Investimenti tech in Italia: posti di lavoro in calo, bene la capitalizzazione di mercato
Tra discese ardite e risalite, il 2022 è stato un anno senza precedenti per gli investimenti nel settore tech in Europa. Secondo il report The State of European Tech del fondo d’investimento Atomico, gli investimenti del 2022 nel settore tech si chiuderanno intorno agli 85 miliardi di dollari. L’ottima partenza di inizio anno è stata seguita da accelerazioni e frenate, ma si tratta comunque di una cifra importante, dopo il record di 100 miliardi di dollari del 2021, considerando i forti venti contrari di natura macroeconomica e geopolitica.
Il report è stato elaborato sulla base di dati quantitativi raccolti in 41 Paesi europei da Atomico, che ha coinvolto inoltre 35 figure di spicco dell’ecosistema tecnologico europeo, da investitori e fondatori a sviluppatori e community leader, le cui dichiarazioni sono riportate nella sezione “Voci dei leader tecnologici europei”. I dati sono stati integrati con un’analisi qualitativa attraverso il sondaggio proposto da Orrick, Silicon Valley Bank e Atomico nei mesi di settembre e ottobre 2022, che ha raccolto più di 4.000 risposte qualificate.
Tra il 2021 e il 2022 nell’Europa meridionale si sono affermati quattro nuovi unicorni, con un aumento del 21%, di cui due in Italia: Satispay e ScalaPay, le prime due aziende italiane born-and-raised da oltre 1 miliardo di dollari.
Il 77% degli intervistati (fondatori, operatori e investitori) rimane fiducioso nel futuro della tecnologia europea: su scala globale l’Europa raccoglie la quota maggiore degli investimenti in aziende tecnologiche early-stage e purpose driven.
“Quest’anno ha sfidato le aspettative, ma i dati vanno interpretati in prospettiva, non solo in relazione agli ultimi 24 mesi. Lo scorso anno ci ha abituato a numeri eccezionali: ciò a cui stiamo assistendo nel 2022 è ancora e comunque significativamente superiore rispetto a due anni fa”, ha dichiarato Sarah Guemouri, Principal di Atomico e co-autrice del report. “Con la maturazione dell’ecosistema europeo naturalmente assisteremo a flussi e riflussi, ma non dobbiamo sottovalutare i nostri progressi complessivi sulla base delle macro condizioni che stanno influenzando ogni settore a livello mondiale”.
La situazione in Italia: posti di lavoro in calo, investimenti bassi, bene la capitalizzazione
Paesi come Francia, Germania e Svezia registrano un aumento di richieste di profili tecnologici, mentre in Italia e Portogallo la tendenza è in diminuzione.
Confrontando la percentuale di ricerche di lavoro per posizioni tecnologiche tra settembre 2021 e settembre 2022, l’Italia ha registrato un calo del 6,3%. Nel 2020 gli annunci di lavoro nel settore tecnologico sono stati 44.723 su un totale di 1 milione di annunci di lavoro, mentre nel 2022 il numero è sceso a 32.999. Negli ultimi tre anni l’Italia, insieme a Belgio e Paesi Bassi, si è distinta per l’elevata percentuale di ruoli difficili da coprire. Una tendenza confermata da fondatori e manager che hanno risposto al sondaggio: il 62% degli intervistati italiani ha affermato che è più difficile acquisire nuovi talenti oggi rispetto a 12 mesi fa.
L’Italia, con la Spagna, continua a registrare livelli di investimento nettamente inferiori alla media, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni. L’attività di investimento in Italia tende a orientarsi verso i round early-stage, con un livello doppio di capitale investito (come quota del capitale totale investito per Paese) in round inferiori a 20 milioni di dollari, rispetto al Regno Unito, per fare un confronto.
L’Italia ha registrato il calo minore della capitalizzazione di mercato ed è ora l’ottavo Paese per capitalizzazione di mercato nel settore tecnologico in Europa, dopo le IPO di Technoprobe e Tatatu, le uniche due grandi IPO tecnologiche in Europa quest’anno.
Le sfide del 2022
Secondo il report di Atomico, le principali sfide del 2022 sono state la compressione dei mercati, la generale chiusura della finestra di opportunità per le IPO, il rallentamento della creazione di nuovi unicorni, la ritirata degli investitori statunitensi e deal making in calo, i numerosi licenziamenti.
- Le aziende tecnologiche europee hanno registrato una perdita di circa 400 miliardi di dollari di valore dall’inizio del 2022: il valore totale dell’ecosistema è sceso a 2,7 trilioni di dollari, dopo il picco di 3,1 trilioni di dollari raggiunto alla fine del 2021, restando comunque di 5 volte superiore rispetto al 2015.
- Nel 2022 si sono contate solo tre IPO del settore tech con un valore di mercato superiore a 1 miliardo di dollari in Europa e negli Stati Uniti (due di queste in Europa): questo dato, confrontato con le 86 del 2021, anno record per le IPO, segna una riduzione del volume pari a 30 volte.
- Nel 2022 sono emersi “solo” 31 nuovi unicorni, contro il record di 105 del 2021, tornando così ai livelli tipici degli ultimi anni, che hanno visto 25 nuovi unicorni nel 2020 e 35 nel 2019.
- Nella prima metà del 2022 ci sono stati 133 round da almeno 100 milioni di dollari, superando il totale di 2019 e 2020 messi insieme. Tuttavia, con solo 37 round di questa portata nella seconda metà dell’anno, i round di grandi dimensioni appaiono complessivamente in calo. Si registra anche una notevole riduzione (-22%) del numero di investitori statunitensi attivi in questi round dal 2021.
- A oggi sono stati licenziati oltre 14.000 dipendenti di aziende tecnologiche con sede in Europa, pari al 7% dei licenziamenti globali.
Le previsioni per il 2023
Secondo l’analisi di Atomico, l’ecosistema tecnologico europeo sta mostrando una veloce maturazione, mentre si osservano livelli record di liquidità pronta per essere impiegata. Nonostante il ritiro di alcuni investitori, ci sono ancora numerosi e diversificati investitori esperti, attivi e orientati al lungo termine: sono oltre 3.200 le istituzioni uniche che hanno partecipato ad almeno un investimento in Europa nel 2022.
Le nuove priorità sono l’impegno a favore dell’ambiente e l’orientamento allo scopo. Nel 2022 le aziende Planet Positive hanno conquistato il 15% dei finanziamenti europei, contro il 12% dello scorso anno, corrispondente a 10,3 miliardi di dollari investiti. Su scala globale, con il 51% l’Europa rappresenta la quota maggiore di tutti gli investimenti in aziende tecnologiche early-stage e purpose driven, mentre gli investimenti nordamericani e asiatici in imprese purpose-driven sono diminuiti rispettivamente del 50% e del 65% anno su anno.
Il report sottolinea anche la tenuta del settore ICT in Ucraina che, nonostante la guerra, nei primi otto mesi del 2022 è cresciuto del 16% su base annua. L’85% delle aziende ucraine del settore ICT è tornato agli indicatori prebellici e il 77% di esse ha attirato nuovi clienti dall’inizio della guerra. Unstoppable Domains, che costruisce siti web non censurabili tramite domini protetti da blockchain, è riuscita a qualificarsi come unicorno. Secondo Atomico “questa crescita riflette la forza più ampia dell’ecosistema delle startup ucraino, che, alla fine di ottobre, aveva attratto ben 241 milioni di dollari. Nel contesto regionale, l’Ucraina si colloca al sesto posto in termini di investimenti in start-up”.