Perché Apple deve eliminare le app dell’App Store vecchie e non supportate
Il piano recentemente annunciato da Apple per sbarazzarsi delle vecchie app dall’App Store potrebbe aver infastidito parecchi sviluppatori, ma con oltre 1 milione di applicazioni non più supportate e abbandonate a se stesse da anni, quella di Cupertino non ci apre affatto una decisione campata per aria. Se vi siete persi gli ultimi sviluppi in proposito, il mese scorso Apple ha annunciato che inizierà a rimuovere dall’App Store le vecchie app che non sono state aggiornate da tre o più anni e che, nei 12 mesi precedenti, sono state scaricate poche volte.
“Stiamo implementando un processo continuo di valutazione e rimozione di app che non funzionano più come previsto, non seguono le attuali linee guida di revisione o sono obsolete”, si legge nella nota di Apple. Gli sviluppatori coinvolti in questa decisione hanno immediatamente iniziato a lamentarsi, ma Apple ha chiarito pochi giorni dopo il proprio approccio, spiegando che segue questa politica dal 2016 e che finora ha rimosso 2,8 milioni di app che non funzionano più come previsto e che non vengono aggiornate da molto tempo.
La società ha anche precisato che gli sviluppatori possono presentare ricorso contro le rimozioni pianificate e ha esteso a 90 giorni il periodo di tempo prima che avvengano le rimozioni, il che dovrebbe dare agli sviluppatori anche più piccoli la possibilità di allineare la propria app ai requisiti di Apple.
Nonostante tutte le critiche, la decisione di Apple di eliminare le app che rende disponibili nel suo store digitale ha perfettamente senso almeno secondo il recente Abandoned Mobile Apps Report di Pixalate, che ha scoperto più di 1,5 milioni di app abbandonate sulle oltre 5 milioni che ha controllato nello store di Apple e in quello di Google, con solo 1,3 milioni di app aggiornate negli ultimi sei mesi.
È interessante notare che il 58% delle circa 500.000 app non aggiornate da più di cinque anni è stato trovato proprio nell’App Store e, a questo punto, Apple non aveva altra scelta se non quella di rimuovere tali app. Il report ha anche rilevato che 650.000 app iOS non sono state aggiornate da più di due anni e che l’84% delle app con oltre 100 milioni di download è stato aggiornato negli ultimi sei mesi, con quelle relative a finanza, salute e shopping che sono risultate le più frequentemente aggiornate. A testimonianza di come ci sia una forte relazione tra il supporto frequente da parte degli sviluppatori e le app di maggior successo.
Perché le app vecchie e non più supportate sono un problema?
Ci sono diversi problemi con le app più vecchie e “abbandonate”, che potrebbero non funzionare sulle versioni più recenti di iOS, potrebbero contenere codice che non è più supportato o potrebbero fare affidamento su codice mal realizzato che può generare conflitti software difficili da risolvere.
Ma il grande tema in gioco rimane quello della sicurezza. Le app non aggiornate da anni potrebbero ospitare malware o altre vulnerabilità che non sono mai state corrette, poiché gli sviluppatori hanno perso interesse prima che tali difetti venissero identificati.
Inoltre, le app che non sono state aggiornate da molto tempo potrebbero non essere completamente trasparenti sulla privacy e sui dati degli utenti che raccolgono. L’informativa sulla privacy per il monitoraggio delle app di Apple significa che gli sviluppatori devono divulgare tali informazioni quando pubblicano un’applicazione sull’App Store, cosa che le app meno recenti non dovevano fare. Ciò significa che le app più datate potrebbero ancora contenere il codice di tracciamento di cui Apple vuole interrompere la distribuzione e rimuoverle dallo store è quindi l’unica soluzione.
Apple sta insomma intensificando le attività di policy per costringere gli sviluppatori a rispettare la privacy degli utenti. Non ha davvero altra scelta a mio parere. Anche perché, proprio come un numero relativamente piccolo di sviluppatori che si lamentano dell’eliminazione delle app ha generato così tanto trambusto online, lo stesso clamore ai danni di Apple potrebbe scatenarsi per qualsiasi grave violazione della privacy degli utenti causata da applicazioni vecchie e non più supportate presenti sull’App Store. E per Cupertino si tratterebbe di una pubblicità negativa dalle conseguenze ben più gravi rispetto a quelle causate da un piccolo gruppo di sviluppatori arrabbiati.
Cosa ci aspetta?
La rimozione di decine di migliaia di applicazioni dall’App Store può sembrare un grosso problema, ma non è una cosa così drammatica come alcuni potrebbero pensare. Al momento, Apple approva 1.000 nuove app ogni giorno nell’App Store e ciò significa che, nonostante l’eliminazione di tutte queste app datate, rimane disponibile un scelta di software a dir poco sterminata. Tutto ciò che viene perso sono app che non vengono aggiornate e i cui sviluppatori non possono rispettare la policy di Apple.
Un altro aspetto da considerare è che, nel caso in cui alcune modifiche normative venissero imposte ad Apple, potremmo vedremo apparire numerosi app store e non tutti saranno uguali. Alcuni infatti saranno meno regolamentati, il che implica una minore protezione per gli utenti finali. Il sideload di un’app che contiene codice dannoso sarà un problema più grande che mai, così come l’esistenza di app inizialmente benigne che successivamente diventano host di malware perché in primo luogo contenevano vulnerabilità e non sono mai state patchate.
Un modo in cui Apple sarà in grado di resistere a questa concorrenza meno etica avverrà rafforzando ulteriormente le app distribuite tramite il suo store. Apple, insomma, lavorerà per rendere le app ancora più attente alla privacy e sicure, in modo da garantire che il suo App Store continui a essere il posto più sicuro e conveniente su cui scaricare e acquistare applicazioni mobile.
Ecco perché, per garantire che le loro app rimangano disponibili nell’App Store di Apple, gli sviluppatori dovranno impegnarsi tanto quanto Apple si impegna per le sue piattaforme, il che significa patch, miglioramenti e aggiornamenti regolari.