La portfolio company del fondo HIG ha acquisito la società veneta, fondata nel 1981 e Platinum Partner di Liferay, oltre che partner di Oracle, IBM, Red Hat, HP, VMware e Dell
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HIG Europe, filiale europea del fondo d’investimento internazionale HIG Capital, ha annunciato l’acquisizione di SMC Treviso Srl da parte della propria portfolio company DGS SpA, società con sede a Roma specializzata in servizi IT e systems integration.
SMC è stata fondata nel 1981, e negli anni ’90 ha lanciato il suo sistema ERP Practor, poi evoluto in Open Square e Open Square Digital Lake. Sul suo sito dichiara oltre 400 clienti in Europa e più di 170 professionisti. Come spiega una nota vanta un forte posizionamento nel nord e centro Italia e un ricco portafoglio clienti nell’industria, nella PA, nelle banche e nelle assicurazioni. È Platinum Partner di Liferay, fondatore di RIOS (Rete Italiana Open Source), e vanta partnership anche con Oracle, Red Hat, IBM, HP, VMware e Dell.
L’acquisizione di SMC rappresenta la terza acquisizione completata da DGS da quando è stata acquisita a sua volta da HIG a settembre 2020. Le prime due sono state LumIT, specialista di cybersecurity, e Sarce (digital transformation e cloud management).
“L’acquisizione di SMC ci darà accesso alle tecnologie Open Source, in particolare Liferay, segmento in forte crescita e di rilevanza strategica nel mondo ICT, permettendo considerevoli opportunità di cross-selling sull’attuale base clienti del Gruppo. L’operazione costituisce inoltre un importante passo avanti per l’implementazione del nostro piano strategico di ampliamento delle competenze tecnologiche, della specializzazione nel settore industriale e della copertura geografica”, ha commentato nel comunicato Vincenzo Fiengo, Co-CEO di DGS.
Riccardo D’Avella, Presidente di SMC, ha aggiunto: “SMC è sempre stata in grado di anticipare e soddisfare i bisogni dei propri clienti. Oggi è indispensabile avere la scala necessaria e una gamma completa di soluzioni per coprire le esigenze della clientela a 360 gradi: la strategia implementata da DGS è convincente e ne vogliamo fare parte per contribuire a realizzarne gli obiettivi”.
Sempre nella nota, Raffaele Legnani, Managing Director di HIG Capital in Italia, aggiunge: “Siamo entusiasti di annunciare questa nuova acquisizione che riflette la strategia di HIG, a fianco del management di DGS, di supportare il gruppo nella sua crescita per linee esterne. Contiamo di raggiungere traguardi sempre più importanti e portare la società a essere uno dei leader nel panorama ICT italiano”.
MSP, in Italia il mercato vale 3,4 miliardi: la fotografia di IDC
I servizi più diffusi, i 3 tipi di Managed Service Provider, i settori a più alta domanda e i modelli di princing: intervista con Daniela Rao, Senior Research & Consulting Director IDC Italia
Si occupa di sistemi informativi business, trasformazione digitale, impatti delle tecnologie sulla gestione delle aziende, e delle strategie dell'Industria ICT (fornitori, distributori, system integra... Leggi tutto
Una delle tendenze più diffuse ed evidenti nel mondo degli operatori di canale ICT è che praticamente tutti i vendor stanno dedicando una parte dei loro Partner Program agli MSP (Managed Service Provider). L’ascesa di questo modello di business è confermata da tutti gli analisti di mercato, per gli indubbi vantaggi rispetto alla tradizionale fornitura di servizi IT sia lato domanda che lato offerta.
Lato domanda, il modello MSP va incontro alle esigenze soprattutto delle piccole e medie aziende, sempre a corto di risorse interne per gestire l’IT. Il cliente affida la gestione di parti del suo sistema informativo al MSP pagando un canone fisso mensile, e avendo la garanzia per contratto dell’assistenza 24/7 e di livelli qualitativi minimi concordati e prefissati.
Lato offerta, il MSP può pianificare l’uso delle sue risorse più facilmente rispetto all’approccio “break/fix” classico (intervengo solo se il sistema del cliente si guasta), e anche la sua gestione finanziaria, perché le entrate ricorrenti legate ai canoni rendono il flusso di cassa più prevedibile.
Daniela Rao, Senior Research & Consulting Director IDC Italia
Infine l’MSP è anche un modello tecnologico nuovo, perché si basa su attività continue a basso valore aggiunto che è logico affidare a soluzioni di automazione, che permettono una forte scalabilità.
Per tutti questi motivi, seppure con un certo ritardo rispetto al Nord Europa e ai mercati USA e UK, il modello MSP si sta diffondendo anche in Italia. Ne abbiamo parlato con Daniela Rao, Senior Research and Consulting Director di IDC Italia.
Quali sono le categorie di servizi più tipicamente offerte come Managed Services?
Le categorie di Managed Services più diffuse sono Hosting, Application management, IT outsourcing, e servizi di outsourcing per Network ed Endpoint. Sono erogati da fornitori ICT che possiedono Data Center e che sempre più spesso offrono questi servizi con modalità tipiche dei servizi Cloud, ovvero con offerte standardizzate one-to-many, modulari e scalabili, caratterizzate da pay-per-use, self-provisioning e monitorabili utilizzando API, portali Web e applicazioni per dispositivo mobile.
Ad esempio: il servizio di Hosting tradizionale (il managed service più semplice e diffuso) che prevede appunto l’hosting di un sito web o di un’applicazione su un server del data center di un fornitore ICT, è sempre più spesso offerto come Cloud Hosting che rende accessibili le applicazioni e i siti web utilizzando risorse cloud. A differenza dell’hosting tradizionale, le soluzioni non vengono distribuite su un singolo server. L’applicazione o il sito Web sono invece ospitati su una rete di server cloud virtuali e fisici connessi, garantendo una maggiore flessibilità e scalabilità.
Quali sono i profili più diffusi di operatori MSP in Italia in termini di dimensione e modello di business?
Il mercato italiano dei Managed Services ha raggiunto nel 2021 i 3400 milioni di euro, destinati a crescere nei prossimi 3 anni con un incremento medio annuo intorno all’1-2%.
In questo mercato sono presenti un centinaio di fornitori attivi a livello nazionale, suddivisibili in 3 gruppi strategici di fornitori, con caratteristiche simili in termini di strategie di offerta, go-to-market e politiche di prezzo dei Managed Services: Telco, Hoster e IT Outsourcer.
Il gruppo dei Telco presenta un’offerta centrata su servizi infrastrutturali (hosting e gestione di infrastrutture dei clienti), proposti insieme a connettività, con alti livelli di sicurezza, capacità e affidabilità della rete. I ricavi (in ordine di importanza) sono generati da:
• Managed services (inclusi outsourcing di rete e IT, network management, network security e DRBC);
• Hosting (anche erogato come Virtual Hosting, Cloud Hosting);
• Cloud services, sia Private che Public, essenzialmente servizi IaaS, orientati alla gestione dell’infrastruttura dei clienti;
• Colocation (offerta soprattutto wholesale a OLO e ISP di piccole dimensioni).
Pochi grandi Telco si contendono il mercato delle grandi aziende, mentre la maggior parte degli operatori minori e ISP si rivolgono alle PMI.
Il gruppo degli Hoster presenta un’offerta centrata su servizi di hosting, gestione e sviluppo dei siti web e applicazioni dei clienti, proposti insieme a servizi di registrazione domini, web design, advertising, digital marketing, in genere rivolti alle PMI presenti su Internet con siti web e di e-commerce.
Infine il gruppo degli IT Outsourcer caratterizzato da un’offerta centrata su Managed services e Private Cloud, proposti come evoluzione e/o componenti dell’outsourcing IT (basati su Data Center proprietari e/o di terzi) insieme a servizi di system integration, consulenza IT, rivolta a grandi organizzazioni clienti con progetti a lungo termine e personalizzati. I principali servizi offerti sono:
• Managed services, che includono molteplici servizi di outsourcing IT e gestione di applicazioni, erogate con modalità personalizzate, più «tradizionali» (on site) e/o in Cloud in relazione alle esigenze del cliente
• Cloud services, prevalentemente Private Cloud, orientati alla gestione degli applicativi e degli ambienti IT (inclusi middleware, hardware, periferiche) delle grandi aziende clienti,
• Colocation e Hosting, mai offerti come singoli servizi, ma presenti come complemento in molti progetti personalizzati.
Quali sono i modelli di pricing più diffusi?
Il modello di pricing dei servizi di IT outsourcing, Network and Endpoint Outsourcing Services e Application Management è quello “a la carte”: si tratta di servizi acquistati da grandi imprese nell’ambito di contratti pluriennali, SLA e specifici servizi tecnologici e di supporto.
Per i servizi di Hosting, rivolti anche alle PMI, il modello di prezzo più diffuso invece potrebbe essere il “Tiered pricing”, dove il servizio con diverse opzioni (da basic a premium) è offerto con abbonamenti annuali.
Quali sono i settori economici che esprimono più forte domanda di servizi MSP in Italia?
Le imprese con oltre 1000 addetti generano circa l’80% del valore del mercato italiano, le imprese con 100-999 addetti generano il 5%, mentre le PMI da 1 a 99 generano il restante 15%.
La Pubblica Amministrazione (inclusa la Sanità) genera circa il 25% del valore totale del mercato, mentre il settore Finance genera il 15% e quello dei Servizi (servizi alle imprese, utilities, trasporti, ICT, servizi alle persone) genera circa il 40%. La quota restante (20%, ndr) è generata dalle Industrie.
Qual è il livello di maturità del mercato MSP italiano rispetto ai principali paesi europei?
La differenza più significativa tra il mercato (domanda e offerta) italiano e quello europeo è relativa alla presenza di moltissime micro-imprese (meno di 9 addetti) e molte PMI (da 10 a 99 addetti) orientate ad acquistare servizi semplici e meno costosi, come ad esempio servizi di Hosting per il loro sito web. Questa struttura del tessuto produttivo spinge l’offerta di molti MSP italiani (principalmente gli Hosters) a competere sui servizi di Hosting “basic” focalizzandosi su un continuo abbassamento dei prezzi.