NetApp BlueXP unifica la gestione dello storage. Obiettivi: efficienza e sostenibilità

NetApp BlueXP unifica la gestione dello storage. Obiettivi: efficienza e sostenibilità
Tutte le decine di prodotti software per lo storage di NetApp funzioneranno ora attraverso il nuovo livello di controllo BlueXP, in un'ottica di semplificazione della gestione dello storage per i team IT.

NetApp ha annunciato che le sue offerte di storage on-premise e cloud sono ora unificate sotto l’ombrello di un’unica piattaforma, chiamata BlueXP, che funge da piano di controllo per ciascuno dei suoi prodotti e semplifica la gestione dello storage aziendale.

Secondo NetApp, BlueXP, che è un aggiornamento gratuito per tutti i clienti, è una reazione alla realtà che sempre più spesso porta gli ambienti di storage delle aziende a soluzioni ibride, combinando storage on-premise, edge e diversi fornitori cloud. “Moltissime aziende sono coinvolte in iniziative di trasformazione digitale che procedono a ritmi diversi”, ha dichiarato Ronen Schwartz, Senior Vice President e General Manager per il cloud storage di NetApp. “Con l’aumento degli investimenti nel cloud, la maggior parte delle aziende si affida a fornitori come gli hyperscaler e, per quanto riguarda lo storage, si affida ai prodotti NetApp sia on-premise che nel cloud. I dati e la complessità stanno crescendo, e non solo on-premise”.

BlueXP: un unico sistema per gestire tutto lo storage

L’idea alla base di BlueXP è quella di consentire agli utenti finali di disporre di un unico sistema di gestione per l’intero “patrimonio di dati”, che si tratti di storage su cloud pubblico, dischi in un data center o qualsiasi altra soluzione intermedia. BlueXP permette di gestire lo storage NetApp AFF, FAS, StorageGRID e E-Series on-premise, e sul cloud supporta Amazon FSx per NetApp ONTAP, Azure NetApp Files, Google Cloud Volumes Service e Cloud Volumes ONTAP, tutto in un’unica console.

Secondo Archana Venkatraman, Research Director di IDC per la gestione dei dati nel cloud, questo può rappresentare un’utile semplificazione per i team IT incaricati di gestire infrastrutture di storage complesse, e può offrire anche ulteriori vantaggi.

“BlueXP va oltre la semplice unificazione dei servizi di dati disparati”, ha affermato. “Si inserisce nel livello delle API comuni e interagisce con i prodotti NetApp adiacenti, come il servizio Spot recentemente acquisito e destinato agli ambienti di app cloud-native”.

In effetti, il livello di sofisticazione delle API è la parte più impressionante di BlueXP, ha detto Venkatraman, e dimostra un alto livello di maturità architettonica da parte di NetApp. Questo è particolarmente utile per le aziende più grandi, che hanno maggiori probabilità di avere ambienti di storage più complessi.

BlueXP rappresenta anche una rampa di accesso al cloud per le grandi aziende che hanno un livello di maturità inferiore nell’adozione del cloud

“BlueXP rappresenta anche una rampa di accesso al cloud per le grandi aziende che hanno un livello di maturità inferiore nell’adozione del cloud”, ha aggiunto. “In regioni come l’Europa, c’è un gran numero di organizzazioni che sono ancora nelle prime fasi dell’adozione del cloud e che possono beneficiare di questo approccio unificato”.

La gestione unificata dello storage mira innanzi tutto a conseguire obiettivi di risparmio dei costi di storage, ma BlueXP offre anche altre funzionalità, come:

  • AIOps-Driven Health: automazione guidata dall’AI/ML che riduce la richiesta di manodopera e il profilo di rischio attraverso il monitoraggio dell’infrastruttura con indicazioni proattive per evitare scenari problematici;
  • Resilienza informatica: Controllo unificato della protezione e della sicurezza con approccio Zero Trust e una dashboard ransomware che fornisce visibilità sulle vulnerabilità verso i i ransomware;
  • Governance a colpo d’occhio: Una visione completa per monitorare conformità e le autorizzazioni, con verifica dell”attività a livello di utente e di dati assistita dalla IA;
  • Mobilità senza interruzioni: I data mover integrati consentono la copia, la sincronizzazione, il tiering e il caching dei dati tra tutti i principali cloud e il data center con modalità “drag and drop”, assicurando sicurezza ed efficienza con archiviazione sul livello di storage più economico possibile.
  • Consumo flessibile: BlueXP consente ai clienti di pagare solo per le funzionalità di cui hanno bisogno, con fatturazione in base all’utilizzo, integra il servizio Storage as a service NetApp Keystone e attraverso il Digital Wallet permette di “barattare” le licenze d’uso di diversi servizi, in base a quelli di cui l’azienda ha effettivamente più bisogno.

NetApp BlueXP screenshot

BlueXP è ora disponibile per tutti i clienti NetApp e viene fornito con una modalità offline, in modo che le aziende che, per motivi architettonici o normativi, hanno la necessità di mantenere il proprio storage disconnesso da Internet, possano utilizzarlo in modo indipendente.

La sostenibilità passa anche per la riduzione dei dati

Si dice che i dati sono il nuovo petrolio alludendo al loro valore, ma la metafora rischia di dover essere applicata anche alle ai rischi ambientali che le due industrie rappresentano. “L’aumento dei dati è una minaccia per l’ambiente. Si prevede che nel 2025 i dati nel mondo ammonteranno a 75 Zettabyte per il 2025 (75 miliardi di terabyte), che passeranno a 1.000 nel 2030 – afferma Matt Watts, Chief Technology Evangelist di NetApp con l’ICT che consumerà 8% dell’energia elettrica (in confronto al 2% del 2020)”

“Solo il 32% dei dati prodotti viene effettivamente utilizzato – prosegue – e quindi il restante 68% di dati sprecati ci sta costando l’equivalente dell’industria del trasporto aereo, in termini di emissioni”.

L’obiettivo di NetApp è quindi aiutare i clienti a ridurre i consumi per i dati non utilizzati, attraverso strumenti e servizi per l’ottimizzazione e l’analisi dell’infrastruttura. Oltre a BlueXP, che può essere usato per razionalizzare l’utilizzo delle risorse di storage, altre soluzioni NetApp che possono aiutare le aziende a ridurre consumi ed emissioni sono la NetApp Cloud Insights Dashboard, che offre una nuova funzionalità per monitorare consumi e temperature dello storage ONTAP storage e la garanzia di efficienza 4:1 nella riduzione delle dimensioni dello storage All Flash su tutti i sistemi AFF A, AFF C190, tutti gli array SAN e FAS500f.

 

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Google Cloud annuncia nuovi aggiornamenti per lo storage

google cloud
Google Cloud ha annunciato nuove offerte e funzionalità per lo storage che consentiranno ai CIO di continuare a trasformare il proprio business ottimizzando le architetture cloud.

Gestendo numerosi clienti di ogni dimensione, Google Cloud sta assistendo a un’elevata crescita dei carichi di lavoro “ricchi di dati” che si spostano nel cloud. I clienti stanno raccogliendo quantità di dati di valore mai viste prima e hanno bisogno che i dati provenienti da fonti diverse siano centralizzati e uniformati prima che possano essere analizzati. Lo storage sta così diventando il substrato comune per abilitare servizi di valore superiore come data lake, modellazione e simulazione, big data/HTC e AI/machine learning. Queste applicazioni richiedono flessibilità di archiviazione degli oggetti, gestibilità dell’archiviazione di file e prestazioni di storage a blocchi, il tutto su un’unica piattaforma.

Alla luce di queste esigenze dei clienti in continuo cambiamento, Google Cloud si sta impegnando a fornire prodotti che offrano prestazioni e scalabilità di livello enterprise, che supportino applicazioni data-driven, che offrano insight di business pur essendo facili da gestire e che proteggano i dati da perdite o emergenze. Dall’anno scorso la piattaforma cloud di Google ha semplificato la disponibilità delle applicazioni su scala continentale oltre alla centralizzazione dei dati, grazie all’estensione delle funzionalità di Cloud Storage, Spazio di archiviazione a doppia regione e Replica turbo, disponibili in nove regioni e tre continenti. Questa funzionalità offre un unico bucket di dimensioni continentali, che permette di avere un RTO (Recovery Time Objective) pari a zero e un RPO (Recovery Point Objective) facoltativo inferiore ai 15 minuti. Inoltre, semplifica anche la progettazione delle app con una disponibilità elevata e un unico set di API, indipendentemente da dove sono archiviati i dati.

All’evento digitale per i clienti A Spotlight on Storage tenutosi ieri, Google Cloud ha annunciato una serie di innovazioni relative allo storage. Per incrementare l’enterprise-readiness, è stato annunciato Google Cloud Hyperdisk, un disco permanente di nuova generazione che offre la possibilità di ottimizzare le prestazioni dello storage a blocchi in base al carico di lavoro. Google Cloud Hyperdisk permette di eseguire il provisioning di IOPS e throughput in modo indipendente per le applicazioni e si adatta alle mutevoli esigenze di performance delle applicazioni nel corso del tempo.

pure storage

Filestore Enterprise multishare per Google Kubernetes Engine (GKE) è invece un nuovo servizio che consente agli amministratori di creare facilmente un’istanza Filestore e di ritagliare porzioni di storage da utilizzare simultaneamente su uno o migliaia di cluster GKE. Offre inoltre upgrade dello spazio di archiviazione senza interruzioni, in background, mentre l’app GKE è in esecuzione e uno SLA (accordo sul livello del servizio) di disponibilità dello storage regionale del 99,99%. Questo, in combinazione con Backup per GKE, permette alle aziende di modernizzarsi trasferendo i carichi di lavoro stateful in GKE. Per semplificare la gestione dello storage e aiutare le aziende a ottimizzare i costi, Google Cloud ha sviluppato una nuova funzionalità di Cloud Storage denominata Autoclass. Questa feature sposta automaticamente gli oggetti in base all’ora dell’ultimo accesso, per criterio, in classi di archiviazione ad accesso più o meno frequente. I clienti sono abituati a gestire questo aspetto manualmente e ora Google Cloud offre questa opzione (basata su policy) in modo più automatico per ottimizzare i costi di Cloud Storage.

C’è stato poi spazio per il nuovo servizio Storage Insights, con il quale le aziende possono ottenere insight strategici sugli oggetti archiviati in Cloud Storage. Che si tratti di gestire milioni o trilioni di oggetti, gli amministratori avranno a disposizione informazioni per prendere decisioni informate sulla gestione dello storage, ottenendo risposte a domande come “Quanti oggetti ci sono?” o “In quale bucket si trovano?”. Combinando questo servizio con prodotti come BigQuery, le organizzazioni saranno in grado di creare dashboard uniche per visualizzare gli insight sui loro dati archiviati.

Infine, per proteggere le applicazioni e i dati più preziosi, è stato annunciato Google Cloud Backup and DR. Questo servizio è una soluzione di protezione dei dati completamente integrata per applicazioni e database critici (ad es. Google Cloud VMware Engine, Compute Engine e database come SAP HANA). Offre la possibilità di gestire centralmente i criteri di protezione dei dati e disaster recovery direttamente all’interno della console Google Cloud e di proteggere completamente database e applicazioni in pochi clic.

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