Nutanix porta NC2 su Microsoft Azure per semplificare il cloud ibrido
Estendere l’ambiente Nutanix a Microsoft Azure è oggi particolarmente semplice e rapido. Infatti, una collaborazione tra le due aziende ha portato alla disponibilità di Nutanix Cloud Clusters (NC2) sulla piattaforma cloud Microsoft Azure. In pratica, si può ora disporre di un cloud ibrido che consente alle organizzazioni di migrare facilmente e in modo trasparente le applicazioni, potendo sia avere una gestione unificata attraverso Nutanix Cloud Platform sia servizi di cloud pubblico Microsoft Azure.
Il multicloud, ottima opportunità, ma con molte sfide
Citando i dati riportati all’interno del recente Enterprise Cloud Index, che Nutanix realizza assieme a Vanson Bourne (è giunto alla quinta edizione), Benjamin Jolivet, country manager di Nutanix Italia, ha evidenziato come il 99% delle imprese abbia nell’ultimo anno spostato almeno un’applicazione tra più infrastrutture. “Ciò mostra quanto oggi le infrastrutture IT siano diversificate – ha sottolineato Jolivet – e quanto questo imponga alle aziende di spostare regolarmente le applicazioni concepite per un ambiente su un altro ambiente. Non stupisce quindi che il 96% delle organizzazioni dica di voler trarre vantaggio dai vari cloud che stanno emergendo per avere un luogo unico e unificato dove gestire dati e applicazioni”.
A fronte di tale situazione, il 72% delle aziende dispone già di un’infrastruttura mista. Però, il 54% ritiene che i propri ambienti non siano pienamente interoperabili, mentre addirittura l’89% pensa che i silos operativi che si creano tra i team rappresentino una sfida particolarmente importante. E solo il 35% riesce ad avere la piena visibilità di dove risiedono i dati.
D’altra parte, il cloud fa risparmiare, ma non è gratuito. A incidere sulle spese sono soprattutto i costi legati allo storage e alle gestione dei dati quando si opera in ambienti multipli (lo sostiene il 43% del campione). E per l’84% delle aziende è difficile avere un efficace controllo sui costi. Poi, quando si migrano i workload da un cloud a un altro, non sono solo i costi a incidere, anche il tempo impiegato assume grande importanza.
Da ultimo, ma non per questo meno rilevante è l’aspetto sostenibilità. L’89% delle aziende ha dichiarato che la sostenibilità ha un ruolo più importante di un anno fa, ma il 91% ritiene che con l’infrastruttura in uso raggiungere gli obiettivi prefissati sia una sfida davvero provante.
Una stretta collaborazione all’insegna del cloud ibrido
In sostanza, c’è la consapevolezza che operare solo in cloud o solo on premise oggi non è più possibile. Tuttavia, esistono ancora diverse sfide da affrontare per ottenere il meglio dei due mondi in modo semplice e limitando i costi. E sono proprio questi gli aspetti su cui Nutanix e Microsoft hanno lavorato. Infatti, grazie alla collaborazione tra le due aziende, i clienti potranno scegliere di eseguire i propri workload in ambienti cloud ibridi, consentendo una gestione seamless tra cloud privati e Azure senza bisogno di riprogettare le applicazioni, consentendo un efficientamento dei costi di gestione.
“Abbiamo lavorato molto strettamente con Microsoft per arrivare a questo risultato – ha affermato Marco Del Plato, Systems Engineer Manager di Nutanix – Con una soluzione iperconvergente modernizziamo la componente on prem e da qui, attraverso la componente di network, estendiamo il nostro data center all’interno di Azure. Così permettiamo di gestire anche le applicazioni più complesse e più critiche, facendo sì che i workload vengano spostati facilmente da una piattaforma all’altra. Il vantaggio è che si è già all’interno del data center e questo consente di sfruttare immediatamente tutti i servizi che Microsoft mette a disposizione”.
In pratica, dall’on prem si crea un ponte verso il cloud e da qui verso le applicazioni. Questo accelera la cloud adoption senza dover ricorrere a operazioni di refactoring o retooling. “E favorisce anche l’elasticità – ha aggiunto Del Plato –. Infatti, le risorse hardware sempre disponibili e vi si può accedere in tempi molto rapidi. Del provisioning si occupa Microsoft. In più, sfruttare solo ciò di cui si ha bisogno e solo per il tempo necessario vuole anche dire ottimizzare i costi”.
Spostare macchine virtuali in modo trasparente abbattendo i costi
“Sempre più clienti stanno abbracciando i vantaggi del passaggio al cloud per sostenere la propria crescita e trasformazione digitale – ha dichiarato Roberto Filipelli, direttore della divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia – Una piattaforma come Nutanix è già conosciuta. Estendendola al cloud le persone si trovano in un ambiente che gli è famigliare; perciò, diventa più semplice pianificare l’uso delle risorse e anche limitare l’utilizzo a quelle davvero necessarie al proprio business. Se si ha una piattaforma Nutanix on premise e una sul cloud che si parlano attraverso la rete si riesce a spostare macchine virtuali e applicazioni in modo trasparente all’utente, riducendo notevolmente i costi di infrastruttura perché si abbattono i costi di migrazione”.
Ricordiamo che NC2 è da tempo disponibile su AWS, ma arrivando su Microsoft Azure amplia le opportunità di scelta per chi intende estendere al cloud la gestione dei propri dati e applicazioni. È prevista anche la disponibilità su Google Cloud Platform per consentire di scegliere tra tutti e tre gli hyperscaler, ma al momento non sono state rese fornite indicazioni riguardo all’arrivo su GCP.