In collaborazione con Progettare per la sanità Edra

Combattere il burnout con l’intelligenza artificiale

Combattere il burnout con l’intelligenza artificiale
Secondo uno studio la programmazione basata sull'Ai migliora significativamente l'impegno dei medici e riduce il burnout creando orari equi e flessibili che supportano l'equilibrio tra lavoro e vita privata - anche durante la pandemia di Covid-19.

La pandemia ha messo in evidenza il pericolo burnout per medici e infermieri come testimoniato anche dal tragico incidente nel quale ha perso la vita un’infermiera di 27 anni nel brindisino. La donna era reduce da due notti consecutive di turno nella propria struttura.

C’è la stanchezza fisica dovuta al picco della pandemia, lo stress nervoso ma anche il forte disagio e stress di chi non si sente apprezzato e ha un distacco emotivo dal proprio lavoro.

Per cercare di contrastare soprattutto il secondo aspetto, durante The Anesthesiology Business Event della Società Americana di Anestesiologia di Dallas si è discusso sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per modellare i turni del personale.

AI, controllo e flessibilità

Secondo il progetto, la programmazione basata sull’Ai migliora significativamente l’impegno dei medici e riduce il burnout creando orari equi e flessibili che supportano l’equilibrio tra lavoro e vita privata – anche durante la pandemia di Covid-19.

Gli studi dimostrano che la metà di tutti i medici sperimentano il burnout durante la loro carriera, guidato da fattori tra cui il carico di lavoro, le richieste di lavoro, l’integrazione con la vita privata, il controllo e la flessibilità degli orari.

Il software di programmazione basato sull’intelligenza artificiale ha concesso più giorni di ferie, ha ridotto i giorni di ferie non concessi e ha fornito flessibilità e prevedibilità, rispetto al precedente sistema di programmazione creato dal personale, ottenendo punteggi di impegno significativamente migliorati dagli anestesisti entro sei mesi.

Abbiamo implementato la programmazione Ai degli anestesisti nel 2018 per aumentare il controllo e la flessibilità e abbiamo visto rapidamente i benefici“, ha detto Dhruv Choudhry, M.D., autore principale dello studio e specializzato in anestesiologia presso Ochsner Health a New Orleans.

In media, la programmazione permette ai nostri anestesisti di avere una o due mattine e uno o due pomeriggi liberi al mese per consentire un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata in modo che possano partecipare meglio agli eventi importanti per loro“.

Sei mesi dopo che il dipartimento ha implementato il sistema di programmazione AI, i punteggi di impegno medio di sessanta anestesisti sono aumentati da 3,3 a 4,2 su 5 (sulla base di un sondaggio di Press Ganey), uno dei maggiori miglioramenti nel sistema Ochsner Health.

La collaborazione con la startup

Anche in Italia si sta cercando di applicare l’intelligenza artificiale per la gestione dell’ospedale. L’Università di Genova e la startup innovativa SurgiQ hanno sviluppato una soluzione che prevede l’assegnazione di giorno, slot temporale e sala operatoria ai pazienti tenendo presente una serie di vincoli che vanno dal tipo di intervento a disponibilità delle sale, urgenza e altri fattori. Altri vincoli arrivano dalla disponibilità del personale e delle altre unità operative.

Grazie a un data set di diecimila interventi fornito dalla Asl 1 Liguria è stato istruito e addestrato un modello di deep learning che, insieme a un altro set di dati, permette di stimare la durata degli interventi e applicare la pianificazione.

I dati forniti da Dedalus riguardano invece il solo modello di pianificazione, comprendono la configurazione delle sale operatorie e la lista di pazienti da operare relativi ad un mese tipo. I dati sono consultabili anche tramite una web app che permette di inserire i parametri per la definizione di un problema.

Con questa soluzione è possibile simulare in tempo reale l’impatto sulle liste operatorie derivante dalla trasformazione delle sale operatorie in terapie intensive per i pazienti Covid-19.

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Una piattaforma per l’Ospedale 4.0

Una piattaforma per l’Ospedale 4.0
Arriva la piattaforma tecnologica per la sanità, Joint Research Platform Healthcare Infrastructures, promossa dal Politecnico di Milano-Dipartimento ABC e la Fondazione Politecnico di Milano.

Il momento di profonda trasformazione della Sanità si accompagna a riflessioni che contemplano l’utilizzo dei fondi del PNRR e una progettualità che sviluppi modelli innovativi che non possono prescindere dalle nuove tecnologie.

E’ questo il senso della piattaforma tecnologica Joint Research Platform Healthcare Infrastructures promossa dal Politecnico di Milano-Dipartimento ABC (Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito), con la Fondazione Politecnico di Milano.

L’iniziativa si struttura come un centro di ricerca avanzato all’insegna di elementi come la multidisciplinarietà, massa critica, ampiezza di portafoglio e capacità di affrontare in modo sistemico i temi trasversali di impatto sulla società.

Dall’ospedale al territorio

La piattaforma si rivolge a imprese e istituzioni “per sviluppare e sperimentare strategie evolutive di innovazione progettuale, tecnologica, organizzativa, costruttiva e gestionale che le portino a essere competitive rispetto alla transizione della sanità da un modello esclusivamente ospedale-centrico a un modello user-center sostenibile, inserito in una rete territoriale fisica e digitale”.

L’esperienza della pandemia ha mostrato le lacune di un modello impiantato sull’ospedale che perde di vista il territorio. Per questo la piattaforma ha l’obiettivo di agevolare il confronto sulla costruzione di scenari inerenti l’evoluzione tecnologica, condivisi tra il Politecnico di Milano e le imprese della filiera delle Healthcare Infrastructures.

L’iniziativa intende realizzare “progetti multi-attore e multidisciplinari” favorendo la collaborazione tra università, imprese e pubbliche amministrazioni.

L’iniziativa parte dall’analisi del patrimonio immobiliare sanitario italiano che presenta forti criticità in termini di obsolescenza e inefficienza. Oltre il 50% non è adeguato ai modelli organizzativi, gestionali e sanitari contemporanei. Oltre il 70% degli ospedali italiani ha più di 50 anni (che è considerato il ciclo di vita ottimale).

Non esiste un censimento aggiornato del patrimonio immobiliare regionale; spesso anche all’interno dei singoli ospedali è difficile avere contezza e controllo delle superfici disponibili.

Molte funzioni sanitarie sono ospitate in edifici che presentano vincoli storico-architettonici, non rispettano la normativa sismica e antincendio e risultano in deroga su diversi requisiti strutturali e tecnologici di accreditamento istituzionale. La normativa esistente per la progettazione ospedaliera è obsoleta e non esistono linee guida su come progettare strutture efficienti e user-centered.

Il tempo medio di realizzazione di una nuova struttura in Italia è oltre dieci anni. Un quadro non particolarmente positivo che ha spinto alla definizione del progetto che ambisce alla “definizione dei requisiti prestazionali per il nuovo Ospedale 4.0 del futuro”.

È dimostrato infatti che nuovi ospedali efficienti e user-centered possono incrementare la produttività, migliorare la soddisfazione dei pazienti e ridurre significativamente i costi di gestione. L’incremento dell’investimento iniziale risulta essere assorbito dai risparmi generati già nel primo anno di operations.

Ospedali e real estate

Il documento degli esperti dell’ateneo milanese osserva anche che il settore Healthcare è un asset di investimento alternativo in crescita e nella top ten degli Emerging Trend nel Real Estate per l’Europa. La crescita demografica e la bassa correlazione con i cicli economici rendono l’asset class particolarmente interessante (ospedali, cliniche, Rsa, senior living, etc.).

A questo si aggiunge la disponibilità dei fondi del PNRR che prevede uno stanziamento di stanziamento di nove miliardi all’interno del settore Salute per l’attivazione di Reti di prossimità, Strutture e Telemedicina per l’Assistenza Sanitaria Territoriale tra cui la realizzazione o rifunzionalizzazione di 1.288 Case della Comunità e di 381 Ospedali di Comunità.

I temi di ricerca saranno selezionati dagli associati e fra i possibili ambiti il documento del Politecnico segnala il censimento e sistematizzazione delle informazioni sul patrimonio edilizio «as is» e «to be», sviluppo, validazione e sperimentazione di modelli di valutazione e supporto alle decisioni per la localizzazione strategica delle infrastrutture sanitarie, sviluppo, validazione e sperimentazione di modelli metaprogettuali per le diverse aree funzionali dell’ospedale con particolare riferimento ad aree funzionali come l’operatoria e del paziente critico, diagnostica, emergenza, e altro o caratteristiche strategiche come  flessibilità, resilienza alle maxi emergenze, sostenibilità.

È prevista la raccolta di best practices internazionali e definizione di benchmark per quanto riguarda l’assetto funzionale, spaziale, flussi e percorsi in riferimento ai volumi di attività sanitaria e le consistenze immobiliari, sviluppo, validazione e sperimentazione di modelli di valutazione per l’analisi della sostenibilità e miglioramento della qualità dal punto di vista sociale, organizzativo e ambientale e la mitigazione degli impatti della struttura sulla sicurezza e soddisfazione dei pazienti e del personale sanitario.

Studi, monitoraggi e valutazioni su materiali innovativi, qualità dell’aria e tecnologie costruttive avanzate con particolare attenzione alla salubrità degli ambienti di cura e lavoro e alla sostenibilità dei prodotti e dei processi di costruzione.

E’ previsto il monitoraggio della caratteristiche prestazionali attraverso parametri ambientali, microclimatici e secondo logiche di user-centerdness, come ad esempio la qualità dell’aria, design for all, wayfinding, studio e sviluppo di soluzioni per l’ottimizzazione e l’efficientamento dell’energia in ambito sanitario e studio di soluzioni tecnologiche per favorire il processo di digitalizzazione del sistema sanitario nazionale.

 

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