L’ultimo investimento di Microsoft in OpenAI apre la strada a nuovi servizi aziendali
OpenAI ha ottenuto altri miliardi di dollari di finanziamenti da Microsoft per continuare lo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale generativa come Dall-E 2 e ChatGPT. Una mossa che probabilmente sbloccherà investimenti simili da parte dei concorrenti (Google in particolare) e aprirà la strada a strumenti software nuovi o migliorati per le aziende grandi e piccole.
Microsoft beneficerà del suo investimento in tre modi. Come licenziatario del software di OpenAI, avrà accesso a nuove funzionalità basate sull’intelligenza artificiale che potrà rivendere o integrare nei propri prodotti. In qualità di fornitore esclusivo di OpenAI per il cloud, potrà inoltre contare su entrate aggiuntive per i suoi servizi Azure, dato che uno dei costi maggiori di OpenAI è quello di fornire la capacità di calcolo per addestrare ed eseguire i suoi modelli di intelligenza artificiale. E come investitore può aspettarsi un certo ritorno sul capitale, anche se questo sarà limitato dallo status di OpenAI come società a scopo di lucro governata da un ente no-profit.
L’accordo, annunciato da OpenAI e Microsoft il 23 gennaio, probabilmente scuoterà il mercato dei servizi aziendali basati sull’IA, ha dichiarato Rajesh Kandaswamy, analista di Gartner: “L’accordo fornisce un ulteriore impulso a Google per rivedere la sua tabella di marcia. Lo stesso vale per altri concorrenti come AWS”.
Ritu Jyoti, responsabile della ricerca globale sull’intelligenza artificiale di IDC, ritiene che la posta in gioco non sia solo il diritto di vantarsi dell’intelligenza artificiale. “C’è una grande battaglia in corso tra i tre principali hyperscaler (Amazon, Google e Microsoft) e non si tratta solo di IA. Si tratterà di stabilire chi sarà il numero uno nel cloud, perché queste tecnologie basate su IA richiedono tonnellate e tonnellate di calcolo”, ha affermato Jyoti. I dipendenti (purtroppo) stanno già sperimentando alcuni di questi problemi, considerando che dall’inizio dell’anno Microsoft, Amazon e Alphabet, società madre di Google, hanno annunciato massicci licenziamenti per concentrarsi sui mercati in crescita e investire nell’intelligenza artificiale.
Un cervello da un miliardo di dollari
All’inizio di gennaio sono circolate voci secondo cui Microsoft potrebbe investire fino a 10 miliardi di dollari per far crescere la propria attività nel campo dell’intelligenza artificiale. L’azienda è stata una ferma sostenitrice della ricerca di OpenAI per costruire un’intelligenza artificiale generale fin dai primi giorni, iniziando con l’ospitare gli esperimenti di OpenAI su server Azure specializzati nel 2016. Nel luglio 2019 è diventata il fornitore esclusivo di cloud di OpenAI e ha investito 1 miliardo di dollari nell’azienda per sostenere la sua ricerca nel campo dell’IA. Nel 2020, Microsoft è stata inoltre la prima a concedere in licenza il software di IA Generative Pre-trained Transformer (GPT) di OpenAI per includerlo nei propri prodotti e servizi. Fino a quel momento, OpenAI aveva consentito l’accesso al software solo a imprese e accademici attraverso un’API limitata.
Le aziende hanno già accesso ad alcune di queste tecnologie tramite il servizio Azure OpenAI di Microsoft, che offre l’accesso API a pagamento agli strumenti OpenAI, tra cui il generatore di testi GPT 3, il generatore di immagini Dall-E 2 e Codex, una versione specializzata di GPT in grado di tradurre tra linguaggio naturale e linguaggio di programmazione. Microsoft offre anche Codex come servizio sotto forma di GitHub Copilot, uno strumento di programmazione in coppia basato sull’intelligenza artificiale in grado di generare frammenti di codice da richieste in linguaggio naturale. E presto offrirà agli abbonati di Microsoft 365 una nuova applicazione che combina le funzioni di PowerPoint con il generatore di immagini Dall-E 2 di OpenAI. Questa applicazione si chiama Microsoft Designer ed è attualmente in fase di beta test.
GPT-3.5, il modello di OpenAI su cui si basa ChatGPT, è un esempio di una tecnica di deep learning sviluppata da Google nel 2017 per affrontare i problemi di elaborazione del linguaggio naturale. Altri modelli includono BERT e PaLM di Google e MT-NLG, che è stato co-sviluppato da Microsoft e Nvidia. Questi cosiddetti trasformatori migliorano la precedente generazione di tecnologie di deep learning grazie alla loro capacità di elaborare interi testi simultaneamente anziché trattarli in modo sequenziale, una parola dopo l’altra.
Robot sotto mentite spoglie
Conversare con ChatGPT è divertente, ma la versione beta disponibile oggi non è molto utile per scopi aziendali. Questo perché ChatGPT non ha accesso a nuove informazioni o servizi su Internet (il set di dati su cui è stato formato si ferma infatti a settembre 2021) e sebbene possa rispondere a domande sul contenuto di quel set di dati, non può fare riferimento alle sue fonti, sollevando dubbi sull’accuratezza delle sue affermazioni. A suo merito, il servizio ricorda regolarmente e ripetutamente queste limitazioni agli utenti.
Una versione aziendale di ChatGPT, perfezionata per gestire un vocabolario specifico del settore e con accesso a informazioni aggiornate (ad esempio sugli ultimi aggiornamenti del repository di codice dell’azienda), sarebbe davvero notevole. ChatGPT stesso, alla domanda “Quali utilizzi avrebbe un CIO per un sistema come ChatGPT?”, suggerisce che potrebbe essere utilizzato per automatizzare il servizio clienti e l’assistenza, analizzare i dati per generare report e proporre suggerimenti e raccomandazioni basati sull’analisi dei dati per aiutare il processo decisionale.
Alla richiesta di descrivere i suoi limiti, ChatGPT ha risposto (in terza persona): “Le prestazioni possono essere influenzate dalla qualità e dalla quantità dei dati di formazione. Inoltre, potrebbe non essere sempre in grado di comprendere o rispondere correttamente a determinati input“. Illustrando la sua tendenza a ribadire lo stesso punto in più modi, ha proseguito: “È inoltre importante monitorare le prestazioni del modello e regolare i dati di addestramento, se necessario, per migliorarne l’accuratezza e la pertinenza”.
Per quanto riguarda i piani di Microsoft per gli strumenti di IA generativa di OpenAI, Jyoti di IDC ha dichiarato di aspettarsi che alcuni dei cambiamenti più visibili avverranno sul desktop. “Microsoft trasformerà completamente l’intera suite di applicazioni: Word, Outlook e PowerPoint”, ha detto Jyoti, sottolineando che l’integrazione di OpenAI potrebbe introdurre o migliorare funzioni come la didascalia delle immagini, il completamento automatico del testo e la raccomandazione delle azioni successive.
Kandaswamy di Gartner si aspetta che Microsoft, oltre ad aggiornare la sua suite di produttività, aggiunga nuove funzionalità basate su OpenAI a Dynamics e anche a LinkedIn o GitHub. È importante che i CIO adottino questi strumenti per il valore incrementale che apportano, ma Kandaswamy ha anche avvertito di fare attenzione a non farsi prendere alla sprovvista dall’impatto che l’IA può produrre nel lungo periodo.
Responsabili dell’IA
Jyoti ha attribuito parte della responsabilità degli effetti dell’IA alle aziende stesse. “Si tende sempre a dare la colpa ai fornitori di tecnologia, ma anche le aziende hanno una responsabilità”, ha affermato. “Le aziende, a partire dalla C-suite, devono mettere a punto la loro strategia di IA e predisporre le giuste protezioni”. Per il momento, gli strumenti di IA come ChatGPT o Dall-E 2 sono utilizzati al meglio per aumentare la creatività umana, non per sostituirla. “L’elemento umano deve essere sempre presente”, consiglia l’esperta. La decisione però non spetterà solo al CIO, perché le domande su quali strumenti utilizzare e come sono di natura anche etica.
Costruire, non comprare
Con pochi strumenti di IA generativa acquistabili a scaffale per il momento, si assisterà a un riequilibrio dell’equazione costruire/acquistare, con i CIO lungimiranti che saranno spinti a costruire nel breve termine, ha affermato Jyoti. Le risorse limitate degli sviluppatori possono raggiungere prima questo traguardo con l’aiuto di strumenti di codifica come GitHub Copilot o Codex di OpenAI.
In seguito, quando i fornitori indipendenti di software entreranno in scena e costruiranno soluzioni specifiche per ogni settore utilizzando gli strumenti di IA generativa forniti da OpenAI, Microsoft e dagli altri hyperscaler, il pendolo per le aziende potrebbe tornare a oscillare verso l’acquisto. Questo passaggio iniziale alla personalizzazione (piuttosto che alla configurazione) potrebbe comportare grossi problemi per Oracle, SAP e altri grandi sviluppatori ERP, che al giorno d’oggi contano sul fatto che le aziende si conformino alle best practice che incarnano nelle loro applicazioni SaaS. Se infatti i fornitori di ERP hanno integrato l’IA qua e là, secondo Jvoti non sono così dinamici e questo richiederà un cambiamento fondamentale da parte loro.