Esprinet, Ebitda record e ricavi stabili nel 2022: cresce il peso dei clienti business

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La crescita nei segmenti a più alti margini (+19%) si contrappone al calo (-6%) di pc e tablet in ambito consumer. Sale al 62% l’incidenza dei ricavi da clientela business

Nuovo record di redditività, ricavi totali stabili, e forte crescita dei segmenti a più alti margini (Solutions e Servizi), che però non compensa pienamente il rallentamento in ambito consumer (sia nei negozi che sull’e-commerce), soprattutto sui prodotti Screens (cioè pc, tablet e smartphone).

Questi in estrema sintesi i risultati 2022 di Esprinet, stando ai dati di preconsuntivo al 31 dicembre 2022 diffusi giovedì, in attesa della revisione contabile e delle eventuali modifiche in sede di approvazione del bilancio prevista per il prossimo 14 marzo.

“Chiudiamo il 2022 stabilendo il nuovo record di redditività con un EBITDA Adjusted in crescita del 5% a 91 milioni di euro e con ricavi pressoché stabili a 4,7 miliardi”, commenta in un comunicato Alessandro Cattani, Amministratore Delegato di Esprinet. “Il quarto trimestre, in particolare, segna una crescita record della redditività del 29% pur con ricavi in leggera diminuzione a causa del forte calo della domanda di PC in ambito consumer rispetto al 2021”.

A guidare i risultati, continua Cattani, è stata la strategia di focalizzazione sulle linee di business alto marginanti (ne abbiamo parlato qui) che ora incidono per il 42% sui ricavi totali (38% nel 2021). In questo perimetro i segmenti Solutions e Servizi, in crescita del 19%, superano il miliardo di euro arrivando a rappresentare il 19% (16% nel 2021) sul totale del business.

Solutions e Servizi si confermano quindi le linee di prodotto che insieme generano più EBITDA Adj. in valore assoluto, superando la linea Screens che pur fattura il triplo.

Solutions e Servizi si confermano quindi le linee di prodotto che insieme generano più EBITDA Adj. in valore assoluto, superando la linea Screens che pur fattura il triplo. Inoltre, il peso dei ricavi dalla clientela business (IT Resellers) sale al 62% contro il 55% nello scorso anno.

“Il contesto economico ha intaccato la fiducia dei consumatori”

Il comunicato approfondisce in particolare le determinanti del forte rallentamento in ambito consumer (Retailers e E-tailers), soprattutto sulla linea degli Screens, dovuto non solo allo sfidante confronto con l’anno precedente, ma soprattutto agli impatti del contesto macroeconomico che hanno intaccato la fiducia dei consumatori.

“Dopo i segnali di ripresa nel terzo trimestre e un mese di ottobre molto brillante, in novembre e dicembre i clienti retail hanno notevolmente ridotto i piani di riassortimento degli scaffali, frenando il piano di riduzione delle scorte in particolare di Screens che, per quanto in forte riduzione rispetto al 30 settembre 2022, non sono ancora ai livelli medi normali auspicati”.

Dopo i segnali di ripresa nel terzo trimestre e un mese di ottobre molto brillante, in novembre e dicembre i clienti retail hanno notevolmente ridotto i piani di riassortimento degli scaffali

Il Gruppo Esprinet ha quindi avviato ulteriori attività per riassorbire completamente tali eccessi di scorte che proseguono in parallelo alla costante richiesta di supporto alla comunità dei propri fornitori.

La gestione del mix e gli aumenti di marginalità conseguenti, continua la nota, hanno portato a un quarto trimestre dalla redditività record, ma impongono ovviamente attenzione per almeno i primi mesi del 2023, “e quindi il Gruppo prosegue con l’implementazione dei piani per il controllo ulteriore delle strutture di costo operativo in attesa di più chiari segnali sull’andamento del mercato per l’anno in corso”.

I ricavi in Italia scendono del 4%, crescono Spagna e Portogallo

Scendendo più in dettaglio sui dati, nel 2022 i Ricavi da contratti con clienti si attestano a 4684 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il 2021 (4691 milioni), mentre nel quarto trimestre sono di 1467 milioni (-1%).

I ricavi in Italia (2752 milioni, il 59% dei ricavi totali Esprinet) calano del 4% a fronte di un mercato complessivo della distribuzione pressochè in linea con il 2021 (9,5 miliardi di euro secondo Context). In Spagna invece i ricavi del gruppo sono cresciuti del 4% a 1750 milioni, mentre in Portogallo sono cresciuti del 18%, ma avendo raggiunto i 127 milioni, rappresentano una percentuale ancora molto piccola del fatturato di gruppo.

esprinet 2022 grafico 1

In forte calo pc e tablet, tengono gli smartphone

Guardando all’andamento delle linee di business, secondo la segmentazione introdotta lo scorso anno in “cinque pillar”, gli Screens (PC, Tablet e Smartphone) arretrano del 6%, come il mercato secondo i dati Context, ma in realtà il calo è tutto dovuto a PC e Tablet (-10%), mentre gli Smartphone crescono dell’1%. Nel segmento dei Devices il Gruppo cresce del 3%, sovraperformando il mercato (andamento flat rispetto al 2021).

Come già anticipato i segmenti Solutions e Servizi insieme sono cresciuti del 19%, facendo meglio del mercato (+16% secondo Context), con ricavi che dopo l’applicazione del principio contabile IFRS 15 salgono a 900 milioni di euro rispetto a 754 milioni nel 2021.

Nel quinto pillar (Marchi Propri) il Gruppo sconta nel 2022 una riduzione dei ricavi del 10%, riconducibile ad alcune operazioni promozionali nel secondo trimestre 2021, che non si sono ripetute quest’anno. La crescita del quarto trimestre (+13%) ha comunque attenuato il calo dei primi tre trimestri che era del 17%.

Fonte: Esprinet

Fonte: Esprinet

Il peso delle vendite a clientela business sale dal 55% al 62% in un solo anno

Guardando infine ai segmenti di clientela, nel 2022 secondo Context il mercato nel sud Europa registra una crescita del 9% nel Segmento Business (IT Reseller) e una flessione del 9% nel Segmento Consumer (Retailer, E-tailer). Rispetto a questi riferimenti, Esprinet ha sovraperformato il mercato nel Segmento Business (3060 milioni di euro, +16%) e ha sottoperformato nel Segmento Consumer (1837 milioni, -16%).

Il risultato è che il peso delle vendite a IT Reseller nel 2022 sale al 62% contro il 55% nello scorso anno, progressivamente riducendo il peso del Segmento Consumer, strutturalmente sottoposto a maggiore pressione sulla scontistica.

Fonte: Esprinet

Fonte: Esprinet

Cresce l’Ebitda nonostante gli aumenti dei costi

Infine un paio di considerazioni sulla redditività. Il Margine Commerciale Lordo è 244 milioni, +5% rispetto al 2021, per effetto sostanzialmente dell’aumento del margine percentuale (5,20% nel 2022 contro 4,96% dell’anno precedente), conseguenza della maggiore incidenza delle categorie di prodotto alto marginanti.

L’incremento del margine percentuale, fa notare Esprinet, è particolarmente significativo in quanto ottenuto in un contesto di maggiori costi di trasporto verso la clientela per l’aumento dei costi del carburante, e di aumento del costo dei programmi di cessione dei crediti a seguito della crescita dei tassi di interesse disposta dalla Banca Centrale Europea.

L’EBITDA Adjusted come già anticipato è 91 milioni di euro (+5% rispetto a 86 milioni del 2021), al lordo di costi non ricorrenti di 2,8 milioni sostenuti dalla capogruppo Esprinet SpA in relazione all’OPA su Cellularline SpA.

Migliora l’incidenza sui ricavi nonostante l’aumento del peso dei costi operativi a causa dell’inflazione, che ha avuto particolare impatto sui costi per le utenze e per il costo delle indennità per il personale maturate sia in Italia che in Spagna a compensazione del mancato rinnovo e/o adeguamento dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Ulteriori componenti dell’aumento dei costi operativi sono riconducibili a investimenti in nuovo personale, costi di conduzione dei magazzini avviati nel corso del 2021 e costi legati alla ripresa della mobilità e delle attività promozionali e di comunicazione al venir meno delle prescrizioni contro il Covid-19.

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Amazon non comprerà più dai distributori europei

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Per tagliare i costi e arginare le perdite del business internazionale il colosso dell'ecommerce comprerà direttamente dai produttori. I distributori però potranno vendere direttamente su Amazon Marketplace

Amazon ha comunicato ai distributori e intermediari europei da cui compra prodotti che interromperà i rapporti di approvvigionamento con loro a partire dalla prossima scadenza di contratto, e che comprerà i prodotti direttamente dai proprietari dei brand, cioè i produttori. Le uniche eccezioni riguardano i distributori che hanno accordi di distribuzione in esclusiva per i brand interessati.

È una novità che riguarda la sola vendita diretta di prodotti da parte di Amazon sul suo marketplace, mentre l’altra modalità – con cui produttori intermediari e distributori possono vendere direttamente ai clienti finali attraverso Amazon Marketplace – rimane inalterata.

Il primo obiettivo è evitare i costi di stoccaggio dei prodotti

La decisione riguardante i distributori europei è stata comunicata agli interessati lo scorso gennaio con una mail che Bloomberg e altre testate di informazione (tra cui RetailWeek per prima) hanno potuto visionare. “Nell’ambito di una strategia di approvvigionamento che sta implementando in Europa, Amazon ha deciso di acquistare i beni direttamente dai proprietari del marchio. Voi avrete comunque l’opportunità di vendere i prodotti direttamente ai clienti finali su Amazon Marketplace, come venditore terzo”.

Per Amazon questa opzione comporta l’incasso di una commissione sulla vendita, e di altre fee per logistica e pubblicità, senza doversi accollare i costi di stoccaggio dei prodotti. Secondo Bloomberg, la commissione media di Amazon sulle vendite di terze parti nel 2022 ha superato il 50%, aumentando per il sesto anno consecutivo.

I distributori italiani hanno quasi un anno per adeguarsi

“Come succede in tutte le aziende, rivediamo regolarmente le nostre politiche di sourcing per controllare i costi e mantenere i prezzi bassi per i clienti”, ha scritto in una email un portavoce di Amazon. “Tenuto conto di questo, abbiamo deciso di comprare alcuni prodotti per i nostri store europei direttamente dai brand owner. Per preparare wholesalers e distributori a questo cambiamento, non renderemo operativo questo cambiamento prima di aprile”.

A proposito di tempi, a quanto scrive Repubblica i distributori italiani coinvolti hanno tempo per adeguarsi: quasi tutti quelli che sono stati avvertiti hanno contratti che scadranno nel 2024.

Un provvedimento che interessa circa 20mila distributori europei

Il provvedimento interesserà circa 20mila operatori, scrive Bloomberg citando Martin Huebel, già executive manager di Amazon e oggi consulente per i brand che vendono su Amazon.

Tenendo conto che molti brand non vendono direttamente ad Amazon e si appoggiano ai distributori per raggiungere i clienti finali, dice Huebel, questa mossa avrà probabilimente impatti negativi sulla disponibilità di alcuni prodotti, e quindi sulla customer experience complessiva su Amazon.

La mossa fa parte di un piano di riduzione dei costi che è iniziato fin dal 2019 con comunicazioni analoghe ai distributori americani, e che ora entra nel vivo anche in Europa, nel tentativo di arginare le performance negative del business internazionale di Amazon che a quanto riporta Bloomberg nel 2022 ha registrato perdite operative per 7,75 miliardi di dollari: il triplo del 2021.

Sempre per tagliare costi, lo scorso gennaio Amazon ha comunicato il taglio di 18mila posti di lavoro.

Immagine: Tada Images / Shutterstock.com

 

 

 

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