Salesforce, voci di trattative per comprare Informatica
Salesforce sarebbe in trattative per acquisire Informatica, multinazionale americana specialista di enterprise cloud data management presente anche in Italia con una filiale diretta.
Lo riferiscono sia Bloomberg sia il Wall Street Journal, spiegando che le trattative sono in fase avanzata ma che non è scontato che si concludano positivamente.
Nessuna indiscrezione invece sull’entità della potenziale transazione. Per avere un’idea, la capitalizzazione di Informatica nel 2024 era aumentata di oltre il 40% già prima dell’inizio delle voci di acquisizione, superando gli 11 miliardi di dollari, ma negli ultimi giorni è ulteriormente cresciuta di più del 20%. A questo poi andrebbe aggiunto il premio che viene sempre riconosciuto nelle acquisizioni.
Fondata nel 1993, Informatica ha sede a Redwood Shores, California. La sua offerta si basa sulla piattaforma di gestione di dati enterprise IDMC. L’anno scorso ha fatturato 1,6 miliardi di dollari (di cui 1 miliardo da subscription) crescendo del 6%, con 460 milioni di operating income, e dichiara oltre 5mila clienti in tutto il mondo. È controllata dalla società di private equity Permira, e dal fondo pensioni canadese CPPIB, che insieme detengono circa il 75% delle azioni.
L’eventuale acquisizione sarebbe una delle più grandi della storia di Salesforce, in cui la top 3 finora è formata da Slack (27,7 miliardi), Tableau (15,7 miliardi) e MuleSoft (6,5 miliardi).
Secondo gli analisti, Salesforce sarebbe interessata alle capacità di “pulizia” e gestione dei dati di Informatica, estremamente preziose nei progetti di intelligenza artificiale generativa, area in cui Salesforce sta investendo molto. Come noto, i progetti di Gen AI necessitano di grandi moli di dati, che raramente sono omogenei in termini di qualità, e pronti per essere processati.
Altro motivo di interesse è la possibilità, con le tecnologie di Informatica, di consolidare i metadati che descrivono i dati dei clienti – il core business di Salesforce è il CRM – che continuano a differenziarsi sia in termini di fonti sia di piattaforme.