Spostare un paziente anziano dalla sua residenza all’ospedale comporta tempi, costi e stress per il paziente. Che possono essere alleviati se è il medico ad andare dal paziente.

È quello che hanno pensato all’Ulss 8 Berica dove è stato attivato un servizio capillare sul territorio per i circa 3.800 ospiti delle strutture residenziali per anziani non autosufficienti della zona e i 13.000 anziani o disabili residenti nei sessanta Comuni dell’Azienda Socio-Sanitaria vicentina che pur vivendo a domicilio presentano gravi difficoltà di spostamento. La popolazione invecchia e gli spostamenti si fanno più difficili.

In più in questo modo si evita di intasare gli ospedali velocizzando il servizio. Così, grazie a un investimento di 240mila euro della Fondazione San Bortolo, sono stati attrezzati due mezzi, uno per ciascun distretto, che raggiungeranno i pazienti a domicilio. D’ora in avanti, in caso di fratture o altre condizioni che suggeriscano la necessità di una radiografia non sarà più necessario attivare un trasporto tramite un’ambulanza, ma sarà inviato direttamente presso la struttura residenziale – o a casa – un mezzo attrezzato, dotato di una sofisticata apparecchiatura mobile in grado di effettuare la radiografia direttamente sul letto della persona assistita.

Considerando che ogni anno sono circa 3.000 gli ospiti delle strutture residenziali o i disabili non autosufficienti non trasportabili per i quali viene attivano il trasporto in ospedale per effettuare una radiografia, è evidente la grande portata di questo nuovo servizio.

La spinta del Covid

“Il Covid – sottolinea Maria Giuseppina Bonavina, direttore generale dell’Ulss 8 Berica – ci ha insegnato a pensare a modelli organizzativi innovativi per ridurre gli accessi ospedalieri non strettamente necessari. Durante la pandemia l’obiettivo era limitare le possibilità di contagio, un tema che comunque, voglio sottolinearlo, oggi non è scomparso, ma certamente portare il più possibile i servizi dai pazienti presenta molti altri benefici: in primis per questi ultimi, riducendone i disagi, ma anche sul piano organizzativo perché ci consente di utilizzare in modo più razionale risorse preziose come ad esempio i mezzi di soccorso e i relativi equipaggi”.

Come ha sottolineato Achille Di Falco, Direttore dei Servizi Socio-Sanitari dell’Ulss “Avere attivato un servizio di radiografia mobile consentirà di migliorare ulteriormente gli standard di presa in carico degli ospiti, perché renderà molto più semplice e veloce effettuare l’esame, e senza più alcun tipo di disagio legato al trasporto. Questo si tradurrà anche una semplificazione dell’attività per gli operatori delle strutture, perché l’ospite non dovrà più essere preparato per il trasporto e quindi riportato a letto, spesso in condizioni di stress o stanchezza dovuti allo spostamento in ospedale”.

Il generatore di raggi X

Dal punto di vista tecnologico, i mezzi sono provvisti di un’apparecchiatura di ultima generazione, in grado di eseguire esami non solo sugli arti ma anche su tutto il tronco, con un raggio di sicurezza dalle radiazioni minimo (solo un metro e mezzo circa) e dunque adatto a essere utilizzato anche in spazi relativamente ridotti.

L’apparecchiatura utilizzata è compatta (circa 56 cm di profondità per 136 cm di altezza in modalità trasporto) e pesa circa 80 kg, dunque può essere trasportata mediante un semplice mezzo furgonato. Il generatore di raggi X è di tipo ad alta frequenza ed è connesso a un pc portatile tramite il quale viene comandata l’esecuzione dell’esame ed elaborate le immagini acquisite, che vengono quindi trasmesse al reparto di Radiologia dell’ospedale di riferimento, dove l’esame può essere refertato praticamente in tempo reale dai medici radiologi dell’Ulss.