche la complessità operativa della gestione e della protezione delle risorse cloud. “Per molte organizzazioni questa complessità è ulteriormente aggravata dalla necessità di scalare all’interno degli ambienti di cloud privato esistenti, oltre a trovarsi su almeno un provider di cloud pubblico”, afferma Eric Drobisewski, senior architect di Liberty Mutual Insurance.

Un moderno approccio basato sulla piattaforma per consentire la scalabilità di ecosistemi ibridi e multicloud può aiutare i team IT a ottimizzare la quantità di tempo dedicato alla manutenzione e alla protezione delle risorse cloud, liberando tempo per concentrarsi sulla differenziazione del business attraverso nuove funzionalità digitali. “Le organizzazioni non possono permettersi di perdere l’agilità che hanno creato attraverso la tecnologia cloud”, osserva Drobisewski, “e per sostenerla devono ottimizzare il loro approccio operativo attraverso un ecosistema ibrido multicloud”.

5. App e servizi cloud-native

Il cloud-native è diventato onnipresente tra le organizzazioni che vogliono aumentare la propria agilità, reattività e time-to-market”, afferma Manish Mathuria, CTO presso la società di servizi di ingegneria digitale Infostretch.

Le applicazioni cloud-native sono progettate secondo i principi dell’architettura cloud, rendendole più veloci e facili da sviluppare, distribuire, aggiornare e mantenere. Secondo la società di ricerca IDC, entro il 2023 oltre 500 milioni di app e servizi digitali saranno sviluppati e distribuiti utilizzando un approccio cloud-native.

Il cloud-native è più di una tecnologia: è una filosofia”, afferma Mathuria. Le applicazioni cloud-native sono spesso definite “cittadine del cloud”, il che non significa solo che risiedono lì, ma che sono state costruite lì da zero sfruttando tutti i vantaggi che l’architettura cloud ha a sua disposizione. “Questo è il segno del successo”.

6. La domanda di portabilità e connettività aumenterà

Nel 2022 ci sarà una maggiore enfasi sulla portabilità e la connettività, nonché sul contenimento dei costi di questi servizi e sul ribilanciamento dei carichi di lavoro cloud e on-premise. “Ciò che rende questa tendenza così importante è che ci sarà un focus sullo sviluppo di applicazioni mobili da parte dei team DevOps interni sia native che abilitate per il cloud”, afferma Neil Warren, managing director e responsabile del centro di eccellenza del cloud presso Capgemini Nord America.

Warren prevede inoltre che quest’anno le applicazioni diventeranno più indipendenti dalla piattaforma, consentendo alle aziende di concentrarsi sui problemi di produttività e sicurezza. “L’altra leva in tal senso sarebbe un maggiore utilizzo di desktop virtuali iperscalabili in un approccio non-persistente”, aggiunge. “Questi progressi possono ridurre ulteriormente la complessità dell’infrastruttura aziendale, riducendo il carico sull’IT e migliorando la sicurezza dei dati”.

7. L’AI sta convergendo con i dati e il cloud

La tecnologia AI da sola non può fare molto per risolvere problemi importanti. Per completare il lavoro sono necessari anche dati e potenza di calcolo scalabile. “Ecco perché le aziende leader amministrano sempre più dati, intelligenza artificiale e cloud (DAC) nel loro insieme”, afferma Anand Rao, leader globale AI presso PricewaterhouseCoopers.

Nel 2022 aumenteranno le aziende che adottano un approccio basato sul ciclo di vita per gestire queste tre operazioni interconnesse durante lo sviluppo della governance dell’AI”, afferma. “Quando i dati, l’intelligenza artificiale e il cloud lavorano insieme senza intoppi, end-to-end, il risultato è un sistema flessibile e potente che realizza più valore dai dati e risolve più problemi più velocemente”.

8. Riprogettazione delle applicazioni per il cloud

Le aziende hanno migrato un numero incalcolabile di applicazioni nel cloud negli ultimi anni. Tuttavia, in molti casi, le applicazioni sono state migrate frettolosamente senza incorporare nessuno dei passaggi di riprogettazione necessari per consentire alle applicazioni di funzionare in modo ottimale all’interno di un ambiente cloud.

Molte applicazioni sono state semplicemente trasferite in cloud e quindi non sfruttano gli elementi chiave delle applicazioni cloud, come scalabilità rapida, self-service, pooling delle riserve o costi basati sul consumo”, avverte John Rostern, vice presidente e leader globale dei servizi di sicurezza cloud e infrastrutturali presso la società di consulenza sulla sicurezza NCC Group.

Per realizzare i vantaggi promessi del cloud computing le organizzazioni dovrebbero avviare un processo completo e ponderato in cui l’architettura e la distribuzione delle applicazioni nel cloud vengono esaminate rispetto a un modello di riferimento accettato, come il Well Architected Framework (WAF) di AWS o Azure. “Questo processo servirà come base per l’evoluzione di queste applicazioni native in cloud”, spiega Rostern.

Mentre la riprogettazione e la ridistribuzione di applicazioni e servizi per sfruttare le caratteristiche intrinseche del cloud computing risolveranno questo problema a lungo termine, tale trasformazione richiede generalmente diversi anni. Nel frattempo, sono disponibili azioni a breve termine per mitigare l’impatto delle inefficienze esistenti. “Le organizzazioni”, suggerisce Rostern, “dovrebbero esaminare il problema dal punto di vista dei processi aziendali per determinare in che misura le applicazioni e i servizi saranno in grado di supportare le operazioni”. Ciò ridurrà l’attrito nel sistema e quindi l’impatto sui costi nel breve e medio termine fino a quando non saranno completati i processi di riprogettazione e ridistribuzione.