Il CIO come Chief Integration Officer

Chief Integration Officer
Con la loro visione d’insieme su tutte le funzioni aziendali, i CIO sono leader naturali dell'integrazione. E sono anche ben posizionati per diventare i principali “influencer” della strategia aziendale

Con il fiorire delle iniziative digitali, il CIO è uno dei pochi manager con una visione d’insieme su tutte le funzioni aziendali e sul modo in cui lavorano nel contesto aziendale, inclusi il progresso digitale, le capacità, le sfide e i talenti. Per questi motivi, in molte aziende la tradizionale figura del CIO è stata ampliata a quella di Chief Integration Officer, che ha la responsabilità di integrare team interfunzionali di business e IT, ecosistemi di partner, obiettivi aziendali e IT.

Il ruolo del CIO è diventato molto più strategico. Non si tratta più di una responsabilità funzionale, ma di orchestrare le capacità tecnologiche per fornire ciò di cui l’azienda ha bisogno”, afferma Khalid Kark, direttore della ricerca e managing director del CIO Program di Deloitte. “Stiamo assistendo a un’espansione significativa nel ruolo di CIO, che comprende responsabilità che non c’erano prima del COVID”. Tra queste Kark include la monetizzazione di dati e tecnologia,reinventare il modo in cui il lavoro viene svolto attraverso l’automazione, maggiore attenzione sulle tecnologie emergenti per guidare le soluzioni aziendali.

Ciò può essere dovuto al fatto che le grandi organizzazioni stanno rimescolando gli organigrammi per collocare Chief Data Officer, Chief Digital Officer e Chief Technology Officer sotto la guida del CIO. L’obiettivo è un approccio più coerente alla strategia tecnologica complessiva.

Altrimenti, la tecnologia sarà di nuovo gestita in silos e l’azienda non saprà a chi rivolgersi come interlocutore”, dice Kark.

I CIO come integratori della strategia aziendale

I CIO sono più adatti per il ruolo di responsabili dell’integrazione rispetto ad altri dirigenti della C-suite”, afferma Lookman Fazal, CIO di NJ Transit, la terza agenzia di trasporto pubblico più grande degli Stati Uniti, che fornisce quasi un milione di viaggi al giorno.

“L’IT ha sempre integrato i sistemi e siamo abituati a cambiare le tecnologie ogni tre anni. Prima lo facevamo con gli strumenti, non con le persone”, afferma Fazal. Oggi, i CIO stanno riunendo le persone insieme ai processi per avere un impatto sulla strategia aziendale. Mentre la maggior parte dei dirigenti della C-suite si concentra sulle operazioni quotidiane, “i responsabili digitali guardano al futuro e vedono cosa sta arrivando all’orizzonte“.

Fazal ha preso le redini dell’integrazione per cambiare la mentalità della società di trasporto pubblico da un monopolio statale a un’organizzazione competitiva tra imprese e consumatori. “Offriamo un prodotto (il trasporto). Abbiamo bisogno che i consumatori acquistino il nostro prodotto e dobbiamo rimanere competitivi“, afferma. “Quindi come possiamo fidelizzare i clienti, aumentare le entrate, stare al passo con la concorrenza e non chiudere?”.

Nell’ambito di questo progetto è stato sviluppato un programma fedeltà che offre punti di viaggio che i clienti possono riscattare presso attività commerciali vicino alle fermate dei trasporti. Il team IT non solo ha creato la piattaforma per il progetto, ma Fazal ha contribuito a creare il business case, ne ha identificato l’impatto su ciascuna business unit e ha quindi sviluppato i processi di gestione del cambiamento attorno ad essa. “L’IT è nella posizione migliore per esaminare l’impatto del cambiamento di processo nell’organizzazione”, afferma.

L’integrazione con partner ed ecosistemi esterni

La strategia aziendale spesso si scontra con una carenza di competenze e i CIO sono chiamati a integrarsi con partner commerciali ed ecosistemi esterni.

Nimesh Mehta, CIO della compagnia di assicurazioni National Life Group, ha riunito partner esterni all’azienda per creare un vantaggio competitivo sotto forma di approvazione ed emissione immediata delle polizze. Con il precedente approccio dell’azienda, il processo di richiesta e sottoscrizione richiedeva in genere 20 o più giorni per l’approvazione. Mehta e il suo team hanno immaginato di poter emettere policy complicate all’istante e “senza intervento umano”.

Abbiamo riunito non solo team interni, ma anche quattro fornitori nel settore assicurativo, inclusi un fornitore di software, integratori di sistemi e partner di dati, e abbiamo creato un team con una visione molto chiara per passare dal punto A al punto B ”, spiega Mehta. Il progetto, il primo del suo genere negli Stati Uniti, ha richiesto 18 mesi di sviluppo ed è stato completato nel giugno 2022.

L’integrazione richiede un cambiamento negli stili di leadership

I CIO potrebbero dover modificare il loro stile di leadership per lavorare con successo con i gruppi al di fuori dell’IT.

Serve un po’ di umiltà, perché quando entri in team in cui non hai familiarità con i loro domini e le loro competenze, puoi commettere errori”, dice Steve Zerby, CIO di Owens Corning. “Devi anche essere disposto a dare ciò di cui il team ha bisogno e non necessariamente ciò che vuoi offrire tu, sia che si tratti di assistenza al processo e alla gestione del cambiamento, di guida dei talenti o semplicemente di una prospettiva globale basata sull’esperienza“.

Come parte del suo ruolo di integrazione, Mehta sta aiutando l’organizzazione a passare dal concetto di “team” a “teaming“, ovvero assistere “persone che non hanno mai lavorato insieme e devono riunirsi per risolvere un problema“, afferma Mehta. Ciò richiede modifiche allo stile di leadership del CIO. “Deve articolare una visione molto chiara, affinare le sue capacità di comunicazione e storytelling, imparare a gestire le diversità di pensiero e di personalità, avere la capacità di influenzare”.

Quali sono le competenze richieste?

Secondo Kark di Deloitte, i CIO dovrebbero assicurarsi di avere capacità in almeno una delle tre aree emergenti di responsabilità: monetizzare dati e tecnologia, ripensare il lavoro, implementare le tecnologie emergenti per guidare la strategia aziendale.

Ciò a volte significa assumere persone con competenze diverse. In un report di Deloitte, che sarà pubblicato questo autunno, è stato chiesto ai CIO di classificare le competenze personali e tecnologiche che guideranno le assunzioni nei prossimi due anni. “La maggior parte dei CIO intervistati è alla ricerca di abilità umane come creatività, pensiero e soluzioni fuori dagli schemi, piuttosto che di abilità tecniche“, afferma Kark.

Stacy Collett

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Deloitte
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4 step per mostrare il valore dell’IT in termini di business

lezioni 2022
I CIO devono dimostrare efficacemente il valore dell'IT ai propri colleghi aziendali. Ora più che mai, è fondamentale che i leader IT imparino a vincere questa sfida

I CIO si confrontano con una sfida di lunga data: come dimostrare efficacemente il valore dell’IT. E’ una questione pervasiva. In un sondaggio, la società di ricerca Gartner ha rilevato che il 63% dei CIO intervistati fatica a comunicare il valore dell’IT. Il 14% di loro afferma di essere riuscito raramente nell’impresa.

Dati confermati dal report CEO-CIO Alignment Diagnostic di Info-Tech Research Group, secondo il quale l’80% dei CIO e dei CEO è frustrato dall’incapacità dell’IT di fornire valore, anche se i leader della C-suite considerano la fornitura di benefit come l’obiettivo più importante dell’IT.

In effetti analisti, consulenti e manager IT esperti affermano che i CIO necessitano di una strategia su più fronti per dimostrare il valore aziendale dell’IT e mostrare quanto l’IT influisca positivamente sui risultati aziendali.

“I CIO stanno scoprendo cosa significa effettivamente ‘fornire valore’, lo stanno monitorando in modo coerente e si stanno connettendo direttamente ai miglioramenti, alle varie iniziative e attività”, dice Ross Armstrong, direttore di ricerca presso Info-Tech Research Group. “Il prossimo passo è capire come mostrare questo valore”.

Ecco alcuni suggerimenti che i CIO possono mettere in pratica per garantire che l’IT ottenga la credibilità aziendale che merita.

Garantire l’allineamento tra business e IT

Il modo più efficace per mostrare il valore che l’IT apporta al business è prima fornirlo effettivamente, e poi comunicarlo. Questa, tuttavia, rimane una sfida per molti. Info-Tech Research Group, per esempio, ha rilevato che due terzi dei CIO non sono allineati con i loro CEO quando si tratta del ruolo di destinazione dell’IT.

Il ruolo di un leader IT non è fornire tecnologia, ma promuovere valore aziendale attraverso la tecnologia“, afferma Armstrong. “Quindi la sfida per il CIO è capire di cosa ha effettivamente bisogno l’azienda quando dice: ‘Devi fornire valore’. I CIO ricevono questo messaggio da un po’ di tempo, ma molti non sanno ancora come rispondere“.

Larry Wolff, che in qualità di fondatore e CEO della società di consulenza Wolff Strategy Partners si è concentrato da tempo su ciò che definisce “il percorso del valore dell’IT“, afferma che i CIO che vogliono creare dipartimenti IT innovativi devono prima conquistare la credibilità e la fiducia dei colleghi delle altre business unit.

Ciò significa fornire i fondamentali in modo impeccabile, identificare le opportunità per migliorare le operazioni aziendali e sviluppare programmi di innovazione.

Se l’IT si occupa solo di mantenimento, allora non offre valore. Quindi migliorate i servizi IT, per esempio fornendo servizi migliori a un costo inferiore o promuovendo aggiornamenti di software e infrastruttura. E poi collaborare con i leader aziendali per sviluppare insieme progetti di trasformazione”, afferma Wolff. “L’IT eseguirà sempre del lavoro di manutenzione e aggiornamenti, ma si spera che sia anche motore di trasformazione. Si tratta di un cambiamento nell’equilibrio, in cui il CIO è in grado di introdurre continuamente trasformazioni con un ROI positivo”.

Fornire risultati aziendali, non progetti IT

Bobby Cameron, vicepresidente e analista presso la società di ricerca Forrester, afferma che la maggior parte delle organizzazioni parla ancora di “finanziamento di progetti IT”. Il suo consiglio è di parlare invece di finanziamento di risultati aziendali specifici.

Questo richiede ai CIO e ai loro team IT di pianificare, gestire e creare report in termini di business“, spiega Cameron. “E richiede che anche i leader delle funzioni aziendali diventino e rimangano coinvolti nell’iniziativa“.

Secondo questo approccio i dirigenti, incluso il CIO, devono identificare e articolare in che modo esattamente la tecnologia supporta un obiettivo aziendale. Ciò a sua volta aiuta tutte le persone coinvolte a comprendere la ragion d’ essere della tecnologia e consente a tutti di identificare se e in che misura l’iniziativa è riuscita.

Cameron cita il caso del CIO di una società di assicurazioni immobiliari che ha fatto pressioni, senza successo, per finanziare l’aggiornamento del suo stack tecnologico e aumentare così resilienza e velocità. Il CEO ha respinto la richiesta perché riteneva che la tecnologia legacy funzionasse ancora. Ma il CIO ha ottenuto l’approvazione del CEO e il sostegno della suite esecutiva quando ha spostato l’attenzione sul progetto, spiegando che avrebbe supportato gli obiettivi di vendita e marketing e migliorato in modo dimostrabile i ricavi e la redditività.

Thomas Phelps, CIO e vicepresidente senior della strategia aziendale presso il produttore di software Laserfiche, ha una visione simile.

I CIO possono avere difficoltà nel comunicare come una nuova iniziativa digitale crei valore aziendale in un modo che sia comprensibile per la C-suite e il cda“, afferma. “Mettetevi nei panni di un investitore e parlate nella lingua a cui risponderà la C-suite. Preparatevi a spiegare in pochi minuti – e con il giusto set di elementi visivi e narrazione avvincente – come un’iniziativa digitale potrebbe aumentare le entrate, ridurre i costi, mitigare i rischi o portare in altro modo al risultato aziendale desiderato“. Aggiunge che anche qualcosa di tecnico come una iniziativa di containerizzazione, che in genere non suscita interesse nella C-suite, potrebbe guadagnare terreno quando viene posizionata come chiave per un risultato aziendale specifico come la riduzione dei costi.

Identificare le metriche IT che dimostrano il successo aziendale

L’IT ha utilizzato convenzionalmente metriche che misurano le prestazioni della tecnologia, ma fanno poco per mostrare quanto supporta i risultati aziendali. Cameron consiglia ai CIO di trovare modi più orientati al business per quantificarli, per esempio attraverso gli obiettivi e i risultati chiave (OKR).

Anche Benjamin Rehberg, amministratore delegato di Boston Consulting Group Nord America, sostiene l’uso degli OKR, che descrivono ciò che i CIO stanno cercando di fare e consentono loro di misurare se l’IT ha raggiunto i propri obiettivi, in che misura e l’impatto di tali risultati. Per esempio, un obiettivo potrebbe essere ridurre di una certa percentuale il tempo necessario per eseguire una transazione: in questo caso gli OKR mostrano quanto l’IT sia arrivato vicino a raggiungere o superare l’obiettivo e quanto valgono le sue prestazioni.

Mark Taylor, CEO della Society for Information Management (SIM), un’associazione professionale per CIO e responsabili IT, suggerisce di partire dal ritorno sull’investimento (ROI) e altre misure finanziarie del successo di un’iniziativa tecnologica, per esempio quanto aumenta le entrate, aumenta la redditività o diminuisce i costi.

I CIO possono e devono quantificare l’impatto delle iniziative tecnologiche su altre funzioni aziendali, per esempio quanto accelerano la conclusione di un accordo e quanto influiscono sulle relazioni con i clienti”, afferma Taylor. “I CIO possono anche utilizzare le metriche dei risultati aziendali come i days sales outstanding (DSO), ovvero i tempi medi di pagamento delle fatture, per mostrare il valore della tecnologia back-end come un sistema ERP”.

Sono tutte misurazioni su cui la tecnologia può avere un impatto e spetta al responsabile tecnologico conoscerle“, aggiunge Taylor, sottolineando che i sistemi odierni consentono effettivamente ai CIO e ai responsabili delle unità aziendali di raccogliere i dati da un insieme molto più ampio di metriche.

Juan Perez, CIO di Salesforce, conferma l’importanza di identificare e utilizzare parametri che quantificano l’impatto positivo dell’IT sugli obiettivi di business.

Le giustificazioni per gli investimenti IT dovrebbero essere strettamente allineate con gli obiettivi aziendali e le strategie IT dovrebbero essere in linea con le strategie aziendali al fine di massimizzare il ritorno su tali investimenti“, afferma. “Per i CIO, è importante che sia i professionisti IT che quelli aziendali concordino sulle metriche che definiscono un investimento di successo e collaborino per agire insieme e monitorare i risultati“.

Come esempio indica l’interesse aziendale nell’utilizzo dell’automazione per ridurre le attività manuali di basso valore in modo che i lavoratori possano dedicare più tempo ad attività incentrate sul cliente che guidano la crescita e le entrate. Quindi i CIO qui possono quantificare quante ore di lavoro vengono risparmiate dall’automazione e il valore di ciò.

Condividere la “storia” dell’impatto dell’IT

L’uso delle metriche per quantificare il valore dell’IT è solo metà dell’equazione, secondo gli esperti. L’altra metà consiste nel raccontare la storia dell’IT, un’altra area che è stata tradizionalmente un ostacolo per i responsabili tecnologici.

Il valore degli investimenti tecnologici non è stato comunicato in modo appropriato. E’ un grande punto dolente per l’IT e per l’azienda, anche se c’è stato un’evoluzione dal considerare l’IT come un centro di costo al considerarla come un centro di valore”, afferma Armstrong. “L’IT continua a non essere vista come un partner strategico per l’azienda, perché non misura correttamente e non comunica. Quindi c’è un disallineamento su cosa significhi effettivamente valore per l’IT e per il business”.

Per essere chiari, i CIO non hanno bisogno di una campagna di marketing su vasta scala. Si tratta, piuttosto, di condividere i dettagli sui successi dell’IT e inserirli nel contesto aziendale. I CIO non dovrebbero presumere che i colleghi del business possano vedere di persona come la tecnologia offre valore all’azienda.

Nell’IT non c’è abbastanza attenzione alla narrazione“, afferma Armstrong. “I CIO devono ricordare che le parole contano e non devono essere troppo tecnici. In secondo luogo, devono conoscere il loro pubblico. Terzo, sapere chi è il proprio interlocutore e quale problema sta cercando di risolvere. Raccontare come l’avete aiutato a superare quel problema è ciò che crea una grande storia”.

Mary Pratt

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Salesforce
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