Google Cloud apre due region in Italia: “Benefici per 3,3 miliardi e 65mila posti di lavoro”
Con un evento al MiCo di Milano, alla presenza di un migliaio di invitati e del suo numero 1 mondiale Thomas Kurian, Google Cloud ha annunciato ieri l’apertura della sua prima Cloud Region italiana a Milano, e la prossima apertura – entro pochi mesi – di una seconda Cloud Region a Torino.
“Siamo il primo grande cloud provider con due cloud region in Italia”, ha sottolineato il country manager di Google Cloud in Italia, Fabio Fregi, aprendo l’evento. “Secondo uno studio indipendente dell’Università di Torino (scaricabile qui, ndr), queste cloud region hanno un impatto economico potenziale fino a 3,3 miliardi di euro, e possono contribuire a creare fino a 65.000 nuovi posti di lavoro entro il 2025 in Piemonte e in Lombardia”.
Kurian: “I vostri dati risiederanno in Italia e ne avrete l’accesso esclusivo”
Le region in Italia sono un concreto passo avanti nella costruzione di una capacità locale in grado di rispondere alle esigenze di velocità, bassa latenza, disponibilità e residenza dei dati, sovranità digitale e sostenibilità dell’economia digitale italiana, ha detto poi Thomas Kurian, CEO di Google Cloud. Kurian ha insistito particolarmente sulla conformità con la normativa europea di data protection: “Aiuteremo le aziende italiane a costruire il loro futuro garantendo l’integrità dei dati secondo i termini europei: i vostri dati risiederanno in Italia e ne avrete l’accesso esclusivo”.
Le cloud region di Google Cloud sono realizzate in collaborazione con Telecom Italia, che tecnicamente ospiterà le macchine Google nei data center di TIM/Noovle e fornirà servizi di facility management e servizi di sicurezza accessori. E vedono come terzo grande protagonista Intesa Sanpaolo, che trasferirà una parte importante dei suoi sistemi informativi appunto nel cloud di Google.
La scelta di Torino
Mentre la scelta di Milano, definita nel comunicato Google “il cuore economico dell’Italia”, è piuttosto ovvia e ricalca quella di altri grandi cloud provider (vedi AWS, Microsoft e Oracle), la scelta di Torino come location per la seconda cloud region in effetti si deve in parte proprio alle richieste di Intesa Sanpaolo, che nel capoluogo piemontese ha una parte fondamentale delle sue attività, ha confermato Fregi in conferenza stampa.
“Va detto però che c’è anche una importante ragione tecnica: il fatto di avere regioni così vicine permette di ridurre al minimo l’eventuale perdita di dati nel passaggio da una all’altra in caso di eventi catastrofici che compromettessero una delle due: il disegno delle due regioni è stato fatto con i tecnici della corporation di Google Cloud e la conformità di parametri come recovery point objective e recovery time objective rispetto alle richieste dei regolatori ha imposto questa distanza tra le due regioni”.
La testimonianza di Intesa Sanpaolo
Quanto a Intesa Sanpaolo, “tre anni fa ci siamo messi alla ricerca di un partner che accompagnasse la nostra evoluzione verso il cloud, partendo da una situazione in cui, come tutte le banche, avevamo un sistema legacy importante, per il 30% su mainframe e per il 70% su architetture open”, ha raccontato all’evento di Milano Enrico Bagnasco, Executive Director Sistemi Informativi della banca. “La scelta è caduta su Google per la disponibilità ad aprire anche una region a Torino, e per la capacità di trainare la nostra innovazione con competenze distintive su AI e analisi dati. Anche se manteniamo una logica multicloud, per non vincolarci troppo a un solo provider, abbiamo portato almeno un 60% del nostro data center open su Google Cloud, in anticipo sui piani, e stiamo cercando di cogliere tutte le opportunità per fare trasformazione applicativa. Inoltre l’anno prossimo lanceremo una banca interamente digitale, che farà leva su Google Cloud”.
Per Intesa, continua Bagnasco, è importante poter contare su una forte elasticità infrastrutturale per assecondare il business, ed è cruciale avere i dati su territorio italiano, essendo le banche un settore fortemente regolamentato: “Il tema della regolamentazione è cruciale, stiamo a nostra volta “contaminando” Google su temi di compliance, in particolare in ambito bancario”.
Tre data center per ogni region
Secondo Gartner, nel mercato mondiale dei servizi cloud IaaS Google Cloud è il player che è cresciuto di più nel 2021 (+63,7%), e il quarto – dopo AWS, Microsoft e Alibaba – per quota di mercato (7,1%). Quella di Milano è la sua 34esima Region nel mondo. Come tutte le altre è composta di almeno tre data center in siti geograficamente e tettonicamente indipendenti, come richiedono le best practice di disaster recovery. Per ragioni di sicurezza i siti non sono stati precisati, ma Fregi ha spiegato che si trovano a 15 km circa l’uno dall’altro, disposti a triangolo intorno alla città di Milano.
“La region offre i nostri servizi standard, tra cui Compute Engine, Google Kubernetes Engine, Cloud Storage, Persistent Disk, CloudSQL e Cloud Identity, e anche funzionalità fondamentali come i controlli sulla residenza dei dati, la crittografia predefinita, criteri organizzativi e Controlli di Servizio VPC. Inoltre voglio sottolineare che Google Cloud è l’unico grande cloud provider con un’infrastruttura mondiale proprietaria, composta di cavi sottomarini e sotterranei in fibra ottica ad alta capacità: i dati dei nostri clienti Google Cloud non sono mai esposti sulla rete internet pubblica”.
Il country manager di Google Cloud ha poi sottolineato che le due cloud region fanno parte di un piano di investimenti in Italia più ampio – circa 900 milioni di dollari in 5 anni, come aveva annunciato due anni fa il CEO di Google e Alphabet, Sundar Pichai – di cui ha ricordato tre iniziative: Opening Future, portale di formazione di competenze digitali lanciato sempre con Telecom Italia, Noovle e Intesa Sanpaolo che ha l’obiettivo di coinvolgere almeno 20mila persone, 10mila PMI e 700 startup; Google Cloud Pro, dedicato agli sviluppatori, che in un anno è stato sottoscritto da oltre 7000 sviluppatori; e Italia in Digitale, una serie di strumenti e corsi gratuiti che finora ha aiutato oltre un milione di persone e imprese a digitalizzarsi.
Cinque elementi di unicità
Per promuovere i propri servizi in Italia, continua Fregi, Google Cloud punta su 5 elementi di unicità: “smartness” (“mettiamo al servizio di aziende e PA la riconosciuta capacità di Google di trarre valore dai dati”), apertura (“abbiamo sempre creduto nel multicloud, nel cloud ibrido e nell’open source”), connessione (“forniamo strumenti per aiutare le persone a essere più produttive e decidere più rapidamente, ovunque si trovino”), sicurezza (“la nostra architettura è Zero Trust, e rispettiamo i requisiti europei di sovranità digitale”), e sostenibilità: “Siamo il Cloud più pulito del settore, compensiamo il 100% dell’elettricità consumata dai workload dei clienti su Google Cloud acquistando energia rinnovabile”.
Altro punto di forza su cui conta il colosso americano è l’alleanza con Telecom Italia: “Telecom Italia è l’azienda hi-tech più grande in Italia, c’è una perfetta sinergia tra la nostra capacità innovativa e la loro capacità di distribuirla in modo capillare sul territorio italiano”.
Il ruolo dei partner in Italia
Ma anche i partner italiani, continua il country manager di Google Cloud, avranno un ruolo fondamentale nella promozione dei servizi delle due nuove cloud region:
“Questo stesso evento è stato possibile grazie alla sponsorship di più di 30 partner (tra i quali, oltre ai “premier” Noovle e TIM spiccano i “signature” Accenture, Bip, Capgemini, Deloitte, Huware, Injenia, NTT Data, Reply e SAP, l’elenco completo è nell’immagine qui sotto), e ieri nel pre-evento dedicato a loro ne abbiamo avuti oltre 300: per noi sono fondamentali, diversamente da altri cloud provider abbiamo una struttura di servizi professionali molto snella e lasciamo gran parte del lavoro a loro, soprattutto per raggiungere i milioni di PMI di questo paese. Nei progetti noi mettiamo a disposizione le infrastrutture e capacità, per esempio di machine learning, che aprono tante opportunità, e i partner portano competenze e capacità di sviluppo e implementazione”.
I servizi di Google Cloud, ha concluso Fregi in conferenza stampa, si rivolgono a imprese private e PA (“anche grazie alle due region possiamo giocarci le nostre carte nella gara per il Polo Strategico Nazionale”), a grandi imprese e PMI (“con TIM stiamo pensando a pacchetti di servizi ad hoc, dopo quelli di connettività e collaborazione proposti durante la pandemia”), a startup e imprese di lunga tradizione. “I testimonial dell’evento di oggi sono un campione significativo: abbiamo avuto la banca più grande d’Italia, Intesa Sanpaolo, la startup più promettente, Bending Spoons, e una piccola azienda di 80 anni e di un settore molto tradizionale, Saccheria Franceschetti”.