Articolo aggiornato il 19 gennaio

Con un post di ieri sul blog di Microsoft, il CEO Satya Nadella (nella foto) ha confermato ufficialmente le voci che circolavano da alcuni giorni, riportate da diverse fonti: Microsoft ridurrà la sua forza lavoro di circa 10mila persone entro la fine del suo terzo trimestre fiscale, che si chiude il 31 marzo.

“Allineeremo la nostra struttura di costi con il nostro fatturato e le nostre previsioni sulla domanda”, ha scritto tra l’altro Nadella. “Da oggi introdurremo cambiamenti che si tradurranno in una riduzione del personale di circa 10mila posti, cioè meno del 5 per cento del totale dei nostri dipendenti: alcune comunicazioni avverranno già oggi”.

Nel post Nadella spiega che il piano di tagli costerà 1,2 miliardi di dollari, che verranno allocati sul Q2, e che comprenderà – oltre alle liquidazioni e agli altri esborsi relativi al personale in uscita – anche disinvestimenti in alcune aree (per ora non precisate) dell’offerta hardware, e le spese di rinegoziazione dei contratti di affitto di uffici e sedi, “in seguito alla creazione di maggiore densità nei nostri luoghi di lavoro”.

Si confermano così quasi esattamente le indiscrezioni riportate da diverse testate di news negli scorsi giorni.

Sky News per esempio aveva scritto che pochi mesi dopo aver licenziato quasi 1.000 dipendenti delle divisioni Xbox e Edge, Microsoft avrebbe effettuato un’altra serie di licenziamenti nelle prossime settimane, con impatto sul 5% della sua forza lavoro, ovvero circa 11.000 dipendenti dei 220.000 di Microsoft, anche se un analista di Wall Street citato da Sky News prevede che il numero potrebbe essere ancora più alto.

Allo stesso tempo, secondo un report di Bloomberg la nuova serie di licenziamenti è stata pianificata in risposta al previsto calo della domanda dovuto alle condizioni macroeconomiche e probabilmente avrà un impatto rilevante sui team di ingegneri di Microsoft. Nel primo trimestre dell’anno fiscale 2023 Microsoft ha registrato la crescita più lenta degli ultimi cinque anni, dovuta in gran parte al dollaro forte e al continuo calo delle vendite di personal computer, che ha causato un crollo dell’utile netto del 14% a 17,56 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

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Nel trimestre precedente, l’utile netto dell’azienda era rimasto relativamente stabile a 16,7 miliardi di dollari, con un aumento molto più modesto di appena il 2%. Secondo quanto riportato da The Business Insider, Microsoft ha inoltre congelato le assunzioni in diverse divisioni, e per poter cercare nuovo personale è ora necessario avere un’autorizzazione di livello dirigenziale (le nuove offerte di lavoro sono inferiori del 30% rispetto a quelle precedenti per posizioni analoghe all’interno dell’azienda).

Gli esuberi comunicati da Microsoft non sono i peggiori della storia della società (che nel 2014, dopo aver acquisito la parte di device e servizi di Nokia ha licenziato 18mila persone) ma sono molto simili, per entità e natura, a quelli di Meta, Amazon e Salesforce, che hanno tagliato migliaia di persone citando le preoccupazioni macroeconomiche come motivo principale alla base della strategia di forte ridimensionamento.

Le grandi aziende tecnologiche hanno continuato a ridimensionarsi dall’agosto dello scorso anno fino a gennaio e, nei primi 18 giorni del 2023, 104 aziende tecnologiche hanno licenziato oltre 26.000 dipendenti, secondo i dati raccolti da layoffs.fyi. In tutto il 2022, secondo i dati dello stesso portale, circa mille aziende hanno licenziato poco più di 154mila dipendenti.