Gli obiettivi di sostenibilità guidano gli acquisti nei data center
Gli operatori di data center stanno valutando nuovi approcci alla gestione termica mentre affrontano i crescenti requisiti di elaborazione e si sforzano di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Non sono i soli a dare priorità alla sostenibilità: gli acquirenti IT aziendali sono sempre più alla ricerca di data center con certe credenziali di sostenibilità e prendono decisioni di acquisto basate sulla presenza di pratiche atte a ridurre le emissioni di gas serra.
Questo è il punto cruciale dei risultati della società di ricerca e consulenza Omdia, che la scorsa settimana ha presentato il suo Data Center Thermal Management e Sustainability Intelligence Service. Questo servizio è finalizzato all’analisi delle migliori pratiche e strategie di data center sostenibili, con particolare attenzione alle nuove tecnologie come il raffreddamento a liquido e i sistemi di accumulo di energia.
Il raffreddamento, in particolare, è un’area di interesse in netta crescita. Le apparecchiature raffreddate ad aria dominano i data center oggi, ma le soluzioni di raffreddamento a liquido stanno attirando l’attenzione degli operatori di data center alle prese con nuovi requisiti di workload e iniziative di sostenibilità. Omnia prevede che il mercato della gestione termica dei data center, che include il raffreddamento a liquido, crescerà da 4 miliardi di dollari nel 2020 a 7,7 miliardi di dollari entro il 2025.
Altre nuove tecnologie che possono cambiare le regole del gioco per gli obiettivi di sostenibilità includono una maggiore efficienza, apparecchiature con ingombro ridotto e analisi abilitate all’intelligenza artificiale. Fa tutto parte del più ampio movimento ambientale, sociale e di governance (ESG), un nuovo approccio divisivo alla responsabilità aziendale. Per alcuni, l’ESG è un modo per rendere un’azienda più responsabile dal punto di vista sociale e ambientale per il business che svolge. Per altri, queste pratiche rappresentano invece una pressione sulle aziende affinché rispettino regole e regolamenti che potrebbero non essere nel loro migliore interesse.
Per ora, ESG è un qualcosa di opzionale, afferma l’analista di Omdia Moises Levy. “Costo e affidabilità sono ancora i principali ostacoli alle vendite. Detto questo, abbiamo anche leggi e regolamenti in arrivo che molte aziende vengono spinte a esaminare. Pertanto, una futura regolamentazione potrebbe trasformare l’ESG da opzione a pratica obbligatoria”.
La pressione per essere più rispettosi dell’ambiente proviene da una varietà di fonti, inclusi dipendenti più giovani e più socialmente impegnati, ha affermato Levy. Alcune regioni come l’Europa, inoltre, si stanno impegnando più di altre verso questo obiettivo. La tendenza è guidata anche da fornitori come Amazon, Google e Meta. “Tutte queste aziende guardano con interesse a ESG perché sono alla ricerca di soluzioni migliori a lungo termine. Inoltre, hanno le risorse necessarie e possono investire in questa tecnologia”, continua Levy.
“Credo che gli stakeholder dei data center stiano facendo grandi passi verso la sostenibilità perché questa è una tendenza sempre più importante e significativa. Ma non dobbiamo dimenticare la visione completa del data center. Non si tratta solo di sostenibilità. Bisogna anche tenere conto dell’efficienza, della produttività, delle operazioni e capire in che modo tutto ciò influisca sul rischio”, ha affermato Levy.
I clienti si preoccupano perché vogliono fare meglio e vogliono essere più responsabili verso l’ambiente. Ci sono in gioco anche incentivi finanziari. “Anche i prestiti legati alla sostenibilità per finanziare progetti stanno aumentando”, continua Levy. “Se state quindi sviluppando il vostro data center per renderlo più sostenibile, potete accedere a molti finanziamenti”.
Nel quadro generale, le tecnologie per supportare ampi sforzi di sostenibilità necessitano di maggiore maturità. “Sono necessarie ulteriori ricerche e studi di casi per dimostrare che queste tecnologie possono funzionare. Ci sono ancora molte incognite”, conclude Levy. “Siamo ancora agli inizi, ma la consideriamo la strada giusta da percorrere. La cosa certa è che sono necessari più innovazione e sforzi di collaborazione per raggiungere un futuro sostenibile”.