Cultura del lavoro e competenze digitali: gli strumenti a disposizione dei CIO
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Le sfide degli ultimi anni hanno introdotto cambiamenti radicali nel mondo del lavoro. Mentre in alcune Paesi si sperimenta la settimana lavorativa di quattro giorni, anche in Italia la possibilità di lavorare da remoto sta diventando un fattore di scelta dell’azienda da parte degli attuali dipendenti e di potenziali candidati. In questo mondo che cambia, le aziende devono rispondere alle esigenze dei propri collaboratori e colmare il gap tra valori dichiarati e messi in pratica, mentre affrontano l’instabilità dello scenario economico e sociale.
Analizzando i cambiamenti avvenuti attraverso la practice Future of Work (FoW), IDC afferma che il futuro lavorativo sarà definito dalla capacità, guidata anche dalla tecnologia, di supportare il continuo cambiamento innescato dalle sfide dei mercati e della società. Questo porterà a una fusione dei concetti di “luogo” e “spazio”: secondo IDC, entro il 2025, il 65% delle grandi aziende considererà la presenza online (o virtuale) della forza lavoro alla pari della presenza reale.
I nuovi modelli di lavoro definiti dal “Future of Work” si basano sui tre pilastri Spazio, Augmentation, Cultura. Lo Spazio, ovvero tecnologie e servizi a supporto della nuova forza lavoro ibrida, sarà la maggiore voce di investimento da parte delle imprese nel 2023, con quasi il 60% di tutta la spesa FoW. L’augmentation delle capacità della forza lavoro sarà la seconda voce, con oltre un terzo della spesa FoW prevista quest’anno, mentre la cultura del lavoro rappresenterà il restante 5% della spesa.
Competenze e opportunità di apprendimento per i nuovi modelli di lavoro
Abbiamo approfondito il tema delle competenze richieste ai collaboratori e le iniziative per l’acquisizione di talenti IT con Roberta Bigliani, Group Vice President, Head of Insights and Future of Work Practice Executive Lead, IDC Europe.
Nelle voci di spesa FoW compare la cultura del lavoro, che si concentra sulla responsabilizzazione e l’allineamento delle nuove competenze digitali dei lavoratori. Quali sono le competenze più richieste in Italia?
Tra le competenze digitali maggiormente difficili da reperire le top 3 sono certamente quelle legate ai temi della cubersecurity, dell’automazione dei flussi di lavoro, dello sviluppo e training degli algoritmi. Rimangono comunque estremamente ricercate anche le competenze soft, quale il problem solving e il critical thinking.
Quali iniziative di reskilling o upskilling hanno messo in atto le aziende?
Le difficoltà delle aziende nel reperire sul mercato le competenze e le skill necessarie per il mutato contesto di business sta mettendo in primo piano i programmi di reskilling. Questo non solo per far fronte alle necessità di ogni singola azienda o organizzazione pubblica, ma anche un crescente senso di responsabilità sociale delle aziende, che in molti casi stanno facendo sistema per accrescere le competenze del paese al fine di garantirne la competitività. A livello italiano, i dati IDC dimostrano che 1 azienda su 2 dichiara di essersi pienamente attrezzata con programmi di reskilling/upskill per far fronte alle mutate condizioni del business.
Negli ultimi anni sono emerse nuove esigenze da parte dei lavoratori attuali e potenziali, che chiedono ai datori di lavoro coerenza e trasparenza su valori dichiarati su temi quali diversità e inclusione. Come si è evoluto l’uso di tecnologie a supporto di employee satisfaction e recruitment?
Il tema della trasparenza e dell’inclusione è davvero importante e si inserisce nel quadro più generale del senso di purpose che ciascuna organizzazione deve stabilire. E’ quindi innanzitutto un tema che si lega ai valori dell’azienda che devono permeare la cultura aziendale, lo stile manageriale, così come i prodotti o i servizi offerti. E sulla diversità è importante non rimanere sul vecchio discorso di genere, ma considerare tutte le diversità, per esempio le persone neurodivergenti.
Ovviamente la tecnologia ha il suo ruolo. Per esempio Il workflow management è un pilastro per i processi di onboarding. Ci sono aziende che stanno sperimentando anche il metaverso in questo contesto. I sistemi HR si stanno evolvendo da strumenti amministrativi a strumenti di engagement. Molte aziende misurano il sentiment attraverso rilevazioni periodiche (e non più solo annuali). La cosa più importante è che le aziende mettano a disposizione gli strumenti tecnologici per permettere alle persone di fare il loro lavoro in modo efficace, andando ben oltre i tool di collaboration.
Secondo la Previsione 3 per il Future of Work, gli investimenti in piattaforme di adozione digitale e tecnologie di apprendimento automatizzato permetteranno un aumento del 40% della produttività entro il 2025. E’ in questa direzione che devono guardare i CIO per superare la mancanza di competenze?
La carenza di skill IT è un problema che non riguarda solo l’Italia. I dati IDC dimostrano che più della metà delle aziende dichiara di avere già sentito l’impatto di tale carenza, che ha portato a ritardi nel lancio di nuovi prodotti (45%), minore competitività (35%) e riduzione delle performance finanziarie (38%). Le aziende stanno correndo ai ripari potenziando i programmi di formazione ricorrendo a tutti gli strumenti possibili, inclusi corsi di auto-apprendimento supportati dalla gamification.
La Previsione 3 IDC vuole ribadire il beneficio di tali programmi, ma anche suggerire di andare oltre e utilizzare in modo pervasivo le DAP (Digital Adoption Platform). Le DAP consentono l’apprendimento esperienziale, offrendo ai dipendenti l’opportunità di apprendere nuove applicazioni, durante lo svolgimento del proprio lavoro. Queste piattaforme tecnologiche offrono quindi una formazione contestualizzata, che si traduce in immediati benefici di business e motivazione delle persone.
Appuntamento a Milano con l’IDC Future of Work Forum 2023
I temi della trasformazione digitale del lavoro, l’employee engagement e le tecnologie abilitanti saranno discussi all’IDC Future of Work Forum 2023, che si terrà il 22 marzo all’Hotel NH Collection City Life.
L’edizione di quest’anno dell’evento è dedicata a “Un approccio purpose-driven per l’azienda del futuro” e sarà condotta da Roberta Bigliani e Fabio Rizzotto, VP, Europe South Lead, Consulting and Custom Solutions, IDC Italy.
Sul sito dell’evento è possibile consultare l’agenda completa e avere ulteriori informazioni. La partecipazione è gratuita per i rappresentanti di aziende utenti di tecnologia, ed è possibile riservare il proprio posto dal pulsante qui sotto.