Var Group, obiettivo un miliardo di euro entro il 2027
Oltre 1900 persone in due giorni hanno partecipato alla convention annuale di VAR Group, tenutasi quest’anno al Palacongressi di Rimini, “con un netto salto di livello rispetto agli scorsi anni”, come ha spiegato in un incontro con la stampa la CEO Francesca Moriani.
L’evento infatti si è tenuto in una nuova location più grande (l’anno scorso era al PalaRiccione), e con un modello aperto di organizzazione degli spazi, ha precisato Moriani: “Abbiamo tra le altre cose la Experience Valley dedicata alle frontiere della digitalizzazione per i settori manifatturiero, retail, GDO, Fashion, Wine e Furniture, l’Agorà per gli approfondimenti tecnologici, l’Hackaton con 50 giovani sviluppatori”.
Il filo conduttore di quest’anno, come ha spiegato la stessa Moriani nella sessione plenaria, era capire il presente per prepararsi al futuro: “Un presente pieno di contraddizioni e incertezza, ma anche affascinante per la ricchezza di opportunità che ci offre la tecnologia”.
All’evento infatti si è parlato ovviamente molto di intelligenza artificiale, ma anche di cybersecurity, sostenibilità, cloud e soluzioni verticali.
Nelle varie sessioni – con oltre 50 relatori nei due giorni – molti partner e clienti hanno affiancato le persone di VAR Group, tra cui esponenti di IBM, Dell Technologies, VMware, Microsoft, Palo Alto Networks, HP Italy, AWS, Cisco Italia, HPE, Radici Group, Fincantieri, Intesa Sanpaolo, MadaProjects, Aboca, Cromology, Pinko, Finstral, McDonald’s Italia.
“Ben avviati per centrare e superare l’obiettivo di fatturato”
La convention 2023 è arrivata in un momento certamente positivo per il system integrator, ormai una delle più grandi realtà di proprietà italiana in questo campo nel mercato italiano, con 703 milioni di euro (+23%) fatturati nell’esercizio chiuso lo scorso aprile, e 85 milioni di Ebitda (+25%).
“Stiamo per chiudere la semestrale in crescita del 25% sia per il fatturato che per l’Ebitda, siamo ormai 3700 persone di cui 400 all’estero, e siamo ben avviati per centrare l’obiettivo di fatturato per quest’anno fiscale, che è di 800 milioni, anzi credo che lo supereremo”, ha detto Moriani. “Spero che nel 2027 festeggeremo i miei cinquant’anni superando il miliardo di euro”.
Collegato a questo c’è anche l’altro obiettivo per i prossimi anni, e cioè il percorso di internazionalizzazione per diventare una realtà globale, come ha spiegato Alessandro Gencarelli, Head of Sales & Marketing di VAR Group. “In effetti siamo presenti all’estero da anni, attualmente in 10 paesi, ma ora la sfida è di esportare un modello di leadership diffusa e di gestione omogenea dei progetti, partendo com’è ovvio dall’Unione Europea, ma puntando anche a crescere in America e Far East”.
In parte, ha sottolineato il manager, l’espansione segue i clienti italiani con presenza internazionale, anche PMI, “per aiutarli in mercati con regole diverse e in un mercato storico in cui si chiudono le frontiere”.
Continuano le acquisizioni: “Ci interessano aziende con competenze verticali approfondite”
Crescita e internazionalizzazione sono legate in parte anche alle tante acquisizioni, strategia su cui VAR Group punta da anni: solo nell’ultimo mese ne ha annunciate due, la tedesca Trias Mikroelektronik (software per il settore engineering) e Soft System di Pordenone, 15 dipendenti, specialista di software gestionali per PMI del Made in Italy.
“Ci interessano specialmente aziende con competenze verticali molto approfondite, in aree dove abbiamo dei gap di competenze: per esempio in questo momento consideriamo particolarmente importante l’area Data Science”, ha precisato Moriani. “La carenza di specialisti è un problema enorme in Italia e per questo stiamo puntando molto su iniziative di formazione, ma le acquisizioni ci permettono di colmare questi gap in tempi molto brevi e rispondere subito alle richieste del mercato, ovviamente con i tempi necessari a integrare nel gruppo le aziende mantenendo la loro cultura, anima e valori”.
Leadership diffusa: “Siamo a metà del guado”
Il modello di organizzazione aperta dell’evento, ha continuato Moriani, rispecchia il lavoro che VAR Group come azienda sta facendo per darsi una struttura di leadership diffusa. “Quello che raccomandiamo ai nostri clienti lo dobbiamo sperimentare per primi: sono ancora troppo diffusi i modelli gerarchici con organigrammi rigidi e ruoli predefiniti, che secondo noi pregiudicano il benessere e la creatività delle persone. Le nuove generazioni stanno cambiando gli equilibri, le nuove tecnologie come l’IA stanno rivoluzionando aziende e rapporti sociali: solo dando autonomia alle persone si può rispondere. Per questo occorre un’organizzazione con dei leader, ma senza organigrammi e gerarchie”.
Un obiettivo, però, per niente facile: “Come azienda siamo a metà del guado. 18 mesi fa abbiamo creato un tavolo di lavoro, con i 18 leader del gruppo, ma ci siamo resi conto che da soli non ce l’avremmo fatta: abbiamo chiesto l’aiuto di una società di consulenza e in pochi mesi c’è stato un netto cambiamento in positivo”.
L’evento è stato anche l’occasione per VAR Group per spiegare come si sta muovendo sui fronti più caldi dell’innovazione digitale: qui citiamo per brevità solo la cybersecurity e l’area data science/intelligenza artificiale.
Cybersecurity, ridotto il tempo medio di analisi con l’IA
“A fine anno scorso c’è stato un salto di qualità negli attacchi che ha messo in crisi tutti i fornitori di cybersecurity a causa della crescita smisurata dei dati da analizzare: a un certo punto non si riusciva più a scalare”, ha spiegato Mirko Gatto, Head of Digital Security di VAR Group. “Per questo insieme alla divisione data science abbiamo introdotto l’intelligenza artificiale nel SOC, ottenendo risultati notevoli: il tempo medio di analisi del singolo caso è stato ridotto da 16-20 minuti a 10-12, ma soprattutto siamo riusciti a delegare tutto il “lavoro stupido” alle macchine, permettendo alle persone di concentrarsi sulle attività a valore aggiunto”.
“Tanti imprenditori ancora oggi dicono che la cybersecurity è una faccenda dell’IT”, aggiunge Gatto, “ma per fortuna mi capita di parlare anche con tanti altri che non la pensano così: il migliore scudo è la capacità di integrare i concetti di cybersecurity nella cultura aziendale, insieme a processi, piattaforme e persone”.
“La IA fa già la differenza in aree come customer service, R&S, ingegneria, marketing e sales”
Tornando all’intelligenza artificiale, come accennato se n’è parlato diffusamente in tutte le sessioni dell’evento. “D’altra parte i primi numeri sui possibili impatti in Italia parlano da soli”, ha detto Marco Ferrando, Head of Data Science di VAR Group. “Secondo uno studio di Microsoft e Ambrosetti (ne abbiamo parlato in dettaglio in questo articolo, ndr) l’IA generativa in Italia può valere 18 punti di PIL: un valore enorme, che può colmare i gap storici di competitività del Paese”.
Ferrando ha anche citato uno studio di Brynjolfsson, Li e Raymond (National Bureau of Economic Research) secondo cui nei call center l’IA generativa può permettere aumenti di produttività dal 14% al 35%. “Sono numeri impressionanti, in un momento in cui è difficile trovare specialisti e competenze addestrate. Anche nella nostra esperienza riscontriamo che già oggi l’integrazione dell’AI nei processi può portare a forti guadagni di produttività, per esempio in aree come customer service, ricerca e sviluppo, ingegneria, marketing e sales. Penso che le persone trarranno un ulteriore elemento di motivazione dalla possibilità di delegare all’IA i compiti ripetitivi per concentrarsi su quelli a valore aggiunto”.