OVHcloud si propone come hyperscaler europeo e open source
OVHcloud si propone con forza come l’hyperscaler open-source e rispettoso delle norme europee. L’azienda sta sviluppando la propria attività in tutto il mondo: 33 datacenter, 1,6 milioni di clienti in 140 Paesi in 4 Continenti, con una crescita ricavi del 18,8% con profittabilità quasi al 39% nel 2022. Questi e altri numeri sono stati presentati durante Eco Ex On Stage, l’evento intitolato alla gamma di server dedicati tenutosi in presenza a Parigi e in diretta streaming per il resto del mondo.
Quattro le fondamenta riassuntive presentate da Octave Klaba, fondatore e presidente di OVHcloud, per il cloud di prossima generazione: la strategia per il 2025, la sovranità operativa, i nuovi settori verticali e i nuovi mercati.
Un miliardo di euro è l’investimento previsto in 3-4 anni, anche per effettuare acquisizioni, e che porterà l’intero stack dell’azienda ad essere open source. Tra i nuovi mercati ci sono Italia e Svizzera con Giappone e Sud Corea; tra i nuovi verticali spicca l’healthcare, settore in cui è particolarmente importante il tema della governance e sovranità dei dati.
Grande interesse anche per i nuovi mercati private 5G (aeroporti, industrie eccetera), la space economy (più satelliti, più immagini, maggiore risoluzione) e per il quantum computing.
Facendo un passo indietro, all’opening keynote di Michel Paulin, il CEO di OVHcloud, è partito dall’accelerazione della trasformazione digitale. I suoi sette bastioni sono Trusted Cloud, Sustainability, Cost Control, Data Management, Infrastructure, AI e -a sorpresa- anche il già citato Quantum Computing.
Unendosi alla sostenibilità, il digitale diventa un fenomeno mainstream e lo Stato francese lo segue con grande forza. In un video Jean-Noël Barrot, Ministro per la trasformazione digitale e le telecomunicazioni francese, ha dettagliato la strategia industriale France 2030, alla quale l’azione di OVHcloud si ispira.
Nato nel 1983, Barrot parla di tecnologie, aziende e startup chiamandole per nome, una per una. Dopo di lui Anne Yvrande-Billon, direttore Arcep (dell’agenzia per le comunicazioni francese), ha spiegato che il digitale ha un impatto molto forte sulla sostenibilità e per salvaguardare l’ambiente serve una normativa data driven.
Il Nobel al quantum computing
Straordinaria la presenza, purtroppo in video, di Alain Aspect, uno dei tre vincitori del Nobel in Fisica 2022, per delle ricerche sull’entanglement, caratteristica essenziale del quantum computing. Aspect è stato intervistato da Fanny Bouton, Quantum Lead & Startup Program Leader di OVHcloud. “Il quantum non aspetterà il 2030 ma è già qui, anche se serve un percorso di avvicinamento”, ha detto Klaba; “per non arrivare tardi, le aziende possono provarlo fin d’ora, grazie a start-up per l’assessment e l’esecuzione”. La Bouton ha presentato i servizi di Pasqal, Leti e Quandela, insieme a rappresentanti delle tre aziende.
Innovazione e digital trust
Le testimonianze di tipo inspirational sono state sull’innovazione e sul quantum computing. Una diversa gestione in direzione laterale, scale-out, e magari senza dover forzatamente rilanciare sul consumo di risorse è la proposta di Navi Radjou, innovatore e co-autore, tra l’altro, del libro Frugal Innovation. Un esempio citato da Radjou è la trasformazione da maschera sub a respiratore fatta dagli italiani Favero e Fracassi agli inizi della pandemia.
Parlando di fiducia digitale per Yves Nicolas, CTO di SopraSteria, oggi la sfida non è una, ma due: application trust e data trust. Nel primo caso bisogna sfruttare i vantaggi del cloud senza compromettere le applicazioni business-critical; nel secondo, garantire la sicurezza dei dati.