IA, nuovi algoritmi per trattare la paralisi cerebrale infantile
Una delle più importanti ricerche scientifiche che in Europa validerà sotto il profilo clinico nuovi algoritmi di intelligenza artificiale per sviluppare strumenti clinici di supporto alle decisioni basati sull’evidenza, per la diagnosi funzionale dei bambini con emiplegia (paralisi a uno dei due lati del corpo), costruendo sistemi di tele-riabilitazione a domicilio.
Destinata ad aprire nuove prospettive di valutazione clinica, di cura e di trattamento riabilitativo nei bambini con paralisi cerebrale infantile, la ricerca permetterà l’elaborazione di sistemi per svolgere la valutazione personalizzata del profilo clinico motorio del bambino e impostare il trattamento riabilitativo personalizzato di “action observation”, un nuovo modello di riabilitazione basato sul funzionamento dei neuroni a specchio.
Università, genitori e Pmi
Finanziato con circa sei milioni di euro dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Quadro Eu Horizon, il progetto sarà condotto dal team italiano dell’Università di Pisa, guidato, come Responsabile Scientifico, dalla Ricercatrice Giuseppina Sgandurra del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale con un gruppo di Ricercatori del Dipartimento di Informatica dell’Ateneo pisano, coordinato da Giuseppe Prencipe.
Tra i partner la Fondazione Stella Maris di Calambrone che si occuperà della sperimentazione clinica; la Scuola Superiore Sant’Anna con l’Istituto di Biorobotica per la messa a punto di nuovi dispositivi sensorizzati con tecnologia robotica e l’Istituto di Management per la sostenibilità del progetto nei sistemi sanitari europei. L’Università del Salento si occuperà degli aspetti etici nell’uso dell’intelligenza artificiale in età evolutiva. Per la prima volta partecipa sin dalla fase progettuale la Fondazione FightTheStroke con il suo braccio operativo FTS, principale gruppo italiano a supporto dei genitori di bambini con paralisi cerebrale infantile, che porterà la voce dei bisogni delle famiglie e co-creerà soluzioni disegnate intorno ai giovani pazienti.
Del gruppo fa parte anche un consorzio di tre aziende del settore: Khymeia per lo sviluppo di software e architettura tele-sanitaria; Noldus Information Technology per lo sviluppo di una nuova piattaforma software innovativa per la fase di osservazione dell’action observation, e Tyromotion che guiderà il monitoraggio quotidiano della valutazione degli arti superiori e partner internazionali come l’Universidad De Castiglia e la Katholieke Univesiteit Leuven (Belgio) che insieme a Stella Maris si occuperanno della parte clinica, prevedendo il coinvolgimento di almeno 200 bambini, e l’University of Queensland (Australia) per la messa a punto di algoritmi di intelligenza artificiale da integrare nel modello.
“Il progetto è molto ampio e complesso – spiega Giuseppina Sgandurra, Ricercatrice dell’Università di Pisa e Responsabile del Laboratorio Innovate della Fondazione Stella Maris –. L’obiettivo è di mettere a punto un processo decisionale etico e sostenibile per fornire un approccio personalizzato e validato per il monitoraggio e la tele-riabilitazione dell’emiplegia nei bambini con paralisi cerebrale, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Sarà un esempio significativo di approccio transdisciplinare grazie a un consorzio in cui lavoreranno clinici, data scientist, fisici, ingegneri, economisti, esperti di etica, piccole e medie imprese, bambini e associazioni di genitori, tutti insieme in modo sinergico per la co-creazione di approcci diagnostici e riabilitativi, altamente innovativi, clinicamente validati e in grado di essere sostenibili e adeguati alla realtà dei sistemi sanitari europei”.
“All’interno del progetto – aggiunge Matteo Cianchetti, Ricercatore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna – svilupperemo dispositivi ad alto contenuto tecnologico che porteranno alla realizzazione di una piattaforma sensorizzata in tutte le sue parti. Sfruttando la nostra esperienza nell’ambito delle tecnologie meccatroniche e dalla robotica soft, trasformeremo dei semplici giocattoli e oggetti di uso comune nei bambini, in sistemi non invasivi per il monitoraggio dei movimenti degli arti superiori”.