Data Center al Sud, perché investire conviene: i casi Arpitel e Data Felix
Abbiamo parlato diverse volte negli ultimi mesi dei Data Center in Italia, un mercato in grande crescita , ormai molto rappresentativo in termini di fatturato e addetti, e che sta attirando notevoli investimenti da parte di tutti i tipi di operatori che hanno a che fare con questo settore, dai costruttori veri e propri a ISP, IXP, content provider, telco, fornitori di connettività, energia, hardware, software, e impianti accessori.
Per diversi anni in Italia questo comparto è fortemente cresciuto praticamente solo al Nord, soprattutto a Milano, ma ultimamente è partita una serie di progetti importanti anche al Centro, in particolare a Roma. Il Sud invece resta largamente la macro-regione meno dotata di Data Center rispetto alle esigenze. Ma anche qui cominciano a emergere iniziative interessanti “super partes” basate sulla convinzione che il meridione d’Italia – e in particolare regioni come Campania, Puglia e Sicilia – offra opportunità di business molto sottovalutate per tutti i più classici servizi dei Data Center: co-location, housing, e veri e propri servizi cloud.
Due esempi notevoli sono Arpitel e Data Felix, entrambe alle fasi finali della costruzione di data center Tier III da oltre 1000 mq e 100 rack: Arpitel a Bari e Data Felix a Caserta.
Più precisamente Leix di Arpitel a Bari si estenderà su 1100 mq con potenza a regime di 1 MW e oltre 100 rack (attualmente è a 250 KW con 40 rack). Invece DF01 di Data Felix a Caserta ha attualmente 500 kW di potenza disponibile, con crescita pianificata a 2 MW, su 1300 metri quadri totali, con 550 mq di sale server e spazio per oltre 220 rack.
Di questi progetti e delle opportunità dei data center al Sud abbiamo parlato con Danilo Boffoli, Cloud Architect di Arpitel, e Francesco Taurino, ideatore e CTO di Data Felix.
Chi sono Arpitel e Data Felix, e a che punto è la costruzione dei vostri grandi data center?
Danilo Boffoli: Arpitel è nata nel 2008 a Foggia, avendo come core business la connettività wireless per il green energy, e da qualche anno abbiamo avviato anche una divisione di data center. Come strutture di proprietà a Foggia abbiamo due sale da circa 200 mq, di cui una in espansione, e poi c’è il data center di 1100 mq a Bari, a 200 metri da quello di Retelit che ospita il Namex e che è la landing station di due dei cavi sottomarini che arrivano in Puglia.
Francesco Taurino: Data Felix è un’azienda completamente italiana, con sede a Caserta, nata con l’obiettivo di costruire data center edge e di prossimità nelle regioni del Sud Italia e offrire tra le altre cose servizi di colocation, server dedicati fisici e virtuali, cloud privata e pubblica e virtual private data center.
Il nostro data center di Caserta è un progetto simile a quello di Arpitel a Bari, ma in anticipo di diversi mesi. Contiamo di essere operativi a settembre di quest’anno. Per i prossimi anni sarà sicuramente il più grande data center privato della Campania, e inoltre sarà il POP nel Sud continentale del MIX di Milano, il più grande internet exchange point italiano.
Con Arpitel abbiamo già formalizzato una partnership su diversi aspetti. Saranno due data center molto simili, entrambi posizionati in zone strategiche. Uno degli obiettivi è offrire il disaster recovery di alcuni servizi appoggiandosi sui data center di Arpitel a Foggia e poi a Bari, mentre Arpitel farà lo stesso appoggiandosi alla nostra struttura.
In entrambi i casi i data center non sono il core business originale…
Taurino: in effetti, se avessimo avuto dei data center vicini, forse i nostri non sarebbero nati. D’altra parte la Campania è la terza regione per popolazione, la sesta per PIL, e Napoli è la quarta città per PIL, una delle 20 città più ricche d’Europa. Tra Napoli e Caserta ci sono 20 minuti di strada e 4 milioni di abitanti, una delle aree più densamente popolate d’Europa, con decine di distretti industriali. Caserta è la decima provincia per popolazione, la più giovane d’Italia, nel distretto di Marcianise ci sono alcune delle aziende più grandi d’Italia, Coca-Cola, Barilla, Algida, Caffè Borbone.
Sembra incredibile, ma in un contesto del genere non c’è un data center nel raggio di 200 km, e non c’è neanche un IXP. Intendo un data center utilizzabile da terze parti, perché di data center di enti pubblici o di aziende private ma a uso interno ce ne sono. Di conseguenza le aziende in Campania si rivolgono a Roma o a Milano.
È con queste argomentazioni che abbiamo convinto il MIX e siamo riusciti a diventare il loro POP nel Sud continentale.
Boffoli: anche per la zona industriale di Bari, dove stiamo realizzando il nostro data center, valgono considerazioni simili. È una delle più grandi d’Italia, ospita centinaia di aziende, e nel raggio di qualche decina di chilometri c’è un milione e mezzo di persone. Anche in questo caso quindi una zona densamente popolata, economicamente molto attiva, che è anche il punto di arrivo di due cavi di telecomunicazioni sottomarini.
Taurino: ma anche in Sicilia, per esempio, ci sarebbero grandi opportunità. È una delle regioni più popolose d’Italia, ci arrivano diversi cavi sottomarini di telecomunicazioni, e per chi costruisce data center lì ci sono contributi a fondo perduto anche molto corposi.
Perché secondo voi al Sud si investe così poco sui data center rispetto al Nord?
Boffoli: la tendenza delle Big Tech è di costruire al Sud un’offerta di servizi, di consulenza, ma non infrastrutture.
Questo perché i dati di economia e di popolazione che abbiamo appena citato sono conosciuti pochissimo, e anche per una serie di false convinzioni ancora molto diffuse. A cominciare dalla temperatura. Non è vero che il Sud è molto più caldo del Nord. Le differenze effettive di temperatura media sono di 2-3 gradi, qualche studio dice addirittura meno di un grado.
Altra falsa credenza: non è vero che in zona sismica non si possono fare i data center. E poi le infrastrutture di telecomunicazioni: i punti di arrivo ci sono, e non è vero che cablare sia più difficile che altrove. TWT Unidata per esempio è in Puglia da poche settimane e ha cablato già buona parte della zona industriale di Bari, Molfetta e interporto di Bari.
Taurino: per la connettività “backbone” al Sud non ci sono più problemi, ma anche per quella residenziale. Il napoletano è una delle prime zone in cui Fastweb ha cominciato a stendere fibra. Napoli è una zona a copertura quasi totale, idem il Casertano, quasi completamente cablate da Fastweb, Windtre e TIM e OpenFiber. Napoli ha una percentuale di penetrazione FTTC/FTTH del 68%, contro il 71% di Milano e il 72% di Roma.
Anche zone più difficili come la penisola sorrentina e la costiera amalfitana ormai sono coperte da operatori Wisp che con FWA e 5G ora danno ottima copertura. In più tra poco ci sarà anche il POP del Mix, con cui la connettività in Campania dovrebbe ulteriormente migliorare. Insomma non c’è più neanche l’appiglio di temere aumenti della latenza per le cattiva qualità delle connessioni.
Quali tipi di servizi offrirete?
Taurino: Offriremo servizi IaaS, colocation da mezzo rack in su, un rack e multipli. Quindi non la singola VPS, dato che il nostro target principale sono le aziende medie e grandi. I clienti possono creare un loro virtual data center con set dedicato di risorse, per esempio per avere 8, 16 o più virtual machine. Questo per ora è il core business di Data Felix. Poi man mano che cresceremo potremo andare verso PaaS e altri tipi di servizi, anche per le PMI.
Boffoli: noi siamo complementari a Data Felix, non puntiamo primariamente sui virtual data center ma sulle aziende prive di sistemisti, che hanno bisogno di un progetto dedicato, per esempio la gestione delle macchine da migrare in cloud. Siamo convinti che i data center al Sud non servano solo per fare business, ma per progredire le aziende e gli imprenditori locali, per fornire supporto specializzato a tutti quegli IT manager che non sono sistemisti. Quale posto migliore per trovare supporto sistemistico di un data center di prossimità?
Offriremo servizi cloud IaaS, e se parliamo di PaaS come servizio database o backup remoto, puntiamo anche a quelli. Comunque il core business di Arpitel è la connettività. Il data center di Foggia sarà dedicato a ospitare i server per il monitoraggio di Terna e delle multinazionali green energy, la parte cloud sarà a Bari insieme ad altri servizi di connettività.