Apple non vuole un metaverso, vuole un universo migliore

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Mentre la maggior parte dell’hype attorno al metaverso è l'idea di infilarsi degli occhiali in testa per esplorare esperienze virtuali, la visione di Apple si estende a implementazioni più profonde.

La notizia che Apple non ha aderito a una nuovissima alleanza industriale che appare guidata principalmente dai suoi concorrenti non è poi così sorprendente. La realtà aumentata e la realtà virtuale non dovrebbero essere definite solo come esperienze di acquisto di NFT e mezzi di evasione dal mondo reale: questi potenti strumenti dovrebbero diventare anche soluzioni che estendono e abbracciano il nostro universo esistente.

Ma partiamo dall’inizio. Apparentemente Apple ha rifiutato di unirsi a un nuovo gruppo chiamato Metaverse Standards Forum, che può già contare su alcuni dei nomi più importanti in questo nuovo settore tecnologico. Le aziende associate attualmente includono infatti Microsoft, Sony, Nvidia, Adobe e alcuni dei maggiori concorrenti di Apple, tra cui Facebook (ora Meta) ed Epic Games.

Per quel che vale, nemmeno Alphabet si è unita al gruppo, che si descrive come uno spazio in cui le aziende e le organizzazioni di standardizzazione “promuoveranno l’allineamento sugli standard di interoperabilità del metaverso”. Per raggiungere questo obiettivo, il gruppo afferma che “accelererà lo sviluppo di standard tramite progetti pragmatici e basati sull’azione”.

Che cos’è il Metaverse Standards Forum?

L’idea alla base di questi progetti basati sull’azione è, a quanto pare, aiutare le diverse visioni del metaverso a lavorare insieme, il che suona teoricamente come una cosa positiva. Cosa potrebbe esserci di male infatti nel poter passare senza interruzioni tra questi mondi virtuali, in particolare se tutti offrono la possibilità di spendere denaro non virtuale per abiti firmati virtuali? Alcuni colossi tech non aspettano altro.

Più specificamente, il Metaverse Standards Forum afferma che potrebbe essere coinvolto in “diversi domini tecnologici”, come ad esempio:

  • Asset 3D interattivi e rendering fotorealistico
  • Interfaccia umana e paradigmi di interazione tra cui AR, VR e XR
  • Contenuto creato dall’utente
  • Avatar, gestione dell’identità e privacy
  • Transazioni finanziarie
  • IoT e digital twin
  • Sistemi geospaziali

Vale la pena sottolineare che Apple sta già lavorando con alcune delle 35 società fondatrici citate nel comunicato stampa del Metaverse Standards Forum; ha collaborato ad esempio con Adobe e Pixar per sviluppare il formato di file 3D USDZ. Vale anche la pena osservare che Apple al momento non offre un prodotto per il metaverso, al di là delle capacità AR già disponibili sulle sue piattaforme.

I piani di Apple rimangono virtuali, per ora

Perché Apple dovrebbe unirsi a un’associazione simile quando non ha ancora sul mercato un prodotto per il metaverso? Tim Cook, ha rilasciato qualche altro suggerimento sui piani AR di Apple in Cina la scorsa settimana: “Non potrei essere più entusiasta delle opportunità in questo nuovo spazio tecnologico. Rimanete sintonizzati e vedrete cosa abbiamo da offrire”.

Non penso però che sia solo la segretezza o il desiderio di mettere un po’ di distanza tra l’azienda e alcuni dei suoi concorrenti a guidare la decisione di Apple di non aderire al Forum. Né penso che rappresenti (ancora) la prossima iterazione della guerra degli standard.

Penso invece che alla base ci sia una differenza filosofica fondamentale. Mentre infatti la maggior parte dell’hype attorno al metaverso è l’idea di infilarsi gli occhiali in testa per esplorare esperienze virtuali come se fossimo dei personaggi di The Sims, penso che la visione di Apple si estenda a implementazioni più profonde.

La realtà aumentata dovrebbe migliorare la realtà, mentre la realtà virtuale dovrebbe offrire alle persone l’opportunità di sperimentare mondi migliori. Apple vorrà portare queste tecnologie all’intersezione tra tecnologia e arti liberali per aumentare e migliorare le capacità umane. Si tratta di creare soluzioni veramente utili per le persone.

Apple non sta costruendo un metaverso

Apple vuole estendere l’universo creando soluzioni che trasformano le vite, piuttosto che consentire la creazione di sovra-realtà un po’ distopiche che confondono i nostri sensi senza un vero scopo reale.

Al momento, l’unico vero rischio che Apple deve affrontare non entrando a far parte del nuovo organismo di standardizzazione è familiare all’azienda: i concorrenti possono arrivare per primi sul mercato con le loro visioni, ma Apple si sforzerà di fornire soluzioni che mirino a soddisfare i reali bisogni umani.

L’abbiamo già visto con iPhone, iPad e Apple Watch. L’abbiamo sperimentato con l’iPod. La rinascita del Mac negli ultimi 20 anni riflette la stessa realtà. In definitiva, la progettazione del prodotto richiede che ciò che viene realizzato offra esperienze significative e orientate a uno scopo utile. Ecco perché secondo me Apple non è interessata a creare un suo multiverso, ma vuole creare un universo migliore. Ce la farà? Solo il tempo potrà dircelo.

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Niantic rende più reale il Metaverso con Lightship

Niantic rende più reale il Metaverso con Lightship
La piattaforma Lightship di Niantic ha l’obiettivo di creare una mappa il più possibile completa del mondo reale, in cui posizionare con precisione le esperienze di realtà aumentata

Che il futuro sia nel Metaverso ormai è abbastanza scontato, ma che forma avrà è ancora una scommessa. Niantic, società di sviluppo californiana, resa celebre in particolare dalla propria app Pokemon Go, punta tutto sulla realtà aumentata, in particolare sulla piattaforma Lightship, presentata per la prima volta nel 2021.

Lo scopo di Lightship è tanto semplice concettualmente quanto complesso sul piano della realizzazione: mappare il mondo reale, in modo completo e accurato, in modo da offrire agli sviluppatori la possibilità di collocare facilmente le proprie esperienze di realtà aumentata, interagendo correttamente con l’ambiente esterno.

Attualmente sono state mappate oltre 30.000 posizioni pubbliche, in particolare a San Francisco, Londra, Tokyo, Los Angeles, New York e Seattle, non solo all’esterno ma anche all’interno di edifici di interesse, come musei e attività. Il lavoro è stato possibile in gran parte grazie ai dati raccolti attraverso le app di Niantic, prima tra tutte proprio Pokemon Go: brevi video di oltre 17 milioni di posizioni, elaborati poi dalla piattaforma per mappare correttamente gli ambienti.

Localizzazione e persistenza in Lightship

LightshipI concetti alla base della piattaforma Lightship sono localizzazione e persistenza, ovvero la possibilità di collegare esperienze sempre attive a luoghi specifici. Al fine di garantire un’esperienza il più possibile immersiva e godibile, il sistema non si limita a determinare con precisione la posizione degli utenti che stanno interagendo, ma anche la direzione verso cui sono girati, in modo da far apparire correttamente gli elementi di realtà aumentata.

Gli sviluppatori di realtà aumentata possono utilizzare Lightship per ambientare con il massimo realismo le proprie applicazioni, interagendo con il mondo reale. Inoltre, possono aggiungere eventuali location mancanti, attraverso l’app Wayfarer, sempre di Niantic, attualmente ancora in fase di beta.

Tutte queste novità, insieme a panel tecnici e momenti di confronto, hanno preso vita nel corso del Lightship Summit 2022. Tra i partner che hanno partecipato all’evento e che sono coinvolti nel progetto, JR Reality di Superblue, AREALM di FoundrySix, PIXELYNX, Shueisha XR, Rhizomatiks, Liquid City e TRIPP.

Per poter iniziare a utilizzare la piattaforma, che è compatibile con iOS, Android e Unity, gli sviluppatori possono creare un account dal sito dell’Augmented Reality Developer Kit di Lightship, a partire da questo link.

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