Google Cloud Active Assist: come ridurre l’impronta di carbonio nel cloud
L’anno scorso Google ha analizzato i dati aggregati di tutti i clienti Google Cloud, scoprendo oltre 600.000 kgCO2e lordi in progetti apparentemente inattivi che potrebbero essere risanati o recuperati per ottenere un impatto comparabile alla piantumazione di quasi 10.000 alberi. Oggi Google punta a semplificare l’identificazione di ogni carico di lavoro inattivo sfruttando le nuove raccomandazioni di sostenibilità di Active Assist.
Google Cloud Active Assist è un portfolio di strumenti che si avvale di dati, intelligence e machine learning per limitare la complessità del cloud e le difficoltà legate alle attività amministrative. Nel portfolio Active Assist sono presenti prodotti e strumenti come Policy Intelligence, Network Intelligence Center, Predictive Autoscaler e una raccolta di Raccomandazioni per una serie di servizi Google Cloud, tutti finalizzati al supporto nel raggiungimento dei propri obiettivi operativi. Attualmente, Google sta estendendo la capacità di Active Assist per consentire la realizzazione dei propri obiettivi di sostenibilità e la riduzione della carbon footprint dei carichi di lavoro.
Le emissioni di carbonio associate all’infrastruttura cloud possono rappresentare una parte considerevole della propria impronta ambientale totale. Per questo Google ha compensato l’energia utilizzata dai suoi data center con il 100% di energia rinnovabile dal 2017 e si è impegnata a gestire le sue operazioni con energia carbon-free 24 ore su 24, 7 giorni su 7, entro il 2030. Dal momento in cui si opera su Google Cloud, se si desidera ridurre le emissioni lorde di carbonio dei carichi di lavoro è possibile intervenire per ottimizzarne l’utilizzo.
Ora infatti è possibile stimare le emissioni lorde di carbonio che si risparmieranno con la rimozione di progetti inattivi con Active Assist Unattended Project Recommender, che fornisce insight di utilizzo approfonditi di tutti i progetti nella propria organizzazione e utilizza il machine learning per identificare quelli inattivi e molto probabilmente non presidiati. I dati che Active Assist visualizza come parte dei propri insight di utilizzo includono ora carbonFootprintDailyKgCO2, che consente di stimare le emissioni di carbonio associate a un determinato progetto. Le raccomandazioni valutano anche l’impatto derivante dalla rimozione di un progetto inattivo in termini di chilogrammi di CO2 risparmiati al mese.
La funzionalità è disponibile tramite Recommender API, Recommendation Hub, la dashboard Carbon Footprint e l’esportazione delle raccomandazioni in BigQuery, semplificando l’integrazione con gli strumenti e i flussi di lavoro esistenti nella propria azienda.
Incrementare la sostenibilità delle applicazioni e delle infrastrutture digitali è una priorità per il 90% dei leader IT globali e Google continuerà a investire in varie aree di prodotto, incluse le funzionalità AIOp come i suggerimenti di Active Assist per supportare il progresso verso i propri obiettivi di sostenibilità.
Al fine di semplificare la consultazione e l’utilizzo di queste nuove funzionalità, Google sta unificando il proprio lavoro sui prodotti esistenti e futuri nella suite Carbon Sense, una raccolta di funzionalità che rende semplice riportare con precisione le proprie emissioni di carbonio e ridurle. Active Assist si aggiunge a prodotti come Carbon Footprint, che fornisce la possibilità di comprendere e misurare le emissioni lorde di carbonio del proprio utilizzo di Google Cloud, e a low-carbon signals, che aiutano gli utenti a scegliere le regioni più pulite per operare i propri carichi di lavoro.