Digital Markets Act: Apple pronta al ricorso contro la Commissione UE
Secondo quanto riportato da Bloomberg, che cita non meglio specificate fonti attendibili, Apple starebbe per impugnare la decisione del Digital Markets Act europeo di inserire l’App Store nella lista dei gatekeeper digitali. L’appello di Apple è ancora in bozza e potrebbe cambiare prima della scadenza del 16 novembre per presentare ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Apple non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento di Reuters, mentre l’UE ha rifiutato di commentare. Il Digital Markets Act (DMA), entrato in vigore a maggio per la maggior parte delle aziende, è una legislazione che mira a contrastare il potere delle aziende tecnologiche più importanti e a rendere più facile per gli utenti passare da un servizio all’altro.
La Commissione UE ha recentemente designato 22 servizi delle principali aziende tecnologiche come gatekeeper dei servizi online, imponendo loro, tra le altre cose, di interoperare le loro app di messaggistica con i rivali e di lasciare che siano gli utenti a decidere quali app preinstallare sui loro dispositivi. Google Search, l’App Store di Apple, Amazon.com, TikTok e Facebook sono tra i servizi che rientrano nel campo di applicazione del DMA.
Insieme al Digital Services Act, che stabilisce le regole per il targeting degli utenti, le pratiche relative ai dati e la loro condivisione con le autorità di regolamentazione dovrebbero portare a grandi cambiamenti nelle piattaforme che rientrano nel loro campo di applicazione. Anche in caso di potenziale ricorso, Apple dovrà comunque conformarsi alle norme a partire da marzo e quindi “aprire” iOS ad altri store di applicazioni, pena il rischio di una sanzione fino al 20% delle sue entrate annuali globali.
È dal 2022 infatti che Apple si sta preparando a rendere possibili su suoi dispositivi App Store alternativi e di terze parti in Europa. iOS 17 già prevede questa possibilità in vista appunto della scadenza del 6 marzo 2024. Un’analoga contestazione riguarda iMessage e l’obbligo (come già sottolineato) di garantire l’interoperabilità con altre piattaforme di messaggistica. In questo caso, la Commissione UE deciderà solo al termine dell’indagine (entro febbraio 2024). Google e quattro telco europee chiedono di includere iMessage nell’elenco dei servizi.