10 lezioni di business dal padre dell’iPod Tony Fadell
In tour per promuovere il suo ultimo libro, “Build“, l’ex dirigente Apple e designer dell’iPod Tony Fadell ha rilasciato una intervista alla CNBC in cui ha condiviso una serie di curiosità per i fan di Apple, ma anche ottimi consigli per i responsabili della tecnologia aziendale.
Fadell ha toccato diversi temi, ma tre frasi mi hanno particolarmente colpito:
- “Il nostro compito è comunicare la tecnologia e fornirla in modo tale da portare i superpoteri alle persone senza che debbano essere geek“.
- Per parafrasare quello che forse è il punto più importante per Fadell, e quello su cui ogni leader aziendale dovrebbe riflettere: “Ci sono così tanti soldi da fare quando ogni singolo mercato verrà sconvolto a causa della crisi climatica…dobbiamo cambiare, perché è quello che ci vorrà per farci superare questa crisi esistenziale“.
- “Se non stai fallendo, non ti stai impegnando abbastanza…non innoverai e non manterrai al passo la tua azienda“.
Ed ecco i dieci consigli più interessanti per i responsabili aziendali.
Quando create prodotti, pensate al perché
Quando si progettano nuovi prodotti, è importante che ciò che viene realizzato soddisfi le esigenze dei clienti, risolva i problemi esistenti o migliori ciò che possono fare. Non solo: lo sviluppo di un buon prodotto non si ferma al “cosa”, ma si estende al “perché”. E’ importante spiegare il prodotto e costruire una narrazione che lo colleghi alla vita delle persone.
“Devi essere in grado di raccontare la storia del ‘perché‘”, ha detto Fadell.
Pensate a quanto è stata efficace la frase “1.000 brani in tasca” come slogan per l’iPod.
Le promesse sui prodotti vanno mantenute
I vostri clienti sono esigenti. Se dite che un prodotto può ottenere qualcosa di straordinario, dovete assicurarvi che sia all’altezza delle affermazioni.
Il pubblico non perdona e non sarà facilmente convinto a tornare se promettete qualcosa che non mantenete.
Fare il punto all’inizio
Qualche tempo fa, è stata diffusa online una nota scritta da Steve Jobs. In poche righe riassumeva concetti familiari oggi, ma non all’epoca in cui furono scritti. Jobs suggeriva di fare il punto e riassumere prima che lo sviluppo fosse completato.
“Molte persone aspettano fino alla fine di un progetto per spiegare cosa fa un prodotto e perché è importante”, ha detto Fadell, aggiungendo che è importante sapere fin dall’inizio dove vogliamo arrivare.
La tecnologia non è per “geek”
La differenza tra l’iPod e i lettori MP3 in circolazione a quel tempo era che questi ultimi utilizzavano componenti standard e si rivolgevano a un pubblico leggermente “geek”. Apple ha capito che la maggior parte delle persone ama la musica, ma ha preferisce strumenti semplici e immediati, che garantiscano un’esperienza utente fluida.
La lezione sul design del prodotto è stata ed è ancora quella di capire chi è il pubblico, di cosa ha bisogno e combinare gli ingredienti per creare un’esperienza in cui la tecnologia si fa in quattro per rispondere a tali esigenze. È una lezione di progettazione dell’esperienza utente importante tanti per i dispositivi consumer quanto per qualsiasi tecnologia aziendale.
A volte i prodotti migliori nascono quando i designer cercano modi per risolvere una problema, come sostiene Fadell di essere riuscito a ottenere con il termostato Nest.
È anche il motivo per cui i responsabili della trasformazione digitale devono parlare con le persone in prima linea per assicurarsi che le soluzioni risolvano problemi, piuttosto che crearne. La shadow IT è solitamente una richiesta di aiuto.
Essere pronti al cambiamento
In un primo tempo Steve Jobs era restio all’idea di fornire il supporto di Windows per iPod. Voleva che il dispositivo e i negozi Apple convincessero le persone a passare al Mac. Ciò non è accaduto in un tempo abbastanza veloce e i dati di Apple hanno mostrato che, sebbene gli utenti Windows adorassero l’iPod, non era un motivo sufficiente per passare al Mac.
“Questa era la cruda realtà“, ha detto Fadell.
I dati e una chiacchierata con Walt Mossberg, corrispondente del Wall Street Journal, persuasero Jobs a cedere.
La lezione? Se il vostro piano non funziona, o se ciò che sperate non sta accadendo, non abbiate paura di cambiare rotta. Le buone decisioni basate sull’evidenza sono ancora buone decisioni. “Dovete accoglierle, andare avanti e adattarvi a ciò che avete visto”. La strategia deve essere sempre flessibile e rispondere al cambiamento.
Fare errori
Fare e correggere gli errori richiede leadership. A volte si impara solo tramite la distribuzione di un prodotto e il feedback dei clienti. E, in alcuni casi, ci vogliono tre versioni di qualcosa per farla bene, secondo Fadell. La prima iterazione di qualsiasi prodotto rifletterà principalmente le opinioni di coloro che lo hanno creato, ma in seguito cambierà per riflettere i dati del mondo reale.
“Molte aziende hanno una crisi di fiducia perché cercano di ottenere dati per qualcosa che non esiste“, ha detto Fadell. “Quelle aziende si attengono all’opinione, ma non la capiscono bene. Il cambiamento è positivo”.
Non rimandare (troppo) il lancio di un prodotto
Fadell ha condiviso alcune delle sue esperienze in altre società, in cui i team erano così concentrati sullo sviluppo del prodotto che le date di lancio sono state costantemente ritardate. “È diventata una ricerca senza fine, senza lancio del prodotto e senza feedback dai clienti“, ha affermato. “Bisogna imporsi di lanciare un prodotto entro una certa finestra di tempo in modo da poter guidare il team a tenerlo unito e motivato”.
Una volta che i prodotti sono nel mondo reale, i team possono correggere la rotta.