Alla fine del test invernale il servizio di guardia medica trasfusionale in telemedicina supera l’esame. Attivato dall’Asl Toscana Sud-Est nel novembre dello scorso anno in via sperimentale il servizio, come spiega il Direttore Generale, Antonio D’Urso, sfrutta una tecnologia all’avanguardia che rafforza il turno di guardia dei medici che si occupano del settore trasfusionale. Abbiamo lavorato intensamente con tutte le organizzazioni professionali e sindacali dei medici per calibrare questo progetto, lo abbiamo testato nell’inverno e i risultati sono molto positivi. Non solo abbiamo recuperato tempo medico per i pazienti e risorse per l’azienda ma abbiamo migliorato anche i tempi di risposta e l’appropriatezza delle cure”.

Turno di guardia in smartworking

Sono state attivate due centrali, Arezzo e Grosseto che opera anche nel territorio senese che coordinano tutti i medici delle rispettive aree, al momento in maniera separata e che, dichiara Agostino Ognibene, Direttore del dipartimento Medicina di laboratorio e trasfusionale dell’azienda Asl Toscana sud est, “possono effettuare il proprio turno di guardia in tre modalità: da casa, sfruttando la telemedicina, presso l’ospedale più vicino alla propria abitazione (sfruttando la rete dati interna) o nei centri trasfusionali di Arezzo e Grosseto”.

“Questa organizzazione permette di avere sempre in visione gli strumenti di immunoematologia e la validazione delle cartelle e garantisce una presa in carico immediata delle richieste che arrivano ottimizzando al meglio le risorse mediche. In questo modo i medici che prima erano impegnati fisicamente nei propri turni di guardia vengono alleggeriti di questi impegni e possono dedicare più tempo alle terapie in presenza ed alle cure dei pazienti (come le terapie trasfusionali, le donazioni, le terapie rigenerative ed altri servizi)”.

“Con questa metodologia, – dichiara il Dottor Pietro Pantone, Direttore dei Centri Trasfusionali Aretini, – abbiamo due medici di guardia in questo specifico ambito: uno per l’area aretina e l’altro per l’area grossetana/senese”.

“Il prossimo step, appena le tecnologie informatiche lo permetteranno, prevede l’attivazione della guardia medica unica aziendale in telemedicina dove i medici trasfusionisti di Arezzo potranno coprire e validare le richieste di Grosseto e viceversa, in modo da sfruttare al massimo le risorse”.

Una nuova organizzazione del lavoro

“Il servizio di telemedicina attivato nella nostra azienda ha cambiato radicalmente il modo di lavorare di noi medici durante le guardie, – dichiara Cristina Paci, Medico del Centro Trasfusionale del Valdarno tra i primi professionisti a lavorare in questa innovativa metodologia. – Oggi seguo senza difficoltà le richieste dei centri trasfusionali dell’area aretina durante i miei turni di guardia notturna e festiva direttamente dal mio domicilio con vantaggi molteplici”.

Il lavoro risulta più rapido (senza perdere nulla in efficienza) perché, sempre per via telematica, l’iter dell’assegnazione delle unità di sangue avviene prendendo visione immediatamente della richiesta, giudicando la sua appropriatezza, controllando il dato analitico (potendo collegarsi direttamente alla strumentazione), seguendo tutto il processo fino alla validazione e distribuzione.

Vengono ridotti i tempi morti di spostamento presso l’ospedale, si collabora a più stretto contatto con i colleghi delle diverse sedi, si risparmia personale ed energie da dedicare alle altre attività rivolte ai pazienti.

“Si tratta di un progetto innovativo, sicuramente uno tra i primi in Italia in questo campo – spiega Luigi Destefano Responsabile Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Ospedale di Orbetelloin cui i professionisti si possono collegare in remoto non solo con tutti i centri, ma anche con gli apparecchi elettronici presenti nei centri trasfusionali. In questo modo possiamo avere una visione immediata di tutte le sacche, sia di sangue o plasma, che possono essere validate da un solo medico in tempo reale”.

“Siamo in grado di coprire emergenze in pochi minutiaggiungesia per tutti gli ospedali della provincia di Grosseto che quello di Nottola in Val di Chiana e mediamente ogni giorno effettuiamo dai sette agli otto interventi. Tra gli episodi che ci tengo a ricordare qualche settimana fa siamo stati attivati per una chiamata d’urgenza per un parto notturno complicato proprio a Nottola. Erano in gioco sia la salute della mamma che del piccolo; quindi, era necessario un intervento il più possibile tempestivo. Ebbene dal momento della chiamata siamo riusciti a fare tutto quello che era necessario, quindi validando la sacca di sangue necessaria e agevolando l’intervento, in appena 15 minuti dalla chiamata. Con il vecchio metodo, quindi con la necessità di far venire fisicamente il medico reperibile, ci sarebbero voluti quasi 60 minuti. Questa riduzione dei tempi è la vera differenza per garantire una più efficace capacità di cura e grazie alla tecnologia ora siamo in grado di farlo”.