La gara Consip per i tomografi Pet/Ct
Prosegue l’attività di Consip nell’ambito della Missione Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Dopo la pubblicazione dell’Accordo Quadro per la fornitura di duemila ecotomografi – di cui oltre novecento riservati agli acquisti finanziati dal PNRR – è stata pubblicata la gara per l’acquisizione di 29 tomografi Pet/Ct destinati alle Regioni (tra cui Lombardia, Puglia, Campania e Lazio) che, avendo espresso il loro fabbisogno al Ministero della Salute, potranno acquistare le apparecchiature tramite i fondi previsti dal Piano.
Consip, attraverso l’aggiudicazione di appositi contratti, contribuirà per circa il 90% al programma di sostituzione delle apparecchiature obsolete in uso presso le strutture sanitarie pubbliche – per un totale di circa 2.800 apparecchiature su oltre 3.100 – previsto nel quadro della Missione 6 (Salute), componente 2 “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale” – “Investimento 1.1 – Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero”.
Accordo Quadro
L’Accordo Quadro per la fornitura di tomografi Pet/Ct, del valore complessivo di oltre 63 milioni di euro, avrà una durata di 12 mesi dall’attivazione, periodo durante il quale le strutture sanitarie potranno stipulare uno o più appalti specifici con gli operatori economici aggiudicatari dell’appalto, da cui deriveranno contratti della durata di 12 mesi.
L’Accordo Quadro con più aggiudicatari garantisce una più ampia scelta per le Amministrazioni. Infatti, accanto al criterio della priorità in base alla graduatoria di merito, è stato introdotto anche il criterio della scelta tecnica, che consentirà di ordinare le apparecchiature da qualsiasi aggiudicatario qualora sussistano ragioni tecniche o cliniche (es. tempi di consegna, particolari configurazioni/funzionalità tecniche del tomografo PET/CT, etc.).
La gara prevede, oltre al rispetto dei principi sanciti dal Do No Significant Harm (DNSH) di “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali”, una valutazione qualitativa delle apparecchiature sia attraverso l’analisi delle bioimmagini, attraverso la comprova delle caratteristiche funzionali secondo regole e condizioni descritte in specifici protocolli redatti in collaborazione con l’Associazione Italiana di Medicina Nucleare (Aimn) e l’Associazione Italiana di Fisica Medica (Aifm).
Il termine per la presentazione delle offerte scade il 6 maggio 2022. Sempre Consip ha aggiudicato la prima gara di Sanità Digitale, dedicata ai sistemi informativi clinico-assistenziali, Telemedicina e Cartella Clinica Elettronica, nell’ambito delle gare strategiche del nuovo “Piano Triennale per l’Informatica nella PA“.
L’Accordo Quadro ha un valore complessivo di un miliardo ed è suddiviso in sei lotti. Due per la CCE e due per la Telemedicina dedicati ai servizi applicativi sviluppo ed evoluzione software, migrazione applicativa, configurazione e personalizzazione di soluzioni software, manutenzione adeguativa e correttiva, conduzione applicativa e infrastrutturale, e altri due dedicati ai servizi di supporto (project management, supporto al monitoraggio, change management, Pmo e demand management, digitalizzazione dei processi sanitari, It Strategy e Advisory).
Negli stessi giorni è partito il primo bando del Ministero della Salute del valore di oltre 262 milioni di euro per potenziare il sistema della ricerca biomedica in Italia, come previsto dal PNRR e grazie al finanziamento “Next Generation EU” dell’Unione Europea.
Entro il 2023 verrà emanato un secondo bando per lo stesso importo in modo da impegnare lo stanziamento complessivo di oltre 524 milioni di euro. Sono state stanziate risorse straordinarie per le malattie rare, 50 milioni destinate a rafforzare la capacità di risposta dei centri di eccellenza presenti in Italia e su modelli innovativi che migliorino la qualità complessiva della presa in carico del paziente.
Poco più di 162 milioni vanno alle malattie croniche non trasmissibili ad alto impatto sui sistemi sanitari e socio-assistenziali, tramite progetti di ricerca su fattori di rischio e prevenzione. Cinquanta milioni vanno invece a progetti che mirano a colmare il gap tra ricerca e industria, che si crea nell’intervallo tra la fase della scoperta e quella della messa a punto.