VMware, un programma “white label” salverà i piccoli partner cloud?
Broadcom avrebbe deciso di tornare parzialmente sui suoi passi a proposito della decisione di escludere dal proprio partner program centinaia di cloud provider che erano partner di VMware.
Lo sostiene The Register, che avrebbe avuto accesso ai documenti che descrivono un programma “white label” che consentirebbe aquesti cloud provider di continuare a vendere servizi cloud basati su tecnologie VMware anche se non sono stati invitati all’Advantage Partner Program di Broadcom.
Ma andiamo con ordine. Prima dell’acquisizione, VMware aveva tra i suoi programmi di canale il VCSP (VMware Cloud Services Provider), con cui alcuni partner vendevano soluzioni VMware come cloud managed services, e il VCPP (VMware Cloud Providers Program), dedicato a circa 4mila partner che erogavano servizi di public cloud basati su VMware Cloud Foundation.
Dopo l’acquisizione, Broadcom ha chiuso il programma VCSP, spiegando che avrebbe invitato al proprio programma solo i partner con licenze per almeno 3500 core, una soglia al di là delle possibilità di molti partner che aderivano al programma.
Secondo The Register, centinaia di partner dei programmi VCSP e VCPP non sono stati invitati nell’Advantage Program di Broadcom. E questo ha creato problemi sia a questi partner, impossibilitati a erogare i servizi VMware, sia ai loro clienti, costretti a un rischioso e indesiderato passaggio a un altro partner VMware ammesso da Broadcom, o addirittura a valutare il passaggio a tecnologie di vendor concorrenti.
La risposta di Broadcom a questa situazione sarebbe appunto un programma “white label”, visionato da The Register, che permetterebbe ai cloud provider ammessi all’Advantage Program, definiti “Primary VMware Cloud Service Provider”, di vendere servizi o licenze a quelli che invece non sono stati ammessi appunto per la soglia dei 3500 core, detti “Secondary VMware Cloud Service Provider”.
In pratica gli ex partner VCSP e VCPP potranno portare avanti il business VMware come prima, pagando le licenze a un altro partner invece che direttamente a VMware.
Per Broadcom invece i vantaggi saranno due. Uno è mantenere nell’ecosistema VMware un gruppo di operatori molto diversi – global system integrator, specialisti di workload verticali o di cloud sovrani, piccoli cloud provider – che i clienti hanno scelto perché alternativi agli hyperscaler. L’altro è limitare la fuga dei clienti di questi operatori verso altri vendor tecnologici.